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Alessandro Gonzato per “Libero quotidiano”
Se il Veneto disponesse di oltre 20 mila guardie forestali come la Sicilia ci impiegherebbe non più di una manciata di settimane a rimuovere e accatastare le centinaia di migliaia di alberi che il maltempo ha abbattuto tra il Bellunese e l'Altopiano di Asiago. La sua gente, anziché lagnarsi e aspettare a braccia conserte l'aiuto dello Stato, sta spalando senza sosta il fango e si dà da fare per riparare le case.
Il Veneto ha le Dolomiti e dispone di un patrimonio verde ben più cospicuo della Sicilia, eppure di forestali ne ha appena cinquecento. Dunque, oltre a dover mettere in sicurezza le abitazioni degli sfortunati abitanti della montagna, a ripristinare l' elettricità e gli acquedotti, la Regione e la Protezione Civile si trovano alle prese anche con la complicata gestione degli alberi abbattuti.
Il vento ha sradicato 100 mila ettari di bosco, il che, oltre naturalmente ad aver provocato un danno paesaggistico enorme, significa che le aziende del settore del legno rischiano di perdere milioni con effetti disastrosi su tutto l'indotto. Molti, superficialmente, in questi giorni stanno collegando la perdita di alberi all' imminente avvio delle festività natalizie, dato che sono crollati soprattutto abeti rossi. Invece a rischio c' è l' intera filiera del legno.
MAGAZZINI VUOTI
«Questo è il periodo in cui solitamente riempiamo il magazzino» ci dice Claudia Scarzanella, presidente di Confartigianato Belluno e titolare della segheria "Traiber" di Val di Zoldo, uno dei comuni più colpiti dal maltempo. «Al momento» aggiunge «non c' è nessun divieto, potremmo proseguire l'attività, ma chi se la sente di entrare in questa distesa di alberi col rischio di causare nuove frane o la caduta di altri massi? In più i tronchi», prosegue, «sono accatastati, anche volendo non si potrebbero tagliare come se fossero stati abbattuti normalmente.
Aspettiamo disposizioni dalla Regione. Bisogna fare in fretta» conclude Scarzanella «perché le segherie locali oggi sono costrette a rifornirsi all' estero a prezzi gonfiati».
Oltretutto dall' Austria si stanno già facendo sotto i primi compratori di legname.
La strategia è di acquistare a prezzi fortemente ribassati facendo leva sulla momentanea impossibilità di lavorare da parte delle aziende venete. «Sanno di essere gli unici in grado di comprare» ammette Stefano Colle, titolare dell' omonima segheria di Lentinai, tra Feltre e Belluno.
UN GIORNO COME UN ANNO
«Le segherie austriache più grosse tagliano in un giorno quello che noi tagliamo in un anno. Il prezzo del legno rischia di calare enormemente, nelle aree più pregiate prima poteva costare anche 140-150 euro al metro cubo, ora è difficilissimo dargli un valore. In più con tutti gli alberi a terra diventa anche difficile capirne la proprietà».
Parliamo col presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti: «Non c' è un attimo da perdere. Abbiamo appena finito una riunione tecnica a cui hanno partecipato anche gli esperti dell' Università di Padova. Con un satellite stiamo mappando scientificamente il territorio per prendere le decisioni migliori». Tra le ipotesi c' è quella di affidare a Veneto Agricoltura, ente della Regione, il ruolo di gestore unico della commercializzazione del legname caduto per evitare gli effetti distorti della concorrenza.
PARASSITI DEL LEGNO
I problemi sono molteplici. In primavera torneranno i parassiti del legno che seccheranno le piante e a quel punto i boschi abbattuti saranno ad alto rischio di incendi. Il Veneto lavora a testa bassa alla ricostruzione ma mette anche il governo di fronte alle proprie responsabilità.
«Dato che paghiamo un sacco di tasse ci aspettiamo una bella risposta» dichiara il governatore leghista Luca Zaia. «Attendiamo un primo stanziamento delle somme urgenti, ma soprattutto l'ordinanza di Protezione Civile che dà incarico al commissario e poteri speciali. Il governo finora ci è sempre stato vicino. Molte imprese hanno già iniziato a versare sul conto corrente messo a disposizione dalla Regione rinunciando agli omaggi di Natale».
veneto una diga piena di fango e alberi veneto un fiume di abeti in provincia di belluno
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