RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
1 – STOP ALLE CHAT DEI GENITORI. LA DECISIONE DI UN COMUNE IN PROVINCIA DI AREZZO, CHE HA CHIUSO IL GRUPPO CON GLI INSEGNANTI: GENERA STRESS E PRODUCE INFORMAZIONI DISTORTE – L’ASSESSORE ALLA SCUOLA: “L’ELEZIONE DEI RAPPRESENTANTI È L’UNICA MODALITÀ UFFICIALE PER COMUNICARE CON IL COMUNE” – SOSPIRONI DI SOLLIEVO PER TUTTI
la finta ordinanza del sindaco di desulo contro i gruppi whatsapp dei genitori
2– SCUOLA, IL SINDACO DI DESULO 'VIETA' I GRUPPI DELLE MAMME SU WHATSAPP: «SERVE PRESERVARE LA SALUTE MENTALE»
Enrico Chillè per www.leggo.it
Un'ordinanza per vietare i gruppi delle mamme su WhatsApp in vista della riapertura delle scuole. Una provocazione scherzosa, ma anche piuttosto condivisibile, quella del sindaco di Desulo (Nuoro), Gigi Littarru. Sul proprio profilo Facebook personale, il primo cittadino del piccolo centro di poco più di 2000 abitanti, ha dato un suggerimento che sta facendo impazzire il web: «Con la riapertura delle scuole, credo che un'ordinanza del genere possa servire».
Gianluigi Littarru, per tutti Gigi, ha condiviso la divertente provocazione solo sul proprio profilo personale e non sulla pagina Facebook istituzionale. «Considerato che la grande maggioranza dei cittadini ha almeno uno smartphone con WhatsApp, piattaforma utilizzata come valido strumento di comunicazione soprattutto con i gruppi.
gruppi delle mamme su whatsapp 2
Considerato che la gran parte dei genitori, soprattutto di sesso femminile (a cui si aggiungono nonne, zie e maestre), ne fa un uso massiccio e talvolta sconsiderato, soprattutto per le comunicazioni riguardanti la scuola» - si legge nel post - «Preso atto che la gran parte dei messaggi scambiati in questi cosiddetti "gruppi mamme" consiste di pettegolezzi, fake news, allarmismi, preoccupazioni eccessive, (dall’unghia incarnita al graffio sottocutaneo, dalla tinta della copertina del quaderno alla pasta stracotta della Mensa, fino ad arrivare al terra piattismo, no VAX, no TAC, no FAX noSTICAZ etc. etc.).
Tenuto conto che l'attuale incertezza in materia di riapertura delle scuole, causata dalla situazione sanitaria in atto, potrebbe causare una esplosione di messaggi ed esternazioni in grado di confondere ancora di più la cittadinanza e che la schizofrenia delle mamme potrebbe riflettersi negativamente anche sul personale docente e non docente. Constatato purtroppo che, immancabilmente, la responsabilità viene imputata al sottoscritto ("La colpa è sempre del sindaco")».
Dopo aver esposto i motivi che porterebbero alla bizzarra ma fantomatica ordinanza, il sindaco di Desulo arriva al punto: «Al fine di preservare la salute mentale degli studenti, del personale docente, dei genitori di sesso maschile, costretti a sopportare le peggiori schizofrenie, e comunque della cittadinanza tutta, ordina a mamme, zie e nonne il divieto di utilizzo degli stessi gruppi, nonché il divieto assoluto di creare nuovi cosiddetti "gruppi mamme" o analoghi.
La violazione della presente ordinanza sarà punita con il sequestro dello smartphone e con la sospensione dell'account WhatsApp fino al termine dell'anno scolastico». La finta e scherzosa ordinanza risulterebbe essere addirittura inappellabile: «Avverso il presente provvedimento non è ammesso il ricorso al TAR perché contrariamente a quanto pensino le mamme, il sindaco ha sempre ragione».
monica tonelli mamma ha abbandonato il gruppo 1
Il post del sindaco di Desulo ha scatenato furore sul web, anche se non sono mancate accuse di sessismo. «Perché se la prende solo con le mamme e non con i papà?», si legge tra i vari commenti al post e agli screenshot pubblicati su vari gruppi e pagine. Gigi Littarru, ad ogni modo, solleva un problema reale: troppo spesso, in passato, i gruppi delle mamme su WhatsApp hanno veicolato informazioni false, spesso fatte di accuse infondate e gratuite, in grado di alimentare allarmismi e conflitti.
Si pensi ad esempio a quanto accaduto negli scorsi anni: bambini autistici esclusi da recite scolastiche o espulsi da scuola tra la gioia di alcune mamme, insulti gratuiti alle direttrici scolastiche, video hot di mamme inviati nei gruppi per sbaglio, offese alle maestre e liti furiose tra mamme finite in tribunale. Senza contare le accuse tra genitori quando in classe girano i pidocchi, tutti episodi che in alcuni casi hanno portato i presidi a vietare agli insegnanti di partecipare alle chat di classe.
3 – IL SINDACO VIETA I GRUPPI WHATSAPP-MAMME; TONELLLI, SCRITTRICE-MANAGER: «BISOGNA FARGLI UN MONUMENTO»
Stefania Cigarini per www.leggo.it
LE CHAT WHATSAPP DEI GENITORI DEGLI ALUNNI
Chi è senza peccato scagli il primo Whatsapp. Gianluigi Littarru, sindaco di Desulo (Nuoro), duemila abitanti o poco più, ha vietato l’uso dei “gruppi mamme” per il nuovo anno scolastico perché fomentatore (testuale, ndr) di “pettegolezzi, fake news, allarmismi, preoccupazioni eccessive”, soprattutto ora in epoche di incertezze, vere, Covid.
Una provocazione, ovvio, perché nessuno può vietare la libera espressione, ma certo una presa di posizione che fa, o deve, far riflettere. «Ho letto l’articolo (su Leggo.it, ndr) e farei già un monumento a questo sindaco» commenta di primo acchito Monica Tonelli, manager per una multinazionale, autrice (per disperazione?) del libro “Mamma ha abbandonato il gruppo” (Book Sprint edizioni), sul suo esodo da un social scolastico Whatsapp.
«Sarà una provocazione, ma apprezzo che sia stato un uomo delle istituzioni a farla» spiega. E ricorda ancora l’affanno di aver pensato ad una tragedia - leggendo decine di messaggi drammatici del gruppo - per scoprire che una compagna di classe del figlio aveva “solo” smarrito la giacca della divisa scolastica.
«I gruppi sono uno strumento utile se usati nella maniera corretta e secondo le circostanze, non come sfogo dei singoli, genitori o docenti che siano». Difficile però stabilire chi sia - di volta in volta - vittima o carnefice.
«La comunicazione migliore resta quella in presenza, quando vedi, senti, vivi le reazioni o la personalità di chi ti sta parlando, la sua mimica, il suo tono di voce». E se proprio no reggete alla pressione del gruppo, il consiglio è quello di andarsene in net-etiquette, nel galateo del web: «Ho timore dei gruppi quando ci allontanano dalla realtà, meglio abbandonare con formule del tipo “scusate, con affetto, vorrei ma non posso».
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