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CAMBIARE TUTTO PERCHÉ NULLA CAMBI A GAZA - L’IPOTESI CHE HAMAS SI TOLGA DALLE PALLE RESTA UN MIRAGGIO: TRA I MILIZIANI AVANZA L’IDEA, APPOGGIATA DIETRO LE QUINTE DA QATAR E TURCHIA, DI “RILANCIARE” L’IMMAGINE DEL GRUPPO CREANDO UN NUOVO PARTITO CON UN NUOVO NOME, NUOVO LOGO, MA CON LA STESSA IDEOLOGIA - UNA MOSSA PER NON CEDERE IL COMANDO ALL’AUTORITÀ PALESTINESE E CHE TERRORIZZA GLI ISRAELIANI - NETANYAHU SI È RIFIUTATO DI FAR ENTRARE NELLA STRISCIA I TURCHI CHE DOVEVANO AIUTARE HAMAS A TROVARE I CADAVERI DEGLI OSTAGGI…

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Estratto dell’articolo di Francesca Caferri per “la Repubblica”

 

hamas miliziani

Cambiare tutto perché nulla cambi. Ci sono poche aree di mondo a cui il detto reso famoso dal Tomasi da Lampedusa nel Gattopardo si applicano con tanta precisione come il Medio Oriente.

[…]

 

la pretesa degli israeliani – e in qualche modo degli americani – di vedere Hamas dissolversi al momento non è realistica. I miliziani restano saldamente in controllo del territorio da cui l'Idf si è ritirato. E si preparano a restarci, con l'aiuto di due protagonisti di primo piano, il Qatar e la Turchia. I

 

hamas

l piano di Doha e Ankara – secondo quanto emerge dai giornali israeliani e quanto confermato da fonti diplomatiche a Repubblica – va verso un rebranding di Hamas, più che la dissoluzione prevista dal piano Trump: un cambiamento formale che lascerebbe intatte le strutture di potere del movimento, sia civili che militari, e soprattutto la sua ideologia.

 

ERDOGAN TAMIM AL THANI EMIRO QATAR

«Insieme al Qatar, la Turchia lavora dietro le quinte per "rilanciare" Hamas: creando un nuovo partito con un nuovo nome e un nuovo logo, ma che in termini di sostanza sarebbe la stessa cosa.

 

Erdogan e l'emiro del Qatar hanno già lasciato intendere alla leadership che è necessario sostituire l'etichetta, ma non l'ideologia.

Gli israeliani percepiscono tutto questo come un pericolo: un Hamas mascherato sarà lo stesso Hamas, ma più difficile da combattere se indossa una nuova maschera», scriveva ieri su Ma'ariv l'editorialista Anna Barsky in un lungo approfondimento.

 

MILIZIANI DI HAMAS

A ciò che resta della leadership del gruppo – un numero ridotto di individui, stimato in poche decine – verrebbe offerto rifugio all'estero: mentre parte dei miliziani sarebbero riassorbiti nelle forze di sicurezza chiamate a vigilare sul territorio. Un'ambiguità confermata anche da ciò che ha detto ieri Khalil al Hayya, capo dei negoziatori di Hamas, in un'intervista rilasciata – non a caso – alla tv qatarina Al Jazeera.

«Il futuro delle armi di Hamas è ancora in fase di discussione con le altre fazioni armate e i mediatori».

 

Parole che spiegano l'ostilità con cui Israele guarda al ruolo di Qatar e Turchia: se con l'Emirato i rapporti sono tesissimi da anni – una realtà che le scuse per l'attacco del 9 settembre imposte da Trump a Netanyahu – con Ankara la tensione è più che mai in rapidissima ascesa. Come dimostra il "no" all'ingresso nella Striscia di team turchi specializzati nella ricerca di corpi sotto le macerie […]

 

bibi netanyahu

Turchi e qatarini non sono gli unici a pretendere di dire la loro sul futuro della Striscia e di Hamas. Israele dovrà fare i conti anche con i desideri dell'Arabia Saudita di Mohammed bin Salman, atteso fra pochi giorni a Washington da Trump. Mbs è pronto a mettere sul tavolo miliardi di dollari per ricostruire Gaza, ma a condizione che dal processo emerga il bozzolo di uno Stato palestinese e che l'Autorità nazionale palestinese abbia un ruolo di primo piano a Gaza così come in Cisgiordania. Condizioni inaccettabili per Netanyahu. E dunque? Dunque il processo è ancora aperto […]

al thani con recep tayyip erdogana gaza esecuzioni sommarie dei miliziani di hamaspalestinesi picchiati e torturati dai miliziani di hamas a gaza 1