manfredi catella e alessandro scandurra

L’INDAGINE SULLA PALAZZOPOLI MILANESE CADE A PEZZI – IL TRIBUNALE DEL RIESAME, NELLE MOTIVAZIONI DELLA REVOCA DEGLI ARRESTI DEL COSTRUTTORE MANFREDI CATELLA, SCRIVE CHE GLI ATTI FORNITI DALLA PROCURA DI MILANO “NON HANNO DIMOSTRATO” LA SUSSISTENZA DI UN “ACCORDO CORRUTTIVO” TRA IL CEO DI COIMA E L'ARCHITETTO SCANDURRA, COMPONENTE DELLA COMMISSIONE PAESAGGIO DEL COMUNE – PER I GIUDICI, I PAGAMENTI DELLA SOCIETÀ DI MANFREDI A SCANDURRA “NON SONO ILLECITI” E “IN NESSUNO DEI MESSAGGI SCAMBIATI TRA I SOGGETTI COINVOLTI SI COGLIE ALCUN RIFERIMENTO ALL'ESISTENZA DI UN PATTO CORRUTTIVO…”

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manfredi catella

(ANSA) - MILANO, 26 SET - Gli atti della maxi indagine sull'urbanistica a Milano "non hanno dimostrato" la sussistenza di un accordo corruttivo tra Marfredi Catella, il Ceo di Coima e l'architetto e componente della commissione paesaggio Alessandro Scandurra. Lo si legge nelle motivazioni del Tribunale del Riesame in merito alla revoca della misura degli arresti domiciliari disposta dal gip Mattia Fiorentini alla fine dello scorso luglio accusandolo di corruzione per il caso del 'Pirellino'.   

 

Il collegio, che il 23 agosto ha rimesso in libertà Catella, ha spiegato che "nel caso di specie le risultanze in atti non hanno dimostrato che tra Scandurra e Catella si sia formato e fosse operativo" nel corso dei due mandati in cui l'architetto  è stato componente della Commissione, dal  2019-2021 e dal 2021-2014, 

 

architetto Alessandro Scandurra

"un accordo i cui termini (...) implicavano un pregiudizievole esercizio in favore del privato Catella dei poteri attribuiti al pubblico ufficiale beneficiato tramite incarichi di progettazione". Incarichi per i quali ha ricevuto compensi leciti, anche perchè "non vi è traccia di sovrafatturazioni o di fatture false".

 

- "Non pare adeguatamente ricercata - si legge nel provvedimento -  la genesi del patto corruttivo ritenuto dal gip con un percorso logico inverso". Per il Riesame  "non ha proceduto all'accertamento preliminare del patto corruttivo (...) per poi derivare da tali elementi la vendita della funzione pubblica e l'atto contrario ai doveri d'ufficio ma, muovendo dal supposto atto illegittimo, è giunto a ritenere automaticamente configurata l'esistenza del patto illecito: il rapporto economico diviene automaticamente prova del dovere di astensione e la sua violazione diventa prova dell'accordo corruttivo".

 

manfredi catella beppe sala

Per il Tribunale le remunerazioni da parte di Coima a Scandurra non sono indebite. "Non sussistono concrete e pregnanti evidenze - prosegue l'atto depositato stamani - sulla base delle quali ritenere che gli incarichi di progettazione siano stati affidati a Scandurra in ragione della sua funzione pubblica e non dell'attività di libero professionista.   

 

Tra l'altro, sottolinea il collegio, "in nessuno dei messaggi rinvenuti e trascritti scambiati tra i soggetti coinvolti nella vicenda in esame, ivi compreso Catella, si coglie alcun riferimento all'esistenza di un patto corruttivo, né si palesa alcuna sollecitazione da parte dei privati affinchè Scandurra si adoperasse positivamente coltivando adeguatamente il loro interesse".

I PROTAGONISTI DELL INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO SULL URBANISTICAarchitetto Alessandro ScandurraMANFREDI CATELLAmanfredi catella