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È SALTATO IL BENKO! – IL MAGNATE AUSTRIACO, RENÉ BENKO, È STATO CONDANNATO A DUE ANNI DI RECLUSIONE DALLA CORTE D'ASSISE DI INNSBRUCK PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA – LA SENTENZA È ARRIVATA NELL'AMBITO DEL PRIMO FILONE SUL MEGA CRACK DEL GRUPPO “SIGNA”. IL TRIBUNALE HA CONTESTATO AL 48ENNE UNA DONAZIONE ALLA MADRE DI 300 MILA EURO, PER SOTTRARRE IL DENARO AL FALLIMENTO AZIENDALE – BENKO È SOTTO INCHIESTA ANCHE A TRENTO PER UNA SERIE DI OPERAZIONI IMMOBILIARI NEL NORD ITALIA…

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Rene Benko

(ANSA) - BOLZANO, 15 OTT - L'ex magnate austriaco René Benko è stato condannato a due anni di reclusione dalla Corte d'Assise di Innsbruck per bancarotta fraudolenta nell'ambito del primo filone sul mega crack del gruppo Signa. Il Tribunale ha contestato al 48enne una donazione di 300.000 euro alla madre, mentre l'ha assolto dall'accusa di aver sottratto alla massa fallimentare altri 360.000 euro tramite affitti per una villa nel capoluogo tirolese.

 

Benko all'apice del suo successo - secondo la stampa austriaca - vantava un patrimonio di quasi 5 miliardi di euro.

 

Rene Benko

Benko è sotto inchiesta anche in Italia. La Procura distrettuale di Trento indaga contro l'austriaco per una serie di operazioni immobiliari nel nord Italia.    

 

L'ex miliardario "per un centesimo di euro" ha evitato una pena più severa. La legge austriaca prevede infatti per oltre 300.000 euro fino a dieci anni di carcere. I nove mesi passati in custodia cautelare vengono scalati dai due anni di detenzione. Benko durante la proclamazione della sentenza non ha nascosto "una certa emotività", così l'Apa.   

 

 La Procura anti-corruzione (Wksta) di Vienna aveva ipotizzato che Benko, con il pagamento anticipato dell'affitto per la villa "bisognosa di ristrutturazione e inabitabile" in posizione elevata sopra Innsbruck, volesse sottrarre del denaro ai suoi creditori in vista della sua imminente insolvenza.

 

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Tuttavia, la Corte d'Assise presieduta da Andrea Wegscheider ha ritenuto che, sulla base delle testimonianze, non fosse accertato l'inabitabilità della villa. Anche l'affitto, pari a 7.500 euro al mese, non sarebbe stato "in alcun modo eccessivo" considerando i prezzi degli affitti a Innsbruck.    

 

Nella seconda parte dell'accusa, invece, Benko è stato giudicato colpevole. Secondo la Wksta, Benko aveva ricevuto dalla madre 1,5 milioni di euro, grazie a un prestito della fondazione privata Laura, attribuibile all'impero Signa.

 

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Poco dopo, ne aveva restituiti 300.000 euro, a cui aveva fatto seguito un nuovo pagamento da parte della madre al figlio, ancora una volta per una somma di milioni di euro. Per la giudice, però, di fronte ai fatti legati alle fondazioni e all'insolvenza di Benko, conta solo una cosa: "Benko ha ricevuto un regalo da sua madre e poi lo ha restituito senza alcun fondamento giuridico. Tutto ciò che è avvenuto dopo è irrilevante".

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