DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Fabrizio Ravoni per “il Giornale”
L' Italia è uscita dalla recessione. Ma la ripresa dell' economia «è ancora tiepida». Standard and Poor' s sembra frenare l' entusiasmo del governo sulla fine della crisi. Da un punto di vista accademico, è così. Ma - spiega l' agenzia di rating - i consumi restano al palo. E le esportazioni sono per lo più orientate verso i paesi emergenti, la cui crescita sta rallentando.
Ma è soprattutto il mancato rilancio dei consumi interni a pesare negativamente sulla dinamica del Pil. Secondo S&P, i consumi interni cresceranno quest' anno dello 0,5% e dell' 1% nel prossimo biennio.
Ben diverse le dinamiche previste dal governo nella Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza.
Il ministero dell' Economia stima per quest' anno una crescita dei consumi interni dello 0,8%, dell' 1,5 per cento nel 2016 e - addirittura - dell' 1,7% nel 2017 (per poi ridiscendere all' 1,5% nel 2018: dato in controtendenza, visto che per quell' anno è attesa la riduzione dell' Irpef per 20 miliardi).
In media le differenti previsioni fra quelle del governo e quelle di Standard and Poor' s hanno uno scostamento del 50%.
Per queste ragioni, l' agenzia di rating giudica ottimistica la previsione fatta dal Mef di una crescita del prossimo anno all' 1,5%. E a riprova cita l' andamento del Pil dei primi sei mesi di quest' anno.
In tutt' Europa è cresciuto, in media, dell' 1,2%; mentre in Italia la dinamica si è fermata ad un +0,7%. Secondo gli esperti, le cause vanno ricercate nella lenta applicazione del Jobs Act e nel basso livello di produttività: problema endemico del sistema manifatturiero nazionale.
Se, da una parte, le cause esterne (basso livello del dollaro e bassi prezzi del petrolio) agevolano naturalmente la crescita, dall' altra rischiano di rappresentare un freno all' andamento del Pil. In modo particolare, le esportazioni. Il 20% del nostro export - ricorda Standard and Poor' s - è concentrato verso i Paesi emergenti, contro il 16% della Francia ed il 15% della Spagna. Il rallentamento della crescita di queste economie, pertanto, rischia di pesare negativamente sull' andamento delle esportazioni; e, quindi, del Pil.
Quest' anno - stima l' agenzia - la domanda estera di prodotti italiani crescerà del 2,6%, meno del livello registrato nel 2014 (+4%), a causa del rallentamento cinese. Nel 2016 l' aumento previsto è del 3,7%: ancora inferiore ai livelli dello scorso anno.
CROLLO DEI CONSUMI CARRELLI VUOTI jpeg
Insomma, secondo Standard and Poor' s, la crisi ha colpito duramente l' Italia. E a farne le spese è stato soprattutto la potenzialità della crescita. Il resto è venuto dalle sofferenze bancarie (che hanno costretto le banche a frenare il credito) e l' andamento del debito pubblico. «Sarà molto lunga la strada per tornare a tassi di crescita del Pil superiori all' 1,5%». Il governo conta di raggiungere l' obbiettivo già il prossimo anno.
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