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CI MANCAVA LA MAESTRA CON LA TUBERCOLOSI "NASCOSTA": IL BATTERIO SI RISVEGLIA DOPO 30 ANNI, 9 MALATI A SCUOLA E 36 CONTAGIATI – E’ SUCCESSO A MOTTA DI LIVENZA, VICINO TREVISO – L’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’: “CASO ECCEZIONALE" - I GENITORI SI CHIEDONO PERCHE' LA MAESTRA QUANDO HA INIZIATO A MOSTRARE I PRIMI SEGNI DI INFEZIONE ABBIA CONTINUATO AD ANDARE A SCUOLA INVECE CHE CURARSI
Carlo Cecino per corriere.it
Il batterio della tubercolosi è rimasto nascosto per quasi trent’anni. Sopito nel corpo di una maestra di una scuola elementare di Motta di Livenza, comune vicino Treviso. Il 5 marzo scorso ha rivelato la sua faccia più brutta all’improvviso: l’Usl trevigiana ha dovuto organizzare una task force e lanciare l’allarme. In pochi giorni, dopo che la maestra e un suo alunno sono finiti in ospedale con tosse e febbre altissima, si sono ammalati uno dopo l’altro altri sette piccoli pazienti e una seconda maestra, tutti colpiti da una forma acuta di tubercolosi.
Per contenere l’epidemia il Servizio d’igiene e sanità pubblica di Treviso ha eseguito controlli su quasi ottocento persone tra alunni, personale docente, genitori e perfino i cinque scrutatori del seggio che in quell’istituto avevano seguito le elezioni l’anno scorso. I risultati dei controlli (il cosiddetto test di Mantoux) sono stati eclatanti: dieci malati di tubercolosi e trentasei persone positive al contagio.
I contagi
Il caso è andato via via crescendo tanto che l’Usl trevigiana ha prima inviato uno psicologo a scuola per tranquillizzare insegnanti e genitori e poi ha chiesto anche l’intervento dell’Istituto superiore di sanità. Non è infrequente che il bacillo di Koch, il vettore della tubercolosi, resti latente così a lungo in un paziente senza lasciar trapelare i sintomi della malattia.
È rimasto silente negli anni fino a che a un certo punto, forse a causa di un’influenza o di un’infezione che ha abbassato le difese immunitarie della maestra, è venuto allo scoperto riuscendo a contagiare quasi tutta la classe dove insegnava. Di 22 alunni, 21 sono risultati positivi ai controlli (di loro, quattro hanno sviluppato la malattia e sono stati trattati con una terapia multifarmacologica, per gli altri è stata sufficiente la profilassi). Nella classe dove la maestra faceva supplenza i numeri sono stati inferiori ma anche là ci sono stati dei contagi.
La tubercolosi contagia il 50% delle persone
«La tubercolosi, anche nei casi di focolai intensi, contagia il 50% delle persone — dice Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità intervenuto ieri alla scuola di Motta di Livenza —. Nella classe della maestra la percentuale di contagiati è il 95%. È un evento straordinario che dovrà essere studiato a livello nazionale con il ministero della Salute». Circa 400 i genitori e gli insegnanti che ieri hanno partecipato all’incontro con il rappresentante del ministero. Per ascoltare le spiegazioni tecnico sanitarie e soprattutto capire cosa sia stato fatto per limitare il contagio.
Le richieste dei genitori
In molti hanno infatti chiesto pubblicamente perché quando la maestra di italiano ha iniziato a mostrare i primi sintomi di infezione, già a novembre con una prima bronchite, abbia continuato ad andare a scuola piuttosto che curarsi. Un gesto letto da alcuni genitori come un atto di amore per il suo lavoro: sembra che la donna temesse di avere un male incurabile e volesse restare con i suoi alunni il più a lungo possibile. «Attualmente abbiamo spento i vari focolai e la situazione è ritornata sotto controllo — conclude il dottor Sandro Cinquetti, direttore del Servizio d’igiene e sanità pubblica di Treviso —. Un episodio simile non l’avevamo mai visto. Rifaremo i test il 20 maggio per escludere ripercussioni». Il sospetto, è che i numeri siano destinati a lievitare perché la finestra d’incubazione della malattia è ancora aperta.
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