DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Ilaria Sacchettoni per www.corriere.it
«Ma il Principe chi, Matteo?» è la domanda rivolta da un amico al boss della criminalità emergente Elvis Demce. Si parla di Matteo Costacurta e subito affiorano precedenti e pedigree nobiliare. Perché Costacurta (noto nell’ambiente con l’altro nomignolo di San Pietro) non è un personaggio secondario. E il suo coinvolgimento nel tentato omicidio del piccolo pregiudicato Alessio Marzani è solo un altro fotogramma della sua lunga carriera nel mondo della criminalità.
Già accusato di associazione per delinquere, lesioni aggravate, rapina, Costacurta compare tra le carte di Mafia Capitale con frequentazioni nell’ambiente della destra estrema di Massimo Carminati. Investigazioni approfondite lo collocano vicino a Luigi Ciavardini, l’ex Nar condannato come esecutore materiale della strage di Bologna. Ma non disdegna il rapporto con il narcotrafficante ucciso, Fabrizio Piscitelli «Diabolik».
Costacurta, sposato con una giovane all’apparenza estranea al portato criminale del proprio ambiente («Quella tutta bellina, occhi azzurri, cioè tipo una nobile» sottolinea il solito amico di Demce), gestisce anche un bed and breakfast a Borgo Pio, vicino al Vaticano.
Non manca di strizzare l’occhio all’aristocrazia più tradizionalmente devota agli sport scelti, al punto da risultare titolare della Roma-Polo Club, società dilettantistica dedicata allo sport a cavallo. Figlio unico del veneto Domenico Costacurta e di «donna» Maria Luisa Occhi Ortega, viene reclutato per sparare allo scomodo Marzani alla cifra di 20mila euro. L’agguato andrà a vuoto per un soffio ma cementerà l’amicizia con Demce.
Proprio quest’ultimo è già in carcere per traffico internazionale di stupefacenti con il peso dell’aggravante mafiosa e deve rispondere anche del progetto di uccidere il magistrato Francesco Cascini che indagava su di lui per un altro omicidio. Le indagini condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Ostia hanno permesso di far affiorare il contesto criminale nel quale è maturato l’ultimo progetto. «Ma che stai a di’ quello era un fuori de testa... Fa le rivoluzioni. Un folle!» diceva l’amico di Demce. Lui, Matteo Costacurta, però sembra avere chiari i propri obiettivi.
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