carcere minorile nisida napoli

IMPROBABILI EVASIONI – DUE MINORENNI NORDAFRICANI, DETENUTI NEL CARCERE MINORILE NAPOLETANO DI NISIDA, HANNO TENTATO LA FUGA DURANTE LE ATTIVITÀ SPORTIVE – UNO È STATO PRESO DA UN ISPETTORE: ERA A 4 METRI D’ALTEZZA, CON LA CAVIGLIA INCASTRATA TRA UN PALO E IL MURO. L'ALTRO AVEVA SUPERATO IL MURO DI CINTA MA È STATO SUBITO BLOCCATO – LA DENUNCIA DELLA POLIZIA PENITENZIARIA: “IL CARCERE È AFFOLLATO COME NON MAI, UN MIX ESPLOSIVO TRA STRANIERI E CAMORRA”

carcere minorile di nisida

(ANSA) - NAPOLI, 21 DIC - Due minorenni nordafricani, detenuti nel carcere minorile napoletano di Nisida hanno tentato la fuga ieri pomeriggio durante le attività sportive: uno è stato preso da un ispettore che subito dopo l'allarme l'ha trovato a un'altezza di circa 4 metri, con la caviglia incastrata tra un palo e il muro. L'altro aveva già superato il muro di cinta ma è stato bloccato dalla Polizia Penitenziaria coordinata dal comandante e dal direttore dell'istituto.

 

"Gli eventi critici sono all'ordine del giorno nel carcere minorile di Nisida, affollato come non mai", sottolineano il presidente e il segretario dell'Uspp, Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio. Nell'istituto, spiegano, si registra "un mix esplosivo composto da giovanissimi extracomunitari ingestibili e loro coetanei napoletani, imparentati con i vertici del clan locali".

 

carcere minorile di nisida

"I nostri complimenti vanno al comando della polizia penitenziaria, per come affronta le continue emergenze", aggiungono i due sindacalisti, "ma, oramai, nel circuito penale minorile questo mix esplosivo tra utenza proveniente dal territorio di Napoli e la provincia, di non facile gestione anche perché legati da vincoli di parentela con soggetti di elevato spessore criminale, è ingestibile. Anche i detenuti extracomunitari provenienti dal Nord Italia sono estremamente complicati in quanto completamente refrattari alle comuni regole penitenziarie.

 

Sono spesso violenti, protagonisti di atti etero e auto lesionistici. E tutto questo ha un effetto destabilizzante per l'ordine e la sicurezza, - concludono Moretti e Auricchio -in quanto producono ulteriore pressione sul personale già di per sé provato per la carenza d'organico e per il numero di detenuti presenti che non ha precedenti". 

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