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“QUI VIGE IL REGIME, LA DEMOCRAZIA MI FA SCHIFO: SE NON VI PIACE, ME NE FREGO!” - AVVIENE A “PUNTA CANNA” LA SPIAGGIA FASCISTA DI CHIOGGIA, DOVE IL TITOLARE, GIANNI SCARPA, ESALTA PUBBLICAMENTE IL DUCE E FA PROPAGANDA TRA I BAGNANTI DEL LIDO

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1 - "CHIUDETE IL LIDO FASCISTA" E LA POLIZIA DENUNCIA IL GESTORE DELLA SPIAGGIA

Paolo Berizzi per “la Repubblica”

chioggia spiaggia fascistachioggia spiaggia fascista

 

Dai saluti romani e gli inni al regime, agli agenti della Digos tra gli ombrelloni. Dai comizi nostalgici e i cartelli con le immagini di Mussolini, alla polizia scientifica sull' arenile. È bufera sul caso di "Punta Canna", la spiaggia fascista di Chioggia il cui titolare, Gianni Scarpa, esalta pubblicamente il Duce e fa propaganda in mezzo a centinaia di bagnanti del lido («qui vige il regime, la democrazia mi fa schifo, se non vi piace me ne frego!»).

 

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Dopo la denuncia di "Repubblica", ieri questura e prefettura di Venezia si sono attivate sulla vicenda: Scarpa è stato denunciato per apologia di fascismo, la Procura della Repubblica di Venezia aprirà un fascicolo ed è probabile che all' imprenditore - su questo punto il pallino è in mano al Comune di Chioggia - verrà revocata la concessione della spiaggia.

 

Ma andiamo con ordine. Ieri mattina il questore, Vito Danilo Gagliardi, che ha definito il caso «raccapricciante», ha inviato a "Playa Punta Canna" i poliziotti della Digos e della scientifica per verificare la situazione e capire da quanto tempo e con quali modalità va avanti la singolare "politicizzazione estremista" dello stabilimento balneare: un lido posto tra le ultime dune di Sottomarina, verso la foce del Brenta, frequentato ogni giorno da oltre 650 clienti.

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Gli agenti della questura hanno acquisito anche gli audio e le immagini pubblicate dal nostro giornale. In una registrazione si sente Scarpa che intrattiene i bagnanti con un discorso amplificato dalle casse in spiaggia: «A me la democrazia mi fa schifo... Io sono totalmente antidemocratico e sono per il regime. Ma non potendolo esercitare fuori da casa mia, lo esercito a casa mia. A casa mia si vive in totale regime... ». Poi, dopo un'intemerata contro Papa Francesco («lo rimandiamo a Buenos Aires con un ponte, visto che non vuole costruire i muri»), l' attacco ai tossicodipendenti («li sterminerei tutti") e al «50% della popolazione mondiale che è merda e qui dentro non entra».

 

Parole choc gridate in un luogo pubblico (la spiaggia è in concessione ma resta demaniale), un posto arredato con cartelli che esaltano la "legge del fucile", l'"uso del manganello sui denti" e le "camere a gas". «Storia sconcertante - commenta Noemi Di Segni, presidente delle comunità ebraiche italiane - Vi ringrazio per avere portato alla luce e denunciato questa vicenda, ma è preoccupante che lo debba fare il giornalismo e non le autorità, le istituzioni, la politica. Troppo spesso assenti. Dove sono, mi chiedo?».

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Torniamo a Scarpa. Con i suoi inni a Mussolini, le foto dei saluti romani e i "me ne frego", con i suoi comizi balneari che incitano alla violenza e alla discriminazione, il titolare di "Punta Canna" sfida due leggi del nostro ordinamento: la legge Scelba (che vieta l' apologia di fascismo) e la legge Mancino (sull' odio e la discriminazione razziale). «Il caso Chioggia è uno scandalo sul quale chiederemo al governo di riferire in aula», attacca Lele Fiano, deputato Pd.

 

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La storia di "Punta Canna" ha suscitato indignazione sul web, nella politica (la presidente della Camera Laura Boldrini se ne è occupata personalmente) e tra le associazioni antifasciste. «È sconvolgente che ci sia stata tolleranza su quanto accadeva in un lido molto conosciuto e frequentato - dice Diego Collovini dell' Anpi veneto - Penso anche a chi ha concesso la spiaggia a questo signore».

 

Le concessioni demaniali passano dal Comune. «Stiamo approfondendo per capire che cosa sia accaduto - assicura il vicesindaco di Chioggia, con delega al Demanio, Marco Veronese - Ci sono due temi: uno è quello della concessione, e ci siamo attivati. L' altro è penale: se è stato commesso un reato, va punito».

 

gianni scarpagianni scarpa

Va giù duro il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: «Porteremo la vicenda in Parlamento perché non è possibile che tutto sia avvenuto senza che nessuna autorità si sia accorta di nulla, e solo dopo l' inchiesta giornalistica di Repubblica qualcosa si sia mosso. Vogliamo che sia fatta chiarezza e che la concessione demaniale sia ritirata».

 

Interrogazioni urgenti al ministro degli Interni, Marco Minniti, sono annunciate anche da Antonio Misiani del Pd, che parla di «vergogna intollerabile » («la spiaggia va chiusa, la simbologia nazifascista non è folklore»), e dalla senatrice di Articolo 1 Lucrezia Ricchiuti («continuo a denunciare il riorganizzarsi di gruppi neonazifascisti, spero che il ministro questa volta si attivi»).

 

2 - MA QUALE CAMERATA

Francesco Furlan per “la Repubblica”

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Gianni Scarpa, 64 anni, detto il "pirata" per la bandana che sulla spiaggia lo rende subito riconoscibile, non si capacita del clamore. Su di lui già cinque anni fa si accesero le telecamere per un cartello che vietava l'ingresso ai bambini: «Zona inadeguata per bambini e buzzurri». Con chi chiedeva spiegazioni si giustificò: «Nessuna discriminazione, solo un avvertimento. La spiaggia non offre nulla ai più piccoli». Oggi la sua "Playa Punta Canna" è diventata per tutta Italia la spiaggia fascista. «Fascista io? Ma quando mai».

 

Ha l'ufficio pieno di poster di Mussolini e cimeli del ventennio ma non è fascista?

«Non sono né di destra né di sinistra e le mie idee sono un po' a destra e un po' a sinistra».

 

E le foto, e i cartelli con le citazioni?

«Mi piacciono l'ordine e la disciplina. Le persone ospiti di questo stabilimento si devono comportare bene, chi ci viene lo sa».

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L'ordine e la disciplina di Mussolini?

«Un social liberale che ha fatto molto per l' Italia anche se ha commesso l' errore di portarci in guerra, costretto da Hitler. In molti in questa spiaggia la pensano come me. A qualcuno non va bene? Faccia a meno di venire. A casa mia le regole le faccio io, è da 22 anni che gestisco questo bagno, questa zona prima era un ricovero di tossici».

 

C'è un cartello che indica la toilette per lui, lei, gay e lesbiche.

«Io amo i gay e le lesbiche e ho un sacco di clienti così. Anche loro sanno che devono comportarsi bene».

 

Ma non si rende conto che questa spiaggia è un oltraggio alla memoria delle vittime della Shoah? Ci sono i cartelli delle camere a gas.

«Non ho niente contro gli ebrei, sono da ammirare perché sono più bravi negli affari. Ho qualche problema con i Rom perché non è giusto educare i bambini ad andare a rubare».

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Con chi ce l'ha nei discorsi che fa dalla torretta?

«Con i politici che rubano i soldi pubblici, con quelli che hanno mandato in malora le nostre banche truffando i risparmiatori».

 

E ora che farà?

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«Vado avanti, me ne frego».

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