DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Estratto dell’articolo di Melania Rizzoli per “il Giornale”
La prima impressione che si riceve conoscendo una persona, oltre all’aspetto fisico, è legata alla sua statura, […] L’altezza di ogni individuo è determinata per l’80% geneticamente, quindi dipende ed è ereditata dalla statura dei genitori, e solo il restante 20% è imputabile a fattori ambientali, come la nutrizione, lo stato di salute e l’attività sportiva. […]
Quello che è scientificamente accertato è che la statura che si raggiunge dopo lo sviluppo fisico post adolescenziale è quella definitiva, resta la stessa da adulti e non è in alcun modo modificabile. […]
In Cina, dove la popolazione maschile e femminile è di altezza inferiore alla norma, è in uso la chirurgia ortopedica di allungamento degli arti, in genere le gambe, per ottenere dai 4 ai 6 centimetri in più, intervenendo in pratica segando femori o tibie e tenendoli in trazione per tre-quattro mesi. Interventi molto impegnativi, molto dolorosi, invasivi, non privi di rischi e complicanze, oltre che costosi (dagli 80mila ai 100mila euro), e che comunque non permettono mai di raggiungere stature elevate e armoniche.
Certamente le gambe lunghe delle donne, quando misurano più della metà dell’altezza, e la loro lunghezza è pari a quella del busto e del capo insieme, sono attraenti, hanno un ruolo importante nella selezione sessuale e rimangono una preferenza spiccata nella scelta della partner. Ancora oggi la scarsa altezza viene vissuta dalla maggioranza delle persone come un punto debole, un difetto che influenza l’autostima soprattutto tra i ragazzi e le ragazze subito dopo l’adolescenza. […]
Questo connotato fisico influenza fortemente il modo in cui una persona percepisce se stessa e si giudica, al punto che la statura ha assunto una valenza simbolica anche nei detti popolari come il noto «altezza mezza bellezza», […] al contrario del termine «nano», una espressione dispregiativa usata per definire una persona non all’altezza di una determinata situazione o lavoro, o «bassezza» per definire la moralità o il comportamento di un soggetto mediocre o deprecabile.
[…] L’altezza senza dubbio, nell’impatto figurativo, richiama un senso di forza e di protezione, e anche di fiducia corporea, facilita un livello relazionale più immediato, anche nel gioco della seduzione, e per quasi metà delle donne (47%) l’uomo ideale dovrebbe avere misure tra i 181 e 185 centimetri di altezza, mentre il restante 29,4% si accontenterebbe di una statura media compresa tra i 176 e i 180 centimetri, a differenza dei maschi che si rivelano più possibilisti, il 38% dei quali ritiene che una partner dovrebbe essere alta tra i 166 e i 170 centimetri, il 23% si dice soddisfatto anche di una altezza inferiore ai 165 centimetri contro un 33% che ritiene le ragazze più piccoline addirittura più attraenti.
Nel contesto sociale in cui viviamo oggi, e più in generale nel mondo del lavoro, le persone alte sono avvantaggiate, dotate di un certo appeal, conquistano un maggior successo professionale e personale rispetto alle persone di media e bassa statura, un favoritismo ideologico frutto di evidenti pregiudizi tollerati dalla nostra società, che per una certa disciplina sceglie in base alla morfologia corporea.
[…] La statura comunque è uno dei parametri più evidenti ed oggettivi che caratterizzano ogni individuo, e se si chiede a chiunque se è meglio essere alti o bassi, la risposta è scontata, perché l’altezza è e resta considerata una qualità indiscussa e premiante, associata solitamente ad attributi positivi, quale la salute, il successo e la bellezza.
È noto che le donne preferiscono partner più alti di loro, ed anche gli uomini esprimono la stessa preferenza, ovvero di essere più alti delle loro compagne, e se l’altezza femminile è associata alla percezione comune di eleganza e seduzione, quando la loro statura supera 178 centimetri, le stesse vengono definite «troppo alte», non incarnando più lo stereotipo di bellezza, diventando persone che intimoriscono, ritenute non affidabili, e sono molti gli uomini che si rifiutano di avere relazioni con donne significativamente più alte di loro, evitando in tal modo di cadere in quello che viene definito «complesso di inferiorità», che sarebbe poi soltanto fisico e non mentale.
Le persone più alte risultano avere migliori abilità sociali, maggiore fiducia in se stesse e maggiore stabilità emotiva, tutte capacità non cognitive che però si dimostrano un vantaggio sul lavoro, in quanto i soggetti più alti spesso trovano occupazioni più remunerative e salari più elevati rispetto a quelli più bassi, come se le maggiori dimensioni fisiche comportassero un maggior valore percepito.
L’altezza quindi ha un grande impatto sul successo e rappresenta uno status ai fini della carriera? Certamente no, poiché la statura non è affatto sinonimo di potere e supremazia, e molti personaggi storici, da Attila a Napoleone, da Mozart a Gandhi, da Re Vittorio Emanuele III, da Maradona fino alla nostra premier Giorgia Meloni, hanno dimostrato che l’altezza fisica non rappresenta affatto un limite ai fini della carriera, poiché ben altre sono le qualità di una persona per emergere e svettare sulle altre, prime fra tutte il carattere, la determinazione e l’intelligenza. […]
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