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ECCO L'ITALIA DI GIORGIA MELONI: DIMINUISCONO GLI OCCUPATI MA AUMENTANO LE ORE DI LAVORO - NEL TERZO TRIMESTRE DEL 2025, L'OCCUPAZIONE CALATA DI 45 MILA UNITÀ A FRONTE DI UNA CRESCITA DEL MONTE ORE LAVORATO DELLO 0,7% - IL DATO PREOCCUPANTE È CHE L'ITALIA È SEMPRE DI PIÙ UN PAESE PER VECCHI: DIMINUISCONO I GIOVANI CON UN IMPIEGO (-62 MILA) MA SALE IL DATO DEGLI OVER 50 CHE LAVORANO (+42 MILA). TE CREDO, LA PENSIONE È UN MIRAGGIO E SONO COSTRETTI A RIMANERE ALLA STANGA...
Estratto dell'articolo di Flavio Bini per "la Repubblica"
Più ore lavorate ma meno persone al lavoro. La fotografia scattata dall'Istat evidenzia una complessiva fiacchezza sul fronte dell'occupazione nel terzo trimestre. In un periodo dell'anno che ha visto il Pil crescere dello 0,1% l'occupazione è calata di 45 mila unità, con un monte ore lavorato totale cresciuto, sempre rispetto al trimestre precedente, dello 0,7%. Su base tendenziale, rispetto allo stesso arco temporale del 2024, si arresta per la prima volta dopo 17 trimestri di crescita consecutiva l'aumento degli occupati.
LA RICERCA DEL LAVORO IN ITALIA
Segno meno per quasi tutte le categorie di lavoratori: i dipendenti scendono di 58 mila unità, con una forte incidenza dei contratti a termine (-51 mila) rispetto ai permanenti (-7 mila). In lieve aumento imprenditori e autonomi, in crescita di 14 mila unità rispetto al secondo trimestre. L'occupazione flette soprattutto tra gli uomini, segnando una discesa di 42 mila unità, e in misura molto minore tra le donne (-2 mila).
I dati per fascia di età mostrano poi con chiarezza l'andamento del tutto divergente del mercato del lavoro. L'occupazione cala in maniera decisa nella fascia 15-34 anni (-62 mila) e in quella 34-49 anni (-49 mila), salvo poi schizzare tra gli over 50 (+67 mila), per effetto dell'invecchiamento della popolazione e della minore flessibilità pensionistica in uscita che trattiene quindi più persone al lavoro.
A livello complessivo il tasso di occupazione, cioè il rapporto tra chi ha un lavoro sul totale della popolazione in età lavorativa, quindi nella fascia 15-64 anni, scende di un decimo di punto al 62,5%, calando in particolare per gli uomini, i giovani e nelle regioni centro-settentrionali, mentre si mantiene stabile per le donne. [...]
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