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Un convegno politico. In piena campagna elettorale. Il candidato, il deputato a sostegno, le slide dietro a illustrare il programma di governo in caso di vittoria. Atmosfera seria, competente, compassata, paludata perfino. Tutti in tiro, tutti a proporre grandi soluzioni per la sostenibilità ambientale della città. Dopo una quarantina di minuti irrompe nella sala qualcuno con la voce squillante: "ahoo chi ha chiamato i vigggili? Stanno a fa e murrte. Perché stanno a fa e murte sua ssstrada?". E giù tutta la sala: "aho, vergogna, anfami, qua i vigggili nun se so mai visti, proprio oggiii". E ancora: "scusate, nun vojo fa terorismo". Come se i caschi bianchi diretti da Raffaele Clementenon siano presidi dello stato impegnati a ripristinare la legalità, ma affiliati all'ISIS...
Potrebbe essere un incontro politico degli storaciani, potrebbe essere un convegno di Forza Italia, perfino del PD. Ma mai penseresti di essere in un incontro del Movimento 5 Stelle, il movimento dei ragazzi che vogliono cambiare la politica, il partito che punta tutto sulla legalità e, finalmente, il rispetto delle regole, la compagine politica che, ti aspetteresti, se arrivano i vigili è felice che arrivino, perché dei vigili non devi aver paura se hai la coscienza a posto e devi essere solo contento se vengono sanzionati coloro che violano le norme.
E invece non è andata così. E invece il siparietto è stato davvero emblematico, terribile, patetico. Anzi normale, molto romano, molto già visto, molto ordinario in questa città: assurdo però da parte di chi vuole cambiar tutto e poi, sotto sotto, si comporta come tutti. In un istante si è passati da una discussione alta, seria, composta e interessante sul tema dei rifiuti (il terzo grande punto della campagna elettorale della Raggi) ad una scena onestamente raccapricciante. L'arrivo della Polizia Locale, che i grillini dovrebbero salutare come fatto positivo, è stata invece una cosa così destabilizzante da obbligare addirittura allo stop della diretta Facebook (trovate tutto qui).
E francamente è imbarazzante non tanto il sorrisetto della Raggi (che avrebbe giganteggiato, invece di rimanere imbambolata, con una frase tipo: "dove sta il problema? Se qualcuno ha parcheggiato da incivile è bene che prenda la multa!"), quanto soprattutto la chiave di lettura che della storia ha dato Stefano Vignaroli che con Raggi presentava il programma-rifiuti del MoVimento: "cioè a Piana del Sole non si vede un vigile nemmeno...". Della serie, "proprio oggi dovevano arrivare".
Insomma questo che un deputato della Repubblica del M5S invece di essere contento che finalmente, dopo tanto, i Vigili arrivavano a ristabilire un po' di legalità nel quartiere, si lamentava perché così facendo i Vigili stavano infastidendo i suoi militanti bellamente parcheggiati in sosta selvaggia? E intanto dal pubblico urla contro le forze dell'ordine: "vergogna, vergogna". Ma "vergogna" a quanto pare strillato ai Vigili, non a coloro che avevano parcheggiato male mettendo a rischio pedoni, bici e auto in transito. Il grillismo calato a Roma diventa questa roba qua.
E poco importa - anzi importa eccome! - se poi in definitiva il problema era solo di una macchina messa fuori posto, perché significa che hai tirato fuori i tuoi istinti più beceri anche quando non ce n'era bisogno, facendo ricorso al più bieco populismo alla amatriciana. Ed è assurdo che, sulla nostra pagina Facebook, qualcuno risponda robe tipo: "in quel punto non c'è neppure un posteggio, non potevamo volare". Significa che l'organizzazione ha deliberatamente optato per allestire una conferenza in un luogo irraggiungibile, non preoccupandosi delle conseguenze sulla città (sarebbe bastato organizzare un pullman), sulla sicurezza stradale. Tanto da quarche parte nbugo paamaghina se trova. Ogni giustificazione a quanto successo aggrava le colpe.
Un po' come certi sindacalisti - molto vicini al MoVimento - che, a casa malati, invece di compiacersi dell'arrivo perfino di domenica delle visite fiscali si schermiscono: "per queste cose i soldi non mancano". Non sapendo come chiamare questa robaccia, dovremmo iniziare a chiamarla "modo di fare alla romana". E' di più dell'ipocrisia, di più dell'egoismo, di più della cattiva fede. E' tutto questo messo assieme e addizionato. Trasversale ad ogni ceto, censo e fede politica.
Onestamente noi non abbiamo creduto ai nostri occhi. Come sapete in definitiva tifiamo (nelle prossime settimane contestualizzeremo meglio il ragionamento politico) per una vittoria del Movimento 5 Stelle, ma ogni giorno arrivano indizi sempre più consistenti sul fatto che, stelle o non stelle, i militanti di questo movimento sotto sotto sempre romani sono. Esattamente identici ai romani del PD, ai romani della Meloni e ai romani di Marchini. Perché a Roma il problema non è politico, non è di legalità, non è di onestà. Sotto sotto il problema a Roma è un problema antropologico. Pressoché imbattibile. Tristezza.
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