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“LA SPIRITUALITÀ DELLA MATEMATICA È UN PONTE TRA LA FEDE DI UN PAPA E LA RAGIONE DI UNO SCIENZIATO” – LA LETTERA DEL MATEMATICO ATEO, PIERGIORGIO ODIFREDDI, A PREVOST, A SUA VOLTA LAUREATO IN MATEMATICA: “IN QUANTO AGOSTINIANO E MATEMATICO, DOVREBBE AMMETTERE CHE PERSINO LA LETTURA DI AGOSTINO PUÒ PORTARE IN ALTRE DIREZIONI” – “SPERO CHE LEI NON CONSIDERI LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI SUOI COLLEGHI DI FORMAZIONE COME ESEMPI DI MATERIALISMO E DI DISAGIO PSICOLOGICO E SOCIALE!”
Estratto dell’articolo di Piergiorgio Odifreddi per “La Stampa”
piergiorgio odifreddi joseph ratzinger
Caro papa Leone XIV, spero che non si offenda se a farle i più sinceri complimenti per la sua elezione, e i migliori auguri per la sua incoronazione, è un matematico ateo. La prima qualifica ci unisce per formazione, mentre la seconda ci divide per vocazione.
Se fossi credente, direi che il Signore assegna a ciascuno di noi un compito, in maniera imperscrutabile, e a noi non resta che portarlo avanti nel migliore dei modi possibili: una posizione agostiniana, in fondo.
Nell'omelia della Messa pro Ecclesia dello scorso 9 maggio, il giorno dopo la sua elezione, lei ha invece avuto parole dure per gli atei come me: «Oggi non sono pochi i contesti in cui alla fede cristiana si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere».
[...]
robert francis prevost papa leone xiv
Mi permetta di contrapporre questa sua affermazione, che accomuna sorprendentemente fra loro l'ateismo, il materialismo, il disagio psicologico e sociale, a ciò che invece scriveva Albert Einstein nell'articolo Religione e scienza del 9 novembre 1929: «Nella nostra epoca, votata in genere al materialismo, i soli esseri profondamente spirituali sono gli scienziati». Aggiungendo: «Le idee più belle della scienza nascono da un profondo sentimento spirituale».
Come lei saprà, Einstein non era affatto religioso, nel senso usuale della parola. In alcuni saggi diceva, ad esempio, che «per lo scienziato un Dio che ricompensa e punisce è inconcepibile», e che «la scienza purifica il sentimento religioso dall'impurità del suo antropomorfismo».
joseph ratzinger piergiorgio odifreddi
L'unica fede che professava era quella nel «Dio di Spinoza, che rivela sé stesso nell'armonia del creato». Ma ciò nonostante era profondamente spirituale, e sarebbe azzardato applicargli il severo giudizio che lei emette sugli atei.
Io credo invece che un ponte di collegamento tra la fede di un papa, e la ragione di uno scienziato, si possa trovare proprio nella spiritualità della matematica che ci accomuna. Una matematica che già il suo amato Agostino usava in maniera singolare nella Città di Dio, per spiegare la durata di 6 giorni della creazione con il fatto che 6 è un numero perfetto (uguale alla somma dei suoi divisori 1, 2 e 3).
[...]
robert prevost giovane studente all universita di villanova
Io ho avuto la fortuna e l'onore di discutere a lungo di queste cose con il suo predecessore Benedetto XVI. Un giorno gli portai un mio libro sui numeri, e quando lui lesse sul retro di copertina la citazione di Agostino "togli i numeri dalle cose, e tutte periranno", commentò che il santo in fondo era un pitagorico.
Come lei sa, Ratzinger apprezzava molto il santo, in uno scambio di opinioni sui buoni e i cattivi credenti mi scrisse: «Agostino ha chiarito che le frontiere tra buoni e cattivi non coincidono con le frontiere della Chiesa, e sono visibili solo a Dio. Non tutti coloro che appartengono visibilmente alla Chiesa sono veri membri dell'opera di Dio, anche se sembrano esserlo: Videntur, et non sunt. Dall'altra parte, persone che non appartengono alla Chiesa possono essere dei veri ricercatori di Dio».
Confesso di sentirmi più confortato dalla benevolenza di questa posizione del suo predecessore, che dall'apparente severità della sua. Ma credo che, col senno di poi, forse anche lei potrebbe convenire che non possono essere solo la fede o l'ateismo a determinare la bontà o la cattiveria di una persona. Anche perché altrimenti l'etica, e persino il Giudizio Universale, si ridurrebbero a un mero controllo di carte d'identità religiose da parte di un Dio in divisa da Sommo Carabiniere.
piergiorgio odifreddi joseph ratzinger
Un'altra volta, leggendo una sorta di mie Confessioni sulla ricerca di spiritualità che anche un ateo può effettuare, Ratzinger mi scrisse: «Mi ha commosso vedere come il suo intero percorso esistenziale, il viaggio attraverso i continenti e i tempi, sia sempre stato mosso dalla questione di Dio, anche se – perlomeno apparentemente – in senso opposto rispetto a quello di Agostino.
Il santo nordafricano fu incessantemente alla ricerca di Dio, perché era convinto che solo all'ombra delle sue ali fossero possibili la libertà e una vita felice. Il cammino della sua vita, al confronto, sembra invece andare da una divinità all'altra, per così dire, in modo da accantonare Dio stesso come fantasma irreale, poiché evidentemente lei era convinto che Dio sia per l'uomo un ostacolo alla libertà e alla vita buona.
robert francis prevost a roma dopo la morte di papa francesco messa del 30 aprile
Leggendo il suo testo, però, mi è sembrato di percepire che se questa fuga da un Dio spaventoso l'ha, da un lato, liberata da certe immagini di Dio, dall'altro, silenziosamente, la luce del Dio vero pian piano va penetrando nel suo cammino».
Come vede anche Ratzinger, come lei, in fondo non sembrava accettare la possibilità che qualcuno possa vivere felicemente ed eticamente senza Dio, e immaginava che un percorso di ricerca dovesse necessariamente sfociare in una professione di fede. In particolare, nell'unica «vera fede»: cioè, il cattolicesimo.
Lei, però, in quanto agostiniano e matematico, dovrebbe ammettere che persino la lettura di Agostino può portare in altre direzioni, quand'anche sfoci nella fede. Le massime di Pascal, per esempio, vengono spesso citate con apprezzamento e ammirazione dai cattolici, che dimenticano però che il matematico era giansenista: professava cioè un'eresia, fondata sulla lettura di Agostino da parte di Giansenio, e condannata nel 1642 dal suo predecessore Urbano VIII, di galileiana memoria.
Anche il logico Kurt Gödel, il cui lavoro matematico del 1931 fornì ad Alan Turing gli strumenti teorici per l'invenzione del computer nel 1936, e dell'Intelligenza Artificiale nel 1950, era religioso alla sua maniera, e diede persino una moderna prova matematica dell'esistenza di Dio. Ma, benché austriaco, non era cattolico, bensì luterano. Professava cioè un'altra eresia, basata anch'essa su una lettura di Agostino: questa volta da parte di Lutero, che era un frate agostiniano come lei, condannato nel 1521 dal suo omonimo predecessore Leone X.
ROBERT PREVOST NELL ANNUARIO SCOLASTICO
La matematica può dunque portare i suoi adepti in molte direzioni. E può persino sfociare nell'ateismo, che secondo una ricerca dell'Avvenire di qualche anno fa è appunto la posizione dichiarata dall'85% dei matematici mondiali.
Spero che lei non consideri la stragrande maggioranza dei suoi colleghi di formazione come esempi di materialismo e di disagio psicologico e sociale! E che sia invece interessato a continuare con qualcuno di loro il dialogo intrapreso da papa Benedetto con me. [...]
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