“È INACCETTABILE CHE UN GENITORE DEBBA SCEGLIERE QUALE FIGLIO PUÒ MANGIARE” – A MONOPOLI, UNA MADRE CHIEDE AL TITOLARE DI UNO STABILIMENTO BALNEARE DI PORTARE DUE PANINI AL LIDO, UNO PER IL FIGLIO CELIACO E UNO PER L’ALTRO BAMBINO. IL GESTORE ACCONSENTE SOLO AL BAMBINO CON L’INTOLLERANZA ALIMENTARE E LE VIETA DI MANGIARLI SOTTO L’OMBRELLONE – A QUEL PUNTO È SCOPPIATA UNA LITE TRA I DUE – IL RACCONTO DELLA DONNA: “MI HA DETTO DI NON AVVICINARMI, MI HA AGGREDITA VERBALMENTE, SOSTENENDO CHE QUELLA ERA PROPRIETÀ PRIVATA. È STATO UMILIANTE” – LA REPLICA DEL TITOLARE…

Da www.leggo.it 

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Due panini, due bambini e un divieto che ha fatto esplodere la polemica. È la storia di Maria (nome di fantasia), madre di due figli – uno celiaco – che prima di partire per il mare chiama il lido Marzà di Monopoli per un’informazione semplice: «Posso portare una merenda per i miei bambini?».

La risposta la lascia senza parole: «In via eccezionale può portare il panino, ma solo per il bambino con l’intolleranza». Non solo: il gestore le impone di farlo lontano dagli ombrelloni, «per non farsi vedere». Alla richiesta di estendere il permesso anche al fratellino, arriva un nuovo no: «Le sto facendo una cortesia solo per il celiaco».

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La signora Maria ricorda che il regolamento regionale consente di introdurre cibo per uso personale, soprattutto in caso di esigenze alimentari, ma il confronto degenera. «Mi ha detto di non avvicinarmi, mi ha aggredita verbalmente, sostenendo che quella era proprietà privata. È stato umiliante», racconta a Repubblica Bari. I 60 euro richiesti per ombrellone, due lettini e parcheggio non erano il problema: «Sembrava di dover contrattare un permesso. È inaccettabile che un genitore debba scegliere quale figlio può mangiare».

Il titolare, Viero Affatato, respinge le accuse: «Certo che poteva portare il panino per il figlio intollerante, ma pregandola di consumarlo in zona bar. Non gradisco che si mangi sotto l’ombrellone per motivi igienici».

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