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“LO YACHT? E’ UN AVATAR DEL CLIENTE” - BASTA GRANDI CASE ACQUATICHE, LA BARCA GIUSTA E’ QUELLA SU MISURA - LE NUOVE FRONTIERE DEL DESIGN: “NON SI PUÒ PRETENDERE DI PRENDERE UN APPARTAMENTO DI 10 PIANI E METTERLO SU UNO SCAFO”

Alessio Ribaudo per il “Corriere della Sera”

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Il presente e il futuro del design applicato alla nautica da diporto si confronterà oggi al Politecnico di Milano all'«Italian yacht design conference», organizzata dall' Associazione progettisti nautica da diporto (As.Pro.Na.Di) e dal master in yacht design (Myd) dell' ateneo lombardo.

 

Un punto sui rapporti tra studi di design e committenza cercando di indagare il peso dell' innovazione. Tra i tanti protagonisti ci saranno Chris Bangle, già direttore del design del gruppo Bmw e ora impegnato con Sanlorenzo, e Luca Bassani, inventore del marchio Wally.
 

«Il design italiano nella nautica da diporto - dice Giovanni Ceccarelli, presidente di AsProNaDi - è un valore aggiunto riconosciuto anche all’estero».
 

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Un' eco dimostrata dagli iscritti al master. «Abbiamo studenti da tutto il mondo - spiega il direttore Andrea Ratti - e siamo convinti che una formazione di qualità sia alla base della crescita del settore». La tavola rotonda arriva in un momento in cui il settore nautico da diporto è in fase di rilancio. «Stiamo ripartendo - prosegue Ceccarelli - dopo lo stallo avuto nel 2011 soprattutto nella cantieristica minore che ha un bacino di utenza nazionale. Ora stiamo svoltando grazie anche al nostro design».
 

Uno che ha stravolto tutti i «tradizionali» canoni dello yachting classico è Luca Bassani, ideatore e fondatore di Wally. «Il prodotto è alla base dell' offerta - spiega il padre di alcuni degli yacht più ammirati del mondo - ma vedo due categorie di designer: quelli che tratteggiano delle linee belle e basta e altri che migliorano il prodotto con nuovi materiali e tecnologie creando nuovi stili».
 

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Tendenze che si vedono sempre più nei porti. «Negli ultimi 20 anni è aumentata la quantità e la qualità dei clienti che iniziano ad avere cultura marinara - prosegue - e non chiedono "solo" più letti e più quadri. Oggi, c' è un dialogo intenso con il cliente per capire quali siano le reali esigenze così da realizzare barche tagliate per loro».

 

Clienti che sono sempre più informati. «Per questo non bisogna pensare solo alla forma ma a questa in funzione della velocità, comodità e maneggevolezza - conclude -. In futuro si ricercheranno prodotti per vivere di più e meglio il mare. Con buona pace dell' aumento della dimensione a tutti i costi».
 

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Un' idea che rispecchia quella di Chris Bangle, l' americano che per 17 anni ha disegnato le auto del gruppo Bmw ma che ora usa la sua matita pure nel settore nautico. «La lezione del car design che mi porto dentro è proprio quella di emozionare i clienti facendoli identificare con il loro acquisto per carattere e personalità - spiega -. Bisogna creare una sorta di avatar capendo chi usa davvero l' oggetto finale.

 

Ci sono grandi barche che sembrano grandi auto fuori scala perché i designer si concentrano solo sulle linee senza capire perché sono disegnate. Il risultato è ridicolo. Così come non si può pretendere di prendere un appartamento di 10 piani e metterlo su uno scafo».
 

Bangle traccia la via. «Bisogna calare l' innovazione nel contesto ottimizzando il compromesso fra uso e design avendo chiaro che le limitazioni sono solo nel nostro cervello e non nei materiali. Innovare non vuole dire reinventare o fare chissà che cosa. Forse non si osa abbastanza con l' immaginazione? Nulla è impossibile».

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