DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E…
Giampiero Martinotti per "la Repubblica"
I santuari e la grotta offrono una visione «apocalittica»: l'aggettivo utilizzato da un impiegato dei luoghi sacri di Lourdes può essere esagerato, ma fotografa la gravità delle inondazioni che hanno colpito la Francia sud-occidentale e in particolare proprio la città di Bernadette Soubirous.
Almeno cinquanta centimetri di fango, che in certi punti arriva a un metro e mezzo, ricoprono le zone che accolgono i pellegrini; i due principali edifici religiosi - Sainte-Bernadette, che può accogliere 5 mila fedeli, e la grande chiesa dedicata a Pio X, che può riceverne ben 25 mila - sono "devastate".
La stagione estiva è ormai compromessa e le autorità religiose non nascondono il loro smarrimento: allo stato attuale dei fatti, è impossibile dire quando potranno riaprire i 50 ettari in cui si trovano 22 luoghi di culto, le piscine per i malati e la celebre grotta in cui Bernadette vide la Madonna, secondo la tradizione cattolica, nel 1858. Il Gave de Pau, che ieri è rientrato nel suo letto, è straripato con una violenza raramente vista in passato, tanto che qualcuno parla di un'alluvione ancor più grave di quella, storica, del 1937.
La basilica sotterranea è coperta da ben tre metri d'acqua, sulla superficie galleggiano i banchi su cui s'inginocchiano ogni anno milioni di pellegrini, l'asfalto ha ceduto sotto la pressione dell'acqua e una parte delle fondamenta di Sainte-Bernadette è adesso a cielo aperto. Una devastazione che compromette la stagione estiva: «Onestamente, siamo obbligati a chiederci se i santuari potranno riaprire», ha detto il portavoce della diocesi.
Secondo le prime indicazioni, i pellegrini che arrivano individualmente potranno forse accedere, fra qualche giorno, alla grotta e agli edifici risparmiati dalla furia delle acque. I pellegrinaggi collettivi, quelli di centinaia di migliaia di persone che arrivano in treno da tutta Europa, potrebbero essere cancellati. Nell'ottobre scorso, il maltempo aveva già danneggiato i santuari e i costi erano stati stimati a 1,3 milioni.
Stavolta è molto peggio: i danni sono «colossali», dicono le autorità religiose, il sindaco della città parla di decine di milioni. Anche molti alberghi sono stati invasi dalle acque. Lourdes è un centro religioso e anche una delle maggiori stazioni turistiche transalpine, seconda solo a Parigi per il numero degli alberghi (ben 150). I 52 ettari del santuario, proprietà della diocesi di Tarbes e Lourdes, hanno un bilancio annuale di 30 milioni di euro, di cui tre quarti provenienti dalle offerte dei pellegrini, e danno lavoro a 300 lavoratori fissi e a cento stagionali.
La gravità delle intemperie ha spinto François Hollande ad andare ieri pomeriggio prima in uno dei paesi più colpiti, Saint-Béat ai piedi dei Pirenei, e poi a Lourdes: «Lo Stato è presente e solidale, sono vicino a chi soffre», ha detto il capo dello Stato. Il governo annuncerà rapidamente lo stato di catastrofe naturale per stanziare immediatamente i primi fondi per le zone colpite: i danni per le sole colture agricole sono stati valutati attorno ai 500 milioni di euro.
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