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Se mai l'indagine per tangenti nei confronti della Fifa avviata dall'Fbi dovesse arrivare nelle aule dei tribunali, uno dei testimoni chiave sarà Chuck Blazer, ex dirigente di primo livello della stessa confederazione mondiale e della Concacaf (la Uefa del centro e nord America), che potrà nel dettaglio raccontare come il denaro circolasse liberamente. La storia di Blazer è stata pubblicata nell'autunno scorso dal New York Daily News: "Come un ex dirigente Usa e 'parruccone' della Fifa è diventato un informatore dell'Fbi".
Nel racconto ci sono molte perle, ma le più clamorose sono quelle sullo stile di vita di Blazer e soprattutto sul suo appartamento preso in affitto nella Trump Tower, uno dei grattacieli sulla Fifth Avenue simbolo della Grande Mela, e occupato dai suoi gatti.
"E' stata una fine inattesa quella di Blazer - si legge nella storia - dopo decenni di impunità ad alto livello, trascorsi in un mondo di jet privati, amici famosi, fughe in isole segrete, conti bancari offshore e due appartamenti alla Trump Tower con vista mozzafiato su Central Park e sulle merlature dell'Hotel Plaza". Gli uffici della Concacaf occupavano l'itero 17esimo piano, ma Blazer lavorava dagli appartamenti nei quali viveva una trentina di piani più su, al 49esimo: 18 mila dollari mensili d'affitto più ulteriori 6 mila solo per il rifugio dei suoi indisciplinati gatti.
"Viveva come se non ci fosse un domani", rivela una fonte. Il 69enne Blazer, malato di cancro al colon, è uno dei quattro personaggi che si sono dichiarati colpevoli in seguito all'indagine per corruzione condotta dal Dipartimento della Giustizia statunitense. Secondo il Daily News il gigantesco uomo (pesa oltre 200 kg) aveva altri redditi e vantaggi.
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Probabilmente incassava ancor di più attraverso una ingarbugliata rete di redditi provenienti da commissioni, compagnie offshore e spese imponenti pagate dalla Concacaf: secondo le prove presentate in un rapporto, Blazer e gli altri dirigenti di primo livello avevano usato per oltre sette anni carte di credito collegate all'American Express personale dello stesso Blazer, così da accumulare 29 milioni di dollari di spese (tra quelle private e quelle a carico della Concacaf). Sempre secondo questo report, Blazer si sarebbe appropriato di almeno 15 milioni di dollari di indennità dalla Concacaf: quando l'Irs (l'agenzia esattoriale Usa) e l'Fbi sono arrivate a lui, è diventato un infomatore
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