COME SI DICE IN ARABO PICASSO? - LA SCEICCA DEL QATAR FA MAN BASSA DI OPERE D’ARTE A COLPI DI PETROLDOLLARI E DIVENTA LA REGINA DELL’ARTE GLOBALE

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Fabio Cavalera per il "Corriere della Sera"

Sua eccellenza ha un debole per l'arte e ha sbaragliato tutti i concorrenti maschi. Li ha messi in riga i supermiliardari collezionisti, i mecenati d'America, d'Europa e d'Asia che girano il mondo a raccogliere e comperare tesori investendo patrimoni da favola. La testa della classifica speciale stilata da ArtReview , che elenca i cento nomi d'oro con la passione e con il portafoglio giusto per togliersi gli sfizi da parecchi zeri, è guidata da una donna. Una donna col velo. Una donna araba.

Il nome della sceicca è lunghissimo: Al-Mayassa bin Hamad bin Khalifa Al-Thani e l'abbrevieremo in sceicca Al-Mayassa Al-Thani, supponendo che Al-Thani sia il cognome, anche se vero e proprio cognome non è (Khalifa Al Thani significa figlia del califfo) ma che ci raccorda col suo papà, l'emiro Al-Thani ex sovrano-premier del Qatar, con la mamma gran donna e dama la sceicca Mozah (fra l'altro beneficiata della «gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana») e col fratello Tamin nuovo padre padrone del piccolo Stato che sposta i suoi capitali da Doha a Londra (banche e Harrods), a Parigi, a Milano (il 40 per cento del progetto Porta Nuova) e in Costa Smeralda.

Una famiglia reale, la Al-Thani, con un orizzonte vasto. Petrolio, armi, immobili, moda, azioni, sport. E arte appunto. La sceicca Al-Mayassa, trentenne, è una dei tanti figli (si dice 24) dell'emiro in pensione ma è la sesta dei sette da lui avuti da Mozah, signora elegantissima e da copertina, intima dei Windsor. Si racconta che Al-Mayassa non sia neppure la prediletta, chissà se è vero. Comunque, una strada esclusivamente sua, un po' lontana dagli affari «tradizionali» del circolo familiare, intendiamoci con la dote che le è riservata, l'ha trovata e ha fatto centro.

Che, in questi anni, Al-Mayassa fosse diventata la più liquida fra le donne, nell'universo delle aste e dell'arte, lo si sapeva, tanto sentenziò la rivista Forbes . La notizia nuova è che proprio due giorni fa è salita sul gradino più alto del podio riservato ai magnati globali. È lei la numero uno e si è lasciata alle spalle una compagnia di mercanti maschi, gli americani David Zwirner (tedesco di nascita) e Larry Gagosian, lo zurighese Iwan Wirth, il gotha. Era l'undicesima fra i «potenti» nel 2012. Ha lo scettro.

Pur non avendo la padronanza della storia delle correnti pittoriche, delle virtù nelle ceramiche e nei marmi, e pur non essendo una frequentatrice di gallerie e di musei, la sceicca Al-Mayassa, laureata in scienze politiche nel North Carolina, ha tirato fuori le unghie e i quattrini. Spendendo una somma favolosa, consigliata da segugi ed esperti che battono i mercati e le aste: qualcosa come 600 milioni di dollari all'anno, si azzarda.

Di sicuro senza la benedizione di mamma Mozah non avrebbe staccato assegni da 250 milioni di dollari per I giocatori di carte di Cézanne o da 310 milioni di dollari per dieci Rothko, o da 20 per Damien Hirst o da chissà quanto per i Picasso (50 secondo Le Figaro ) e Mirò, per Bacon e Warhol. Opere che andranno a impreziosire Doha. La sceicca Al-Mayassa si è presa a cuore il progetto musei nel Qatar, non trascurando di finanziare esposizioni anche alla Tate di Londra.

Parla poco. Una volta si è esposta col New York Times e ha spiegato la sua missione: l'arte abbatte i preconcetti, unisce, aiuta a capire. «L'Occidente del Medio Oriente ha in mente soltanto Bin Laden». No. Ci sono anche, e lo sappiamo, i petrodollari da investire. Magari in magnifici tesori. Lezione di realpoltik della nuova regina fra i mercanti e i collezionisti mondiali.

 

 

Sheikha Al Mayassa bin Hamad bin Khalifa Al Thani Al Mayassa bin Hamad bin Khalifa Al Thani con il padre Al Mayassa bin Hamad bin Khalifa Al Thani Al Mayassa bin Hamad bin Khalifa Al Thani rothkoSETTE UOMINI FANNO IL BAGNO DI PAUL CEZANNE rothko