servizio di quarta repubblica sulla comunita islamica a portomaggiore

“LA DONNA LIBERA È COME UNA PUTTANA” – BUFERA A POROMAGGIORE, IN PROVINCIA DI FERRARA, PER LE FRASI PRONUNCIATE DA UN SEDICENTE IMAM PACHISTANO DURANTE UN SERVIZIO DI “QUARTA REPUBBLICA” – LA COMUNITÀ ISLAMICA DELLA CITTÀ HA PRESO LE DISTANZE DALL’UOMO, DICENDO CHE NON È UN LEADER RELIGIOSO – IL SINDACO, DIEGO BERNARDI SE LA PRENDE CON LA TRASMISSIONE DI NICOLA PORRO: “CONDANNO FERMAMENTE LE DISGUSTOSE PAROLE DI QUEL SEDICENTE IMAM, MA ANCHE UN TIPO DI GIORNALISMO VICINO ALLA PROPAGANDA..."

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servizio di quarta repubblica sulla comunita islamica a portomaggiore

(ANSA) - È bufera a Portomaggiore, in provincia di Ferrara, dopo un servizio andato in onda lunedì sera su Rete 4 nel programma Quarta Repubblica intitolato "La provincia italiana sempre più islamica". Nel servizio, con interviste a cittadini italiani e della comunità pachistana, da un cittadino pachistano indicato come imam sono arrivate offese nei confronti delle donne "libere". Il caso, riportato oggi dalla stampa locale, Resto del Carlino e Nuova Ferrara, ha sollevato una bufera social e ha spinto il sindaco e il presidente della comunità pachistana di Portomaggiore a intervenire sulla vicenda.

dario bernardi

 

    Il primo cittadino, Dario Bernardi, in un video su Facebook ha sottolineato che aveva ben chiaro che l'integrazione fosse "una sfida complicata" quando è diventato sindaco, ma "prende le distanze" da un "tipo di giornalismo", che "nega la realtà, più vicino alla propaganda e con affermazioni false, da querela, ma non ho tempo o denaro da perdere", dice. "Condanno fermamente le disgustose parole di quel sedicente imam", aggiunge, sottolineando che il "dialogo" con la comunità "è necessario su tutti i temi" di competenza dell'amministrazione.

servizio di quarta repubblica sulla comunita islamica a portomaggiore

 

 Intervistato dalla Nuova Ferrara, Muhammad Arshad, il presidente della comunità pachistana di Portomaggiore precisa che colui che viene indicato come imam nel servizio non lo è affatto, "non è rappresentante della comunità pachistana né dal punto di vista civile né tanto meno dal punto di vista religioso. Basterebbe questo per chiudere, di fatto, il caso". "È semplicemente un cittadino pachistano presente sul nostro territorio, non ha funzioni particolari e non è portavoce della comunità".