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IO MI SPOSO DA SOLA - LE NUOVE NOZZE SIRIANE: CI SONO VESTITO BIANCO, INVITATI E BANDA MA MANCA IL MARITO - MOLTI UOMINI SONO FUGGITI ALL’ESTERO: IN ATTESA DI RAGGIUNGERLI, LE DONNE NON RINUNCIANO ALLA CERIMONIA. E L’ALBUM DI NOZZE? SI FA CON PHOTOSHOP!

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SIRIA SPOSESIRIA SPOSE

Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”

 

In tempi di guerra e di privazioni, spesso le tradizioni sono tutto quel che resta. Così in Siria, dove 11 milioni di persone, circa metà della popolazione, sono fuggite dalle proprie case, ci sono spose che decidono di celebrare il proprio matrimonio da sole, tra gli applausi e le danze della famiglia e degli amici, ma senza il marito, prima di ricongiungersi con lui all' estero.
 

I matrimoni senza sposo stanno diventando così comuni in alcune zone della Siria che è ormai bizzarro vedere le coppie unite nel giorno delle nozze. «Mi ricordo di essere stata a un matrimonio in cui lo sposo era presente, continuavo a fissarlo, era così strano«, ha raccontato una studentessa della città curda di Qamishli, Lava Ibrahim, al Wall Street Journal .
 

Non si risparmia per i matrimoni senza sposo. C' è l' abito bianco, il fotografo, la banda che suona, ovviamente una sala grande abbastanza da ospitare la famiglia allargata ad un costo pari a due mesi di salario. L' unica cosa che manca - oltre al marito - è la torta, perché in Medio Oriente la tradizione prevede che venga tagliata con una spada dall' uomo al fianco della compagna.
 

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Molti uomini sono fuggiti all' estero: l' anno scorso, per esempio, l' esodo verso l' Europa è stato soprattutto maschile. Sono uomini anche la stragrande maggioranza dei 400mila siriani morti in cinque anni di conflitto. Intere città - inclusa Damasco - e paesini sono popolati oggi soprattutto da donne, da anziani e ragazzi. Nei campus universitari ci sono soprattutto studentesse, molti negozi e ristoranti hanno personale femminile.

 

Le donne sono diventate le capofamiglia. Se nei primi anni di guerra pochi celebravano matrimoni, perché non se la sentivano di festeggiare mentre il loro Paese crollava, ora le famiglie hanno deciso di riprendere le consuetudini perché tanto non c' è speranza che le cose cambino. In un certo senso, è anche un modo per sfidare la morte.
 

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Ognuno lo fa secondo la propria prospettiva politica e ideologica. Un soldato del regime, per esempio, ha pubblicato lo scorso dicembre sul web le foto del proprio matrimonio scattate sullo sfondo delle rovine di Homs, la città che una volta era la «capitale della rivoluzione». Invece, la ventiduenne Siwar, studentessa di chimica, ha raccontato lo scorso settembre al quotidiano americano che il marito è fuggito in Olanda alcuni anni fa proprio perché altrimenti avrebbe dovuto militare nell' esercito di Bashar Assad: nel frattempo la regione curda si è sottratta al controllo di Damasco rivendicando la propria autonomia; e adesso, se tornasse, verrebbe reclutato con le forze curde.

 

In Siria non c' è festa che possa fermare la violenza: anche la tregua annunciata dal governo per tre giorni in occasione di Eid - che segna la fine del Ramadan - è già stata violata. L' Isis, per quanto pressato, è riuscito a lanciare una serie di attacchi nell' area di Manbij contro i curdi, poi contro i soldati del regime e infine contro ribelli vicini agli Stati Uniti.
 

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Così la sposa siriana ha scelto l' Europa. Per il video delle nozze, Siwar si è fatta mandare una foto del fidanzato in abito blu: era stata scattata in un parco olandese, ma con l' aiuto di Photoshop l' ha unita alla propria per dare l' impressione che fossero insieme. Quando è apparsa nel suo abito bianco davanti alla famiglia, si è accorta che negli occhi dei suoi cari più che gioia c' era tristezza. Nove mesi dopo, ottenuto il visto, anche lei è partita per l' Olanda.

 

UNESECUZIONE DURANTE LA GUERRA IN SIRIA UNESECUZIONE DURANTE LA GUERRA IN SIRIA SIRIA HOMSSIRIA HOMS