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da “corriere.it”
KEBA GAMBIRASIO ARRIVA AL PROCESSO
E’ iniziata poco dopo le 9.30 l’udienza del processo a Massimo Bossetti, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio. In aula ha parlato la sorella di Yara, Keba, arrivata in tribunale accompagnata dalla mamma Maura Panarese e dal papà Fulvio. «Non ho mai visto Bossetti, né attorno alla palestra, né vicino a casa», ha detto Keba, che ha anche confermato il profilo di Yara tracciato settimana scorsa dai genitori.
Keba ha spiegato che lei e la sorella avevano un rapporto normale. «Yara non aveva un diario segreto, aveva soltanto il diario di scuola». L’avvocato di Bossetti ha chiesto a Keba se guardasse il diario di sua sorella. «Sì, lo guardavo, per vedere se faceva i compiti», ha risposto Keba. E tutti in aula si sono messi a ridere. E la risposta data da Keba al legale di Bossetti ha smontato un po’ i sospetti sui contenuti del diario sollevati dagli avvocati dell’unico imputato nel corso della scorsa udienza.
Keba ha anche svelato che, il giorno della scomparsa di Yara, c’è stato un battibecco in famiglia su chi dovesse portare in palestra il registratore. «Avevamo discusso per portare lo stereo in palestra, ma poi avevamo deciso che lo avrebbe portato lei», ha ricordato Keba. La ragazza ha spiegato che si sarebbe accorta se ci fosse stato qualcosa di strano nei giorni precedenti alla sparizione di Yara. «Se fosse successo qualcosa di preoccupante lo avrei saputo. Se avesse avuto qualche approccio me lo avrebbe detto», ha spiegato Keba in aula, che ha anche riconosciuto il cellulare che usava la sorella ed era appartenuto in precedenza al padre.
In aula, come la scorsa settimana, c’è anche la gemella di Bossetti. Quando l’imputato è entrato in aula non ha più mostrato l’indifferenza delle scorse sedute, ma ha salutato il pubblico e la sorella.
In aula è stato sentito anche il padre di una compagna di squadra di Yara, che la vide uscire dalla palestra e fu l’ultimo a vederla. «Io stavo entrando, lei stava uscendo ci siamo incrociati. Mi ha sorriso e io le ho detto: “Ciao Yara”». Lo ha spiegato Fabrizio Francese, che nel tardo pomeriggio del 26 novembre 2010 era andato a prendere la figlia della sua compagna al centro sportivo di Brembate Sopra, al termine dell’allenamento di ginnastica ritmica.
Proprio mentre entrava in palestra, si imbatté in Yara, che stava uscendo. Erano circa le 18.40, l’ora in cui si persero le tracce della tredicenne, e Fabrizio Francese lo seppe indicare agli inquirenti con una certa precisione, perché prima di scendere dall’auto aveva letto l’ora sull’orologio del cruscotto. «L’ha vista uscire dalla palestra?», gli è stato chiesto. «Per vederla uscire avrei dovuto guardare indietro ma ho sentito la porta che si chiudeva», ha risposto. Francese ha anche detto di non avere visto furgoni nei pressi della palestra e, a proposito di Massimo Bossetti, ha detto «non era un viso da me conosciuto».
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