COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Simone Canettieri per “il Messaggero”
La chiusura del padrone di casa è alta e bassa, davanti a una sala che non si è mai riempita per tutta la giornata. Segno dei tempi. «Siamo come il capitano di Kirkegaard che deve decidere se muovere battaglia, ma intanto la nave procede e se noi non decidiamo in che modo usare la tecnologia, la nave comunque va avanti e saranno gli altri a decidere la battaglia».
davide casaleggio e luigi di maio a sum #03
Poi Davide Casaleggio diventa pop (o almeno ci prova) e tira fuori la metafora dei Giochi senza frontiere che gli raccontava il padre, Gianroberto, per la cui memoria si fa da tre anni questo Sum all' Officina H dell' Olivetti. E quindi il grande capo di Rousseau dice che la tecnica deve mettere al centro l' uomo, senza farsi distrarre dai sacchi che arrivano. Finisce così con una cena per gli iscritti dell' associazione, la terza edizione di un evento che per la prima volta è sottotono.
LE ASSENZE
Mancano le grandi imprese e le lobby, in questa che nasce come una Cernobbio grillina ma che finisce per specchiarsi nella flessione pentastellata. Al contrario dello scorso anno, quando, di questi tempi, l' aria di governo pervadeva un po' tutti i grandi portatori di interesse (da Italgas all' asse delle imprese del Nord capitanato da Massimo Colomban e Arturo Artom). Ora c' è la consapevolezza che il player dell' esecutivo non si trovi qui, ma nella Lega. E dunque l' attenzione evapora.
Al momento del brindisi manca anche Luigi Di Maio, che ha assistito a tutti i panel, salvo andarsene in serata verso Milano. Anche la delegazione ministeriale è ridotta: Giulia Grillo e Alberto Bonisoli. Battuta dei maligni grillini che stazionano al bar: «Ti credo, sono i ministri a rischio, devono farsi vedere».
Stop. Si vedono poi i sottosegretari più in auge: Laura Castelli, Stefano Buffagni, Manlio Di Stefano, Mattia Fantinati, Vito Crimi. Il vero forfait è quello dei parlamentari: su 330 qui se ne sono contati sì e no una decina. Una ridotta di fedelissimi: Stefano Patuanelli ed Emilio Carelli. Poi Gianluigi Paragone, Alberto Airola e Luca Carabetta per vicinanza territoriale. E gli altri? Nisba. Ancora più rumorosa l' assenza degli europarlamentari.
L' unico è Fabio Massimo Castaldo, vicepresidente dell' assemblea. Ma questa è un' altra storia da raccontare. Perché dietro le quinte c' è grossa agitazione per la faccenda dei capilista esterni che Di Maio vuole piazzare «per stupire tutti». Una mossa alla Renzi del 2014. Con quasi tutte donne, appunto.
L' unica eccezione dovrebbe essere rappresentata da Guido Montanari, assessore all' urbanistica nel Comune di Torino e vice di Chiara Appendino. Non a caso, prima di arrivare a Ivrea Di Maio ha comunicato la decisione alla sindaca che, raccontano, non l' ha presa proprio benissimo. Ma come Garibaldi a Teano alla fine ha detto «obbedisco».
LE CASELLE
Se la circoscrizione del Nord-Ovest è coperta, il problema è quella opposta. Serve una donna forte nel Veneto. E al momento non c' è. Nelle isole il problema dovrebbe essere stato risolto invece con Chiara Cocchiara, l' ingegnere aerospaziale di Gela, inserita da Forbes tra i trentenni più influenti nel mondo.
C' è maretta. Soprattutto tra gli europarlamentari uscenti. Un big come Ignazio Corrao, capo delegazione a Strasburgo, all' idea di essere scalzato da un esterno ha minacciato nei giorni scorsi anche di ritirare la candidatura. C' è poi il nodo Centro-Italia dove, visto che il collegio ruota intorno a Roma, si sta cercando di capire come rapportarsi con il Campidoglio. Scegliere una figura che dica a Roma abbiamo lavorato bene è complicato.
zdenek zeman francesco cancellato sum #03
Martedì Casaleggio sarà a Bruxelles per un evento sulla democrazia digitale, intanto è pronto a chiedere un accesso agli atti al Garante per vedere come si è comportato quando il Pd è finito nei guai per la privacy dopo gli attacchi informatici (i casi citati sono quelli del circolo dem Firenze quando uscì in rete, tra l' altro, il numero di telefono di Renzi).
Alla fine si è parlato anche qui di sovranismo, ma digitale. E la più applaudita oltre a Zeman è stata l' assessore all' innovazione di Barcellona, la romana Francesca Bria. Tutto molto serio e anche un po' mogio. Certo, non c' era Beppe Grillo a tirare su gli animi. «La Lega ci logora, io ve lo dico da sempre», è il messaggio recapitato a Ivrea.
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