DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Stefano Zurlo per “il Giornale”
Le croci dietro la vetrina scintillante del made in Italy. All' Olivetti, un tempo marchio glorioso del Paese, si moriva di amianto. Come in tante altre fabbriche dell' Italia a trazione industriale. È una storia lontana ma improvvisamente attuale quella che si discute in udienza preliminare a Ivrea: per la procura questa striscia interminabile di dolore e lutto non è frutto del caso e per questo il pm Lara Longo reitera le richieste di rinvio a giudizio già avanzate nei mesi scorsi e chiede di mandare a processo 28 persone, su tutte l' Ingegner Carlo De Benedetti.
De Benedetti fu fra il 1978 e il 1986 amministratore delegato e presidente dell' azienda piemontese, considerata per una lunga stagione un luogo straordinario di integrazione sociale. Purtroppo l' Olivetti nascondeva nella sua pancia un mostro, assai diffuso in Italia fino a pochi anni fa: l' amianto. Un killer lentissimo ma implacabile che sarebbe stato sottovalutato, anzi trascurato, da chi doveva vigilare sulla salute di operai e tecnici.
adriano olivetti il visionario di ivrea e la L m sHVM jpeg
Dunque, i massimi dirigenti dell' azienda, a cominciare da Carlo De Benedetti e dall' ex ministro Corrado Passera. In questo procedimento si discute della morte di 14 persone e si ricostruisce una strage silenziosa, sfuggita per lungo tempo alle cronache. De Benedetti deve rispondere di omicidio colposo e il giudice deve pesare le eventuali colpe collocandole sul piano temporale.
I colletti bianchi che gestivano l' Olivetti conoscevano i rischi terribili cui andavano incontro le maestranze o disponevano di informazioni insufficienti? È il grande quesito al centro dei tanti dibattimenti che si celebrano da Nord a Sud dove l' amianto ha colpito e continua a colpire senza pietà. Ora la parola passa al giudice che deve decidere anche il destino di Roberto Colaninno, sotto indagine pero' solo per un caso marginale di lesioni.
corrado passera enrico salzaRoberto Colaninno e Franco De Benedetti
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