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Emanuela Grigliè per la Stampa
Il 18 marzo, giorno dell' inaugurazione a Milano di Jollibee, il fast food più famoso delle Filippine, c' era già gente alle 4 del mattino che si metteva in coda. Ce lo racconta Abby, una delle sette responsabili del locale, il primo in Europa, che ha aperto dietro al Duomo e di cui tutti parlano: preso d' assalto soprattutto dai filippini, ci sono attese lunghissime, dalle due alle quattro ore in media, per mangiare il loro famosissimo pollo fritto in salsa orientale (prezzo: 4 euro e 20 con bibita e contorno).
I clienti sono arrivati da tutta Italia e da mezza Europa: cinque pullman di filippini da Roma, uno da Barcellona, un altro dall' Olanda. «E ieri è arrivato un bus da Parigi, e altri dalla Svizzera. Ora stanno venendo molto dall' Austria, ci aspettiamo un record nei prossimi giorni di Pasqua. E anche parecchi milanesi, sono curiosi, aspettano per provare il nostro Chickenjoy, il piatto più venduto», ci spiega sempre Abby, 30 anni, nata a Manila, studi in economia a Bologna.
«Qui solo il 20% del personale è italiano, ma non serve in sala. Tutti gli altri sono filippini e bilingui. Jollibee è un' istituzione, nel nostro Paese batte McDonald' s». In tutto 159 coperti in uno spazio a gomito che non aiuta certo ad alleggerire le code. «Ma presto amplieremo con tavolini fuori all' aperto, stiamo aspettando solo il permesso del Comune. Intanto abbiamo fatto togliere i numerini all' ingresso, per dare un' immagine più fast».
MEGA INAUGURAZIONE
Dopo l' apertura (si fa per dire) soft, l' 11 aprile ci sarà l' inaugurazione in pompa magna con un grande evento a cui parteciperanno anche i massimi capi della catena fondata a Manila e che conta 3253 ristoranti nel mondo (di cui 1.145 con l' insegna Jollibee), un pupazzo-ape felice come mascotte e oltre 1 milione di Chickenjoy servizi ogni giorno. Visto il successo il management sta pensando di raddoppiare, e di aprire presto un secondo spazio a Milano. Verso le 17 è il momento in cui la fila è più snella. Ce lo spiega Camilla, 22 anni, nata a Torino e studentessa di architettura che lo ha saputo da un insider e per questo è venuta.
Lei non torna a casa, nelle Filippine, da cinque anni, e aveva molta voglia di risentire il sapore di uno dei loro piatti più famosi. «Però non avremmo mai fatto una coda di ore, è assurdo», dice la sua amica Kate, 22enne anche lei nata in Italia, piuttosto increduli tutti per tanta attenzione per un nuovo fast food e soprattutto che l' Italia si accorga solo oggi di avere una delle comunità filippine più popolose al mondo.
Il buttafuori, che fa parte della esigua quota di personale italiano, è felicissimo e mi racconta come questo posto sia davvero speciale per le nuove generazioni di filippini nati qui e che nella loro terra d' origine magari non ci sono stati mai: «Per loro Jollibee è un' icona, iniziano a mettersi in coda alle 7, noi apriamo alle 9 e 30 e chiudiamo alle 23. Con punte massime di attesa di 6-7 ore».
DIVERSO DA TUTTI
Tra i fortunati che ce l' hanno già fatta e stanno mangiando seduti a un tavolo ci sono Chiara e il suo compagno, 20enni, lei è in attesa del primo figlio. «Una bambina, le daremo un nome italiano: Elisa. Finché ho il corso preparato, lo faccio qui dietro, verremo almeno una volta alla settimana. Anche se noi lavoriamo tutti e due da McDonald' s qui in Italia». Nati vicino a Manila, assicurano che «il pollo è buono ma è diverso da quello originale. Gli ingredienti hanno sapori differenti». Lo stesso vale per gli spaghetti Jolly, specialità della casa, con salsa ketchup alla banana, würstel rossi, fegato e latte condensato. Molto agrodolci. Provare e farsi tre ore di coda per credere.
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