DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
1 - LO SPOT DI ETIHAD CON NICOLE KIDMAN
2 - LE HOSTESS CONTRO LO SPOT DELLA KIDMAN
Laura Zangarini per il “Corriere della Sera”
NICOLE KIDMAN NELLO SPOT ETIHAD
Chi meglio di Nicole Kidman può rimandare l’idea del lusso, dell’eleganza, del glamour? Proprio alla star australiana si è rivolta la Etihad Airways, la seconda più grande compagnia aerea degli Emirati arabi, per promuovere la propria immagine pubblicitaria. Scatenando l’ira funesta dei 25 mila assistenti di volo (di cui 19 mila donne) dell’Apfa, l’Associazione dei professionisti assistenti di volo.
NICOLE KIDMAN NELLO SPOT ETIHAD
Che in una lettera aperta alla 47enne attrice premio Oscar firmata dalla presidente Laura Glandin, definisce «contraddittorio» il ruolo di testimonial della Kidman con la nomina ad ambasciatrice di buona volontà per il «Fondo di sviluppo delle Nazioni Unite per le donne» (Unifem).
«Gli Emirati arabi uniti e le loro compagnie sono ben note nel nostro settore per le loro pratiche di lavoro discriminatorie e il comportamento deplorevole nei confronti delle dipendenti donne — è scritto nella lettera —. Perciò l’Apfa deve rispettosamente chiederle — come eminente rappresentante delle donne nel mondo — di non prestare la sua voce, la sua immagine e il suo buon nome a Etihad Airways».
«Lo scorso mese, l’8 marzo, Festa internazionale della donna — prosegue la missiva — lei ha detto: “Immagino un mondo dove tutte le donne e le ragazze abbiano uguali opportunità e diritti”. Poco dopo, quella stessa settimana, l’abbiamo vista apparire nella nuova campagna per Etihad. Una compagnia che, ha scritto il Wall Street Journal , “può licenziare le donne se restano incinte” e che forza le assistenti di volo a vivere in “isolamento”. Condizioni che l’Apfa ha sradicato già da decenni negli Usa. Etihad invece è una compagnia retrograda che cerca di far tornare il nostro settore nell’età più buia».
NICOLE KIDMAN NELLO SPOT ETIHAD
La compagnia di Abu Dhabi respinge le accuse al mittente. Sostenendo, tra le altre cose, di godere dell’apprezzamento del 93 per cento dei suoi dipendenti, di offrire gratifiche come avanzamenti di carriera, assicurazione medica, asilo per i figli dei dipendenti e di rispettare i diritti legati alla maternità delle hostess. Ma l’Apfa non molla. E conclude la lettera invitando la diva a «dare voce ai nostri sforzi». La parola ora spetta a Nicole.
NICOLE KIDMAN NELLO SPOT ETIHAD
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