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andrea loris stival e la mamma
1. IL CERCHIO DEI DUBBI SI STRINGE SULLA MADRE
Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”
Un mazzo di fascette consegnato alla maestra di suo figlio. «Ve le restituisco, sono quelle che servivano per le lezioni di scienze» ha detto Veronica all’insegnante. Ma a scuola i bambini non hanno mai lavorato con quelle strisce di plastica, né per le ore di scienze né per ricerche o compiti di altro genere. E la maestra, per quanto trovasse strano l’episodio, ha fatto finta di nulla, le ha prese e subito dopo le ha consegnate alla polizia.
veronica panarello stival con uno dei figli
È stato il giorno in cui è andata a casa di Veronica per le condoglianze e certo salta agli occhi, adesso, quell’informazione accanto al dato aggiornato dell’autopsia secondo il quale Loris non è morto, come si è creduto in un primo momento, strangolato con una sola mano che sembrava aver lasciato segni sul suo collo.
davide e veronica stival genitori del piccolo andrea loris
Gli accertamenti eseguiti ieri da un nuovo medico legale dicono invece che l’«arma» del delitto potrebbe essere una fascetta da elettricista. Uno di quel lacci plastificati che una volta stretti non si possono più riaprire se non tagliandoli. Se questa versione fosse quella reale si spiegherebbe il segno verticale sul collo (una sorta di graffio) che si ipotizza sia stato lasciato da un paio di forbici. Non a caso fra i tanti oggetti sequestrati a casa di Veronica c’è anche un paio di forbici sulle quali si faranno accertamenti per studiare la compatibilità con i segni sul collo e per rintracciare eventuali residui biologici.
veronica panarello mamma di loris stival
Di quest’ipotetica fascetta usata per strangolare Loris per ora non c’è traccia da nessuna parte, nemmeno nel mazzo consegnato da Veronica alla maestra. La madre del bambino continua a essere sospettata ma non indagata e mentre il suo avvocato, Francesco Villardita, ripete che «siamo tranquilli, lei ha portato il bimbo a scuola», in Procura incrociano dati e deposizioni e mettono a fuoco contraddizioni evidenti fra un verbale e l’altro. Racconti con discrepanze macroscopiche che è difficile leggere come il frutto di un momento di confusione.
la scientifica entra a casa di andrea loris stival
Veronica viene sentita da polizia e carabinieri due volte: alle 20.30 di sabato 29 novembre, quattro ore dopo il ritrovamento di Loris nel fosso di Mulino Vecchio, e domenica 30, nel pomeriggio. «Come al solito — mette a verbale il 29 novembre — ho provveduto ad accompagnare mio figlio a scuola, ma siccome eravamo in ritardo e c’era traffico ho lasciato Loris a circa 500 metri dalla scuola». Il giorno dopo quei 500 metri si riducono: «Mi sono fermata a poche decine di metri dall’ingresso della scuola, dove ho fatto scendere Loris». Il quale però, secondo la ricostruzione degli inquirenti, non è mai salito in macchina con lei per andare a scuola.
santa croce di camerina loris stival
Versioni diverse che sono accomunate da una sola deduzione: Veronica mente. E quel giorno ha fatto cose che chi indaga definisce «non logiche». Come rivolgersi ai vigili urbani invece che alle maestre quando ha realizzato che suo figlio non è uscito da scuola con gli altri bambini. Lei racconta quei minuti in due modi: prima dice che ha parlato con i compagni di classe e le maestre (cosa che non risulterebbe), poi le maestre scompaiono: «Dopo aver parcheggiato nei pressi della scuola mi reco al cancello... assalita dal panico ho cercato aiuto nei vigili urbani, ho chiamato mio suocero, ho chiesto ai bambini e poi ho chiamato il 112».
E poi c’è la storia del sacchetto dei rifiuti buttato via a un chilometro dal luogo del ritrovamento del bimbo e in un punto lontano da casa. Nel primo verbale lei non ne parla, nel secondo lo cita dicendo di averlo gettato dove ci sono dei cassonetti. Ma le immagini registrano lei che lo butta per strada. E poi perché così lontano? Quando glielo chiedono risponde con una versione ritenuta abbastanza inverosimile: dall’altra parte ci sono «i romeni che rubano i sacchetti».
il ritrovamento di andrea loris stival foto lapresse 6
Su un particolare gli inquirenti le credono: il fatto che Loris non volesse andare a scuola la mattina del giorno in cui è morto, perché questo spiegherebbe la discussione col piccolo, pare in parte registrata dalla telecamera vicina a casa. «Quel giorno Loris non voleva andare a scuola ma voleva venire con me» dice Veronica. «Mio figlio — spiega il 29 novembre — non andava volentieri a scuola perché diceva che lo prendevano in giro. Da una settimana era più nervoso del solito e aveva manifestato l’intenzione di non andarci più».
LO SLIP TROVATO A SANTA CROCE DI CAMERINA E COMPATIBILE CON QUELLO DI LORIS STIVAL
2. IL GIALLO DEL PICCOLO LORIS - IL BAMBINO STRANGOLATO CON UN LACCIO - LE 3 CONTRADDIZIONI DELLA MAMMA
Francesco Viviano per “la Repubblica”
Il nome di chi ha ucciso il piccolo Loris Stival, otto anni appena, potrebbe essere rivelato proprio dal suo cadavere, dalle sue mani, dai reperti che i medici legali ed i biologi dello Sco della polizia e dei carabinieri del reparto Crimini violenti del Ros, hanno prelevato sotto le sue unghie. Da quelle tracce si potrebbe ottenere il Dna di chi lo ha strangolato tra le 9 e le 10 del mattino di sabato scorso buttando poi il suo corpo in un canalone a quattro chilometri del paese di Santa Croce Camerina, vicino al “Vecchio Mulino”.
È una speranza, quella degli inquirenti, che però ci puntano molto. Sono convinti che quando è stato strangolato, probabilmente con un laccio o una fascetta di plastica di quelle usate dagli elettricisti o nell’edilizia, Loris abbia avuto una reazione istintiva tentando di difendersi e quindi abbia graffiato il suo assassino. Dei graffi, di sicuro, sono stati rilevati sul suo collo.
il ritrovamento di andrea loris stival foto lapresse 5
A fornire questi nuovi spunti sono stati gli esami autoptici, più precisi rispetto a quelli della prima ora, e che non sono ancora terminati. Una dilatazione dei tempi che non ha mancato di suscitare polemiche. «È incredibile che un’autopsia duri sei giorni — dice un medico legale di lungo corso — Qualcosa non ha sicuramente funzionato, c’è stato qualche ritardo che ha reso più difficili le indagini».
il ritrovamento di andrea loris stival foto lapresse 1
Il Dna, dunque. Potrebbe essere questo il tassello decisivo per risolvere il caso. «È chiaro che le analisi potrebbero rivelare tracce della madre che non sono significative, ma se escludiamo queste e ne troviamo altre di estranei — dice chi indaga — allora potremmo forse avere un nome ed cognome dell’assassino ».
il ritrovamento di andrea loris stival foto lapresse 3
A casa dei genitori di Loris, durante il sopralluogo dell’altro ieri, sono state sequestrate anche forbici, lacci e fili elettrici per essere comparati con i segni dello strangolamento rilevati sul collo del bambino.
E risulta che poco prima, la stessa madre di Loris abbia consegnato alla maestra del bambino, che era andata a trovarla per farle le condoglianze, delle fascette di plastica usate dal bimbo per un compito di scienze: «Non sono nostre, vorrei che le riprendesse lei». Anche a casa del “cacciatore” Orazio Fidone, l’uomo che ha ritrovato il cadavere del bambino, è stata compiuta la stessa operazione.
Ieri per la mamma del piccolo Loris è stata un’altra giornata tormentata. È stata prelevata nel primo pomeriggio da casa sua nel centro di Santa Croce Camerina ed insieme a poliziotti e carabinieri ha ripercorso tutti gli spostamenti di sabato scorso. Da casa sua alla scuola e da qui nuovamente a casa e poi fino al ristorante di Donnafugata dove Veronica Panarello frequenta un corso di cucina. Obiettivo: fare una comparazione tra le dichiarazioni rese dalla donna, ritenute contrastanti da chi indaga, con quanto rivelato dalle telecamere che hanno registrato i suoi spostamenti in paese.
il ritrovamento di andrea loris stival
Al termine di questo giro la mamma di Loris è stata portata in questura dov’è uscita poco dopo le 20 di ieri sera tornando a casa accompagnata dal marito e dal suo avvocato. Ma dovrà ritornare ancora in questura perché gli inquirenti ritengono che la donna non ha raccontato tutta la verità.
Dai verbali delle sue deposizioni rese la prima sabato sera e la seconda domenica, emergono almeno tre incongruenze (vedi specchietto sopra): sul luogo in cui ha lasciato Loris la mattina, sui tempi dei suoi spostamenti verso il corso di cucina al quale è andata dopo, e su quello che ha fatto quando si è accorta che il figlio non era a scuola.
il ritrovamento di andrea loris stival
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