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COSI' SCOPAVANO - IL "BRITISH MUSEUM" DI LONDRA PROPONE LE SUE LEZIONI DI EDUCAZIONE SESSUALE PER LE SCOLARESCHE - UN SUCCESSO: I RAGAZZI IMPARANO GIRONZOLANDO TRA SCULTURE FALLICHE, QUADRI PORNO E REPERTI OMOSEX DI EGIZI, GRECI, GIAPPONESI E CINESI

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Enrico Franceschini per www.repubblica.it

 

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Andare a lezione in un museo non è una novità: ci sono tante cose da imparare. Ma andarci per una lezione di educazione sessuale è un'iniziativa inedita. Se a lanciarla è il British Museum, per di più, può darsi che spinga altri ad imitarlo: anche se pochi vantano una collezione sull'argomento ricca quanto il più grande, storico e visitato museo britannico.

 

L'idea è del nuovo direttore del British, Hartwig Fischer, insediato da pochi mesi e il primo tedesco al vertice di una grande istituzione culturale del Regno Unito. Qualcuno ironizzerà che non a caso la proposta non parte da un inglese. Certo farebbe inorridire i moralisti vittoriani di una volta, ma l'Inghilterra, da quei tempi, è decisamente cambiata.

 

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"Offriamo a tutte le scuole della Gran Bretagna - ha annunciato Fischer - un programma di educazione sessuale e di relazioni sessuali", nel quale gli studenti potranno partecipare a laboratori e seminari per apprendere la storia del sesso e il significato di identità sessuale attraverso i secoli, utilizzando gli oggetti del museo per analizzare problemi contemporanei.

 

Le scuole partecipanti al progetto discuteranno di erotismo e pornografia, omosessualità e bisessualità, consenso e immagine del proprio corpo, con l'aiuto di preziosi reperti storici provenienti dall'antico Egitto e dall'antica Grecia, dalla Mesopotamia e dal Giappone, dalla cultura Azteca e cinese.

 

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"È un modo per ampliare la missione civica dei musei - afferma il direttore del British - con la possibilità di affrontare argomenti difficili in uno spazio protetto. Ed è più facile parlare di sessualità nel contesto di opere d'arte che esistono da millenni, familiarizzandosi con le culture di civiltà distanti nel tempo e nello spazio".

 

La proposta di Fischer è stata accolta con interesse dalle autorità scolastiche e ha ricevuto immediato sostegno anche da Tristam Hunt, l'ex-deputato laburista diventato recentemente il nuovo direttore del Victoria & Albert Museum, che adotterà iniziative analoghe con la propria collezione.

 

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Tra i pezzi della collezione del British Museum che verranno usati per i corsi di educazione sessuale, scrive il Times di Londra, ci saranno la Warren Cup, una coppa dell'era Romana che il museo ha acquisito per 1 milione e 800 mila sterline, messa al bando da un'esibizione negli Stati Uniti per le immagini esplicite che contiene;

 

la Ain Sakhri, una scultura trovata in una grotta del deserto della Giudea che risale a 11 mila anni fa, considerata la più antica rappresentazione di un rapporto sessuale; opere della mostra 'Shunga: sex and pleasure in Japanese art', tra cui sacerdoti buddisti che seducono novizi, donne che si procurano piacere reciprocamente e coppie con un apparato genitale esageratamente grande, oltre a una scatola di antichi articoli per il piacere femminile, anche questa proveniente dal Giappone. Il tipo di oggetti che i ragazzini portati dai genitori al British per vedere la stele di Rosetta generalmente non vedono.

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