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Giuliano Foschini per “la Repubblica”
Derubrica a calunnia la vicenda dell’attico che sarebbe stato ristrutturato grazie ai fondi del Bambin Gesù. Ma al cardinale Tarcisio Bertone le sorti dell’ospedale pediatrico romano sono sempre state molto a cuore. A costo di ridere della penalizzazione dell’altro ospedale per i bambini d’eccellenza in Italia, il Gaslini di Genova, città dove Bertone è stato arcivescovo.
Il dato emerge da un’intercettazione lunga due pagine trascritta dalla Guardia di finanza di Bari e allegata al fascicolo della procura di Trani sul crac della Divina provvidenza: l’indagine, nella parte che riguardava il fallimento dell’Idi, l’Istituto dermatologico italiano, è stata poi trasmessa per competenza al tribunale di Roma che il 2 ottobre scorso ha disposto l’archiviazione per monsignor Giuseppe Versaldi e il professor Giuseppe Profiti, allora presidente del Bambin Gesù.
Tra le intercettazioni allegate c’era proprio questa con Bertone, che non è mai stata sfiorato dall’inchiesta. È la vigilia di Natale del 2013 e i due parlano della Finanziaria appena approvata.
Profiti: «L’aggiorno così poi le arriverà il solito, il solito memo che le mando (..) È finita la legge di stabilità. Ci hanno dato quei soldi in più, che ci serviranno per salvare l’Idi come d’accordo... C’è solo un po’ di, insomma, come un articoletto, un paio di articoletti un po’ antipatici, ma, come lei può immaginare non le dico in quale città, sui soldi che vengono dati al Bambin Gesù».
Bertone: «Ah!».
P.: «Quindi qui a Genova, insomma, se la sono un po’, se la sono un po’ presa (ridendo)».
B.: «Eh! Beh!».
NUNZIO GALANTINO E BAGNASCO don nunzio
P.: «Tutto lì. Però, niente! Una cosa, una cosetta locale, tutto lì».
B.: «Però, però, però a loro hanno dato qualcosa? ».
P.: «Hanno dato cinque milioni, eminenza. Il titolo era che “Bambin Gesù batte Gaslini ottanta a cinque!”».
B.: «Eh!».
P.: «Eh! E quindi questo li ha un po’ irritati (...)».
B.: «Ma, ma scusi, loro hanno, hanno delle situazioni che...».
P.: «Eminenza, sono un ospedale piccolo. Sono grande come Palidoro, ormai. Ha presente Palidoro?».
B.: «Hanno quegli atteggiamenti lì (...) Gli atteggiamenti irosi e gelosi che nuocciono. Loro non capiscono che collegandosi ottengono, separandosi non ottengono (...) come città».
P. «Genova! C’è niente da fare. La causa del declino di una città».
I due parlano poi di cose di Vaticano e il riferimento probabilmente è al presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova che era appena stato estromesso dalla Congregazione per i vescovi.
B.: «Purtroppo, sta di fatto anche l’altro fatto che, diciamo così, il Presidente è stato...».
P.: «Ma non dà le dimissioni! Cioè, agli occhi di noi laici è inspiegabile. Gli ha tolto il segretario, annunciato un diverso modo elettorale. Già quello, insomma, è il motivo per cui uno dovrebbe... ma, una cosa del genere ha nominato un suo sostituto nella Congregazione dei vescovi, anzi! Complimenti a lei e a don Versaldi per la conferma».
Ridono.
P.: «Quindi, insomma, il messaggio è chiaro, eh! Forse un po’ brutale, forse».
B.: «Eh! Un po’, po’ tanto (...)».
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