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Francesco Seminara per www.lastampa.it
Si fa presto a dire pizza ‘napoletana’, o meglio si faceva, fino a ieri. Da oggi solo il prodotto conforme al disciplinare di produzione registrato con il marchio di Specialità Tradizionale Garantita (STG) potrà chiamarsi Pizza Napoletana. È questa la notizia che emerge dall’analisi del Regolamento UE 2022/2313 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L 307 di oggi 28 novembre 2022, che riporta l’iscrizione con riserva del nome Pizza Napoletana STG nel registro delle Specialità Tradizionali Garantite.
Una notizia di ampia portata che potrebbe avere un impatto sui ristoranti e le pizzerie di tutta Europa, con eventuale sanzione di tutti locali che dietro al nome Pizza Napoletana non hanno il prodotto certificato assoggettato ai controlli previsti.
La svolta per questa specialità – registrata come Pizza Napoletana STG nel 2010 – è stata la richiesta del cambio del regime di protezione da “senza riserva del nome” a “con riserva del nome” al fine di salvaguardare la registrazione del prodotto in questione dopo che è stata abolita la possibilità di registrare nomi di prodotti agricoli e alimentari come STG senza riserva d’uso del nome. Nessuno in Europa ha fatto opposizione alla richiesta pubblica lasciando via libera all’ iscrizione con riserva del nome Pizza Napoletana STG. Ma come siamo arrivati a questa decisione?
Raggiungiamo telefonicamente Mauro Rosati, Direttore di Fondazione Qualivita, che ci spiega che questo regolamento, pubblicato in data odierna, è arrivato in maniera del tutto casuale e nulla c’entra con il famoso e discusso suffisso “sovranità alimentare” del neonato ministero. La genesi ha origini lontane, dobbiamo andare al 25 novembre del 2015, giorno in cui l’allora Ministero delle Politiche Agricole inserì la tutela del nome in Gazzetta Ufficiale secondo la richiesta dell’Associazione Pizzaioli Napoletani. In data odierna l’iscrizione definitiva che regolamenta la nuova dicitura. E da domani cosa succederà?
Sicuramente una grande confusione, giacché la dicitura “napoletana” è utilizzata dalla maggior parte degli addetti ai lavori, specie quelli fuori dai confini regionali campani, con grande leggerezza. Figuriamoci fuori, nel resto d’Europa. Oggi per convenzione (sbagliata) per pizza “napoletana” s’intende quella col bordo alto, altro non è dato sapere. La legge però non ammette ignoranza e, in teoria, chi è fuori dal disciplinare, quindi senza il rispetto del disciplinare STG, andrebbe multato.
L’organismo preposto al controllo sarebbe l’ICQRF, Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari. Dobbiamo aspettarci una lotta senza quartiere in tutte le pizzerie napoletane da Aosta a Modica? Difficile prevederlo, com’è altrettanto difficile pensare che tutte queste pizzerie applichino il disciplinare, ammesso che ne conoscano l’esistenza.
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