DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO…
Angela Pederiva per "il Messaggero"
Quando ha riaperto gli occhi, ha chiesto subito ai sanitari: «Dove sono i miei genitori?». Poi ha visto accanto a sé mamma Chiara e papà Luigi, commossi e felici. Distesa su un letto d' ospedale, dolorante per le ferite e intontita dai farmaci, si è comprensibilmente inquietata: «Cos' è successo?».
Ci vorrà qualche giorno perché possa ritrovare la lucidità, ma la buona notizia è che ieri pomeriggio Marta Novello si è risvegliata dal coma e ha ripreso a respirare autonomamente, dopo due interventi chirurgici e 48 ore dopo essere stata accoltellata da un 15enne mentre faceva una corsa a Marocco, il quartiere di Mogliano Veneto in cui vivono entrambi.
LE INDAGINI
Per ora il movente dell' aggressione resta misterioso. E gli investigatori contano di scoprire qualcosa in più analizzando cellulare e computer del ragazzo, che da lunedì si trova nel carcere minorile con la pesante accusa di tentato omicidio, reato dietro a cui gli inquirenti ipotizzano un assalto a scopo di rapina. Ma i dubbi continuano ad essere tanti, vista anche l'efferatezza dell' aggressione consistita in una ventina di fendenti, tanto che l' avvocato Matteo Scussat delinea già un abbozzo di difesa che sembra aprire la strada alla valutazione sulla capacità di intendere e di volere del suo assistito: «Quale che sia il movente e l' evento scatenante, modalità e circostanze dell' azione fanno pensare ad un disagio, ad un disturbo che andrà indagato».
«Marta ha avuto diverse lesioni al torace ha sottolineato il dottor Formentini, direttore dell' ospedale riportando uno pneumotorace (presenza di aria nello spazio pleurico, ndr.) a entrambi i polmoni. Poi un' importante ferita all' addome, tanto che è stata eseguita una laparotomia esplorativa per accertare eventuali complicanze interne. Diversi tagli al volto e in altre parti del corpo sono stati suturati dai chirurghi plastici. Poi è stato effettuato un intervento al terzo dito della mano destra per la lesione del tendine, una tipica ferita da difesa».
LA DINAMICA
Nel tentativo di allontanare il suo aggressore, Marta ha cercato di proteggersi con le mani, ma non è riuscita a parare la ventina di colpi inferti con un coltello da cucina, una lama lunga una decina di centimetri. «Medici e infermieri sono rimasti molto colpiti, per l' efferatezza e per la giovane età: questa ragazza potrebbe essere la nostra figlia», ha dichiarato Formentini a Ore 14 su Rai .
Un altro motivo di preoccupazione è legato al fatto che la vittima è rimasta per lunghi minuti in un fossato con acqua stagnante, esponendosi al rischio di infezioni. Per questo l' attenzione rimane alta, malgrado la soddisfazione per il risveglio, un po' agitato com' è normale che sua in conseguenza di simili traumi fisici e psichici. La 26enne è apparsa infatti confusa, quando ha ripreso conoscenza e ha chiesto cosa stesse accadendo, ma è stata subito confortata dai familiari, ai quali è stato concesso solo un breve colloquio per non stancarla troppo in quei primi attimi di coscienza.
2 - LA MADRE DELL'AGGRESSORE DI MARTA «MIO FIGLIO VIOLENTO DOPO LA DAD»
Andrea Priante per "il Corriere della Sera"
«Fatemi vedere mamma e papà». Ieri Marta Novello si è risvegliata dal coma farmacologico e ha subito chiesto di abbracciare i genitori. La 26enne trevigiana che lunedì era stata aggredita con oltre venti coltellate mentre faceva jogging in una stradina isolata a Mogliano Veneto, è fuori pericolo. Merito dei due interventi chirurgici ai quali è stata sottoposta. Ora i carabinieri sperano di ricostruire la dinamica dell' agguato teso da un ragazzino di appena 15 anni, che si trova nel carcere minorile di Treviso con l' accusa di tentato omicidio. L' ipotesi è di una rapina finita male. Ma cosa volesse farne del denaro è uno dei tanti aspetti ancora poco chiari della vicenda.
Alla notizia del risveglio della studentessa universitaria, la mamma del giovane aggressore è scoppiata in un pianto liberatorio. «Sapere che se la caverà mi rende davvero tanto felice. In queste ore ho pensato continuamente a Marta e al dolore dei suoi genitori. Mi dispiace: quello che ha fatto mio figlio è grave».
È una ragazza-madre: il papà del 15enne - un immigrato di origini africane - se n' è andato prima ancora che venisse al mondo, e lei l' ha cresciuto con le sue forze, aiutata dal fratello e dai genitori. Ora è disperata, in qualche modo vittima collaterale di quanto accaduto lungo quella strada immersa nei campi. «Ne stanno parlando tutti. Parla Salvini, la Meloni, parlano il sindaco e i vicini... Dicono cose cattive, gli danno del drogato e del bullo. Ma la verità è che nessuno di loro conosce mio figlio». Lavora come cuoca e lunedì è tornata a casa nel pomeriggio. Il tempo di una doccia e l' adolescente era sparito, lasciando il telefonino a casa. «Ho guardato di sotto, se magari stava sistemando la bici in cortile, ma non c' era.
Ho chiamato gli amici e anche loro non l' avevano visto. È lì che ho cominciato a preoccuparmi e ho deciso di uscire a cercarlo: appena aperta la porta, mi sono ritrovata i carabinieri davanti». Ha pensato a un incidente. «Invece mi hanno detto dell' aggressione e io non volevo crederci: ancora non mi ero accorta che mancava un coltello dalla cucina. Ho chiesto al carabiniere: "Ma è sicuro che è stato lui?". Lo so che sembrano solo le parole di una mamma angosciata ma mio figlio non era mai stato violento, e anche adesso non ce la faccio ad associare l' immagine che ho di lui a ciò di cui è accusato».
Non si spiega neppure perché avesse un disperato bisogno di denaro. «Non fa uso di droga e non abbiamo problemi economici», assicura. Pare che neppure conoscesse Marta, nonostante abitino nello stesso quartiere. Il ragazzino frequenta il secondo anno dell' alberghiero.
«All' inizio aveva buoni voti, poi è cominciata la didattica a distanza e lì è cambiato. Negli ultimi tempi aveva grosse difficoltà a seguire le lezioni: non sopportava l' idea di dover restare chiuso in casa, quasi si sentisse in gabbia. E da quando la squadra di calcio in cui gioca ha sospeso gli allenamenti, la situazione è peggiorata. È come se, in mezzo a tutte queste restrizioni, non riuscisse a trovare un equilibrio». Forse, dice, è questo ad aver scatenato la sua aggressività. «È l' unica ipotesi che riesco a fare: che lunedì il suo cervello abbia avuto una sorta di blackout. Non è una giustificazione, lo so. Ma cerchi di capirmi: sto cercando un senso a tutto questo dolore...».
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