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L’OFFENSIVA CONTRO IL CANADA È UN BOOMERANG PER TRUMP – IL TYCOON ANNUNCIA NUOVI DAZI AL 25% PER OTTAWA, E HA RIBADITO CHE IL PAESE DIVENTERÀ IL 51ESIMO STATO AMERICANO – MA LE SMARGIASSATE DI TRUMP HANNO RIDATO FORZA AL PARTITO LIBERALE DEL PREMIER DIMISSIONARIO TRUDEAU, CHE NEI SONDAGGI HA RECUPERATO IL DISTACCO DAI CONSERVATORI – IN CANADA È PARTITO IL BOICOTTAGGIO DEI PRODOTTI AMERICANI CON LA CAMPAGNA “ECONOMIC BLACKOUT DAY”: “NON ACQUISTIAMO DA WALMART, AMAZON, MCDONALD’S…”
1. CANADA, TRUMP RIAPRE LA CORSA ELETTORALE
Estratto dell’articolo di www.ispionline.it
SONDAGGI POLITICI IN CANADA - FONTE ISPI
Ieri Trump ha annunciato di nuovo dazi al Canada, stavolta però a partire dal 2 aprile, oltre a ribadire che il paese dovrebbe diventare il 51° stato americano. Le provocazioni del presidente statunitense rischiano però di avere un effetto boomerang, danneggiando proprio i suoi alleati canadesi.
Il Partito liberale del primo ministro dimissionario Trudeau, che solo a dicembre raccoglieva meno della metà dei consensi dei conservatori, stando agli ultimi sondaggi sembra aver recuperato tutto il distacco. Le elezioni sono previste per ottobre, ma potrebbero arrivare anche tra pochi mesi, al termine delle primarie proprio del Partito liberale. Per ora, una sola cosa è certa: il tycoon ha riaperto la corsa.
2. ORGOGLIO CANADA: BOICOTTIAMO I PRODOTTI A STELLE E STRISCE
Estratto dell’articolo di Sara Gandolfi per il "Corriere della Sera"
Le buone regole del vicinato non valgono più in America. Donald Trump conferma i dazi del 25% contro Canada e Messico: «Le TARIFFE proposte, la cui entrata in vigore è prevista per il 4 MARZO, entreranno effettivamente in vigore come previsto», ha scritto (maiuscole comprese) in un post su Truth Social. Oltre confine, a nord, c’è però un popolo pronto alla ribellione.
Se il premier dimissionario, Justin Trudeau, si limita a far sapere che «sta lavorando giorno e notte» per evitare i dazi, i suoi solitamente miti concittadini hanno deciso di alzare la testa contro chi vorrebbe trasformare il Canada nel 51° Stato Usa, proclamando per oggi l’«Economic Blackout Day» contro i retailer statunitensi. Il tam tam è diventato virale in Rete.
BOICOTTAGGIO DEI PRODOTTI AMERICANI IN CANADA
«Dimostriamo che abbiamo il potere quando siamo provocati. Non acquistiamo da Walmart, Home Depot, Best Buy, Amazon, McDonald’s, Staple, Gap, Toys “r” us, Costco o altri store statunitensi. Per un giorno sosteniamo solo piccoli e grandi produttori canadesi e messicani. È tempo di difenderci. Siate forti e orgogliosi», si legge sui social.
L’impatto potrebbe essere notevole, tenuto conto che il Canada è il primo importatore di beni Usa, per un totale di 349,4 miliardi di dollari lo scorso anno. La ritorsione commerciale è in realtà iniziata già qualche settimana fa, con iniziative come «lo sciopero dei viaggi» negli Stati Uniti, che secondo la US Travel Association può provocare danni per 2,1 miliardi di dollari all’economia statunitense e la perdita di 14.000 posti di lavoro. [...]
Il boicottaggio sta colpendo in particolare liquori, latticini, cibi lavorati, abbigliamento ed elettrodomestici. Molti supermercati hanno iniziato a etichettare i prodotti con il Paese di origine e ad esporre all’ingresso cartelli con il nuovo motto nazionale: «Buy Canadian».
Il primo a lanciare il contrattacco popolare è stato proprio Trudeau: «Ora è il momento di scegliere il Canada», aveva detto a febbraio il premier, annunciando contro-dazi per un totale di 155 miliardi di dollari canadesi» (102 miliardi di euro). [...]
L’opposizione conservatrice ha però gioco facile a cavalcare la rabbia della cittadinanza, di fronte ad un governo liberale debolissimo e sempre più vicino alla preannunciata sfiducia, quando a fine mese riprenderanno i lavori del Congresso.
BOICOTTAGGIO DEI PRODOTTI AMERICANI IN CANADA
In un recente sondaggio, alla domanda su quale leader canadese sarebbe il negoziatore più duro al tavolo con Trump, il 28% dei canadesi ha scelto Pierre Poilievre, il leader dei conservatori, seguito dal 23% per Mark Carney, il candidato in pole position per la successione a Trudeau. Tuttavia, Poilievre deve fare i conti anche con lo scetticismo di chi lo ritiene troppo vicino, ideologicamente e umanamente, a Trump: il 31% ritiene che cederebbe alle richieste del tycoon repubblicano rispetto a solo il 6% per Carney. [...]
JUSTIN TRUDEAU - DONALD TRUMP
PIERRE POILIEVRE
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