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NEL 2025 SIAMO ANCORA A QUESTO PUNTO: O FAI LA MADRE O LAVORI - NEGLI STATI UNITI LE DONNE STANNO ABBANDONANDO IN MASSA IL LAVORO: RISPETTO ALL’ANNO SCORSO IN 600MILA HANNO MOLLATO IL LORO IMPIEGO PER RESTARE A CASA. IL MOTIVO? L’IMPOSSIBILITÀ DI CONCILIARE IL LAVORO FUORI CASA CON LA CRESCITA DI UN BIMBO PICCOLO - IN UN MONDO IN CUI LE GIOVANI FAMIGLIE NON VENGONO SUPPORTATE E PAGARE UNA BABY SITTER O UN ASILO COSTA QUANTO UNO STIPENDIO, IL GENITORE CHE GUADAGNA MENO (NORMALMENTE LA DONNA) RIMANE A CASA A CRESCERE I FIGLI - UNA INVOLUZIONE CHE CI RIPORTA INDIETRO DI UN SECOLO…
Estratto dell'articolo di Elena Tebano per www.corriere.it
Negli Stati Uniti le donne stanno abbandonando in massa il mondo del lavoro (retribuito). Almeno 455 mila hanno smesso di lavorare fuori casa solo tra gennaio e agosto di quest’anno, secondo i dati dell’Ufficio di statistica del lavoro americano (che attualmente non vengono più aggiornati, a causa della chiusura del governo americano). Il dato è ancora più alto nel confronto con l’anno scorso: 600 mila donne in meno che lavorano. La Cnn la chiama «She-cession», un gioco di parole tra recessione e «lei» («She», in inglese).[…]
«Da quasi 80 anni, da quando il Bureau of Labor Statistics americano ha iniziato a suddividere i dati per genere, almeno una cosa è certa: le donne hanno guadagnato terreno rispetto agli uomini» scrive l’Economist. «Ora qualcosa è cambiato. Sebbene la partecipazione degli uomini sia stabile, le donne stanno abbandonando la forza lavoro. Da un picco post-Covid del 57,7% nell’agosto 2024, il loro tasso di partecipazione è sceso di quasi un punto percentuale, al 56,9%, il che implica che oltre 600 mila donne hanno abbandonato il lavoro».
[…] Ma da cosa dipende?
[…]
Il rapporto di Kpmg indica un fattore decisivo: le difficoltà delle giovani madri a conciliare lavoro fuori casa e lavoro […] «Dalla fine del 2023, le donne con figli piccoli stanno abbandonando il mondo del lavoro. Quelle con un diploma universitario o superiore stanno guidando queste perdite. Nello stesso periodo, gli uomini con figli piccoli hanno aumentato la loro partecipazione alla forza lavoro», si legge nel rapporto.
«I due cali più significativi nella partecipazione alla forza lavoro si sono registrati tra le donne con una laurea o un titolo superiore o senza laurea il cui figlio più piccolo ha meno di cinque anni. Gli aumenti più significativi si sono registrati tra le donne senza laurea e senza figli, gli uomini senza laurea il cui figlio più piccolo ha tra i 5 e i 18 anni e le donne con una laurea o un titolo superiore e senza figli».
[…]
Ma perché questa regressione? I dati parlano chiaro: la crisi del lavoro retribuito delle donne è una crisi dell’assistenza all’infanzia. In altre parole, le donne americane non hanno smesso di lavorare, ma sono passate dal lavorare fuori casa con uno stipendio a lavorare a casa senza essere pagate (per risparmiare i costi per la cura dei figli). E questo dipende principalmente da due fattori:
l’assistenza all’infanzia in America è diventata molto più cara
la riduzione dello smart working, il lavoro remoto, ha reso per molte donne inconciliabile l’assistenza ai figli con il lavoro retribuito
[…] Nell’insieme tutti questi fattori hanno fatto sì che in molte famiglie al genitore che guadagna meno convenga restare a casa piuttosto che pagare qualcuno per badare ai figli in modo da poter lavorare. Quel genitore, per ragioni economiche e sociali è quasi sempre la madre. […]
La tendenza a lasciare a casa la madre è acuita ancora di più dall’ideologia dell’amministrazione Trump. Come ha scritto Jessica Grose sul New York Times, quando il governo Trump parla di lavoro, parla praticamente solo di lavoratori uomini. Non solo, l’amministrazione Trump ha tagliato i fondi del Women’s Bureau, l'agenzia del Dipartimento del Lavoro che sostiene il lavoro delle donne, definendola «un ufficio politico inefficace che è un relitto del passato».
«Gli autori del Progetto 2025 (il piano per la presa del potere della destra reazionaria, ndr) hanno accusato Women’s Bureau di perpetuare “un programma di ricerca e impegno politicizzato”» scrive Grose. La giornalista dell’American Conservative Helen Andrews, in un discorso alla National Conservatism conference diventato virale, ha persino sostenuto che l’ingresso delle donne nel lavoro in settori tradizionalmente maschili sia la vera minaccia alla civiltà occidentale e la radice di quella che la destra Maga americana ritiene l’origine di tutti i mali, la «wokeness».
«La “wokeness” non è una nuova ideologia, una conseguenza del marxismo o il risultato della disillusione post-Obama. Si tratta semplicemente di modelli di comportamento femminili applicati a istituzioni in cui fino a poco tempo fa le donne erano poche» scrive Andrews.
[…]
Visto che l’amministrazione Trump ha fatto della guerra contro la wokeness uno dei suoi principali obiettivi, dal ragionamento di Andrews discende che è in guerra anche contro il lavoro femminile. I dati dimostrano che la sta vincendo.
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