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L’HANNO SUICIDATA? - LA MORTE DI SANDRA BLAND, L’ATTIVISTA AFROAMERICANA TROVATA IMPICCATA IN CELLA, DIVENTA UN CASO NEGLI USA - LA POLIZIA VIENE ACCUSATA DI AVER “TAGLIATO” IL VIDEO DELL’ARRESTO DELLA DONNA

VIDEO DELL’ARRESTO DI SANDRA BLAND

 

Giuseppe Sarcina per www.corriere.it

 

Ieri il cadavere di Sandra Bland, 28 anni, è stato riportato a casa, a Naperville, un sobborgo di Chicago, su un furgone refrigerato del Dipartimento di sicurezza del Texas. Nell’obitorio di Cincinnati, nell’Ohio, giace il corpo senza vita di Samuel Dubose, 43 anni, con un colpo di pistola alla testa.

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Altri due casi che riaprono la polemica tra la comunità afroamericana e la polizia, una serie che si allunga, da Eric Garner, New York, a Michael Brown, Ferguson; da Walter Lamer Scott, North Charleston, a Freddie Gray Baltimora.

 

Sandra Bland, conosciuta nella sua città come un’attivista del movimento «Black Lives Matter», «le vite dei neri contano», è morta il 13 luglio, impiccata con un laccio recuperato dal sacco della spazzatura nella prigione di Waller. Era in custodia da tre giorni, per ingiurie e resistenze a pubblico ufficiale. Il referto dell’autopsia è suicidio. Ma il procuratore distrettuale, Elton Mathis, ha dichiarato che l’indagine continua ed è classificata come omicidio. Anche l’Fbi si sta occupando del caso.

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Il 10 luglio Sandra si era messa in macchina, diretta a Houston, per presentarsi nel suo nuovo posto di lavoro, la Prairie View University, dove si era laureata nel 2009. Tutto tranquillo, tutto perfetto fino a Hempstead, nel Texas. Sandra salta la linea di divisione della corsia. L’infrazione del codice non sfugge a un agente di pattuglia.

 

Lampeggiante, sirena, stop inevitabile. Quello che succede nei successivi 45 minuti è raccontato in un video registrato dalla stessa auto della Contea diffuso l’altro giorno e da altre brevi filmati postati sul web da alcuni testimoni. All’inizio il poliziotto, che si chiama Brian Encina, si mostra calmo e paziente, mentre Sandra Bland è seccata. L’agente osserva, apparentemente comprensivo: «Mi sembra irritata». «Beh certo un po’ lo sono, è il suo lavoro, mi sta multando», risponde la donna che a quel punto prorompe in un lungo sfogo, ma sempre nei limiti della correttezza.

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«Ha finito?» chiede beffardo Encina. È l’inizio di uno scontro sempre più aspro. Sandra sta fumando, l’agente chiede di spegnere la sigaretta. «Sono nella mia macchina, posso fumare quanto voglio» è la risposta secca. A quel punto il salto di corsia lo fa l’agente. Ordina alla giovane di uscire dall’auto, apre la portiera, urla, minaccia. Sandra Bland resiste, non vuole uscire, chiede perché è in arresto.

 

Alla fine salta fuori con un’esplosione di rabbia. Il poliziotto tira fuori il taser, la pistola stordente, poi ammanetta la donna e chiama la centrale. I due sfuggono dall’inquadratura del filmato ufficiale, si sentono gli insulti di Sandra, i rumori di una colluttazione. In un altro video la donna ricompare a terra, pancia in giù e poi girata di schiena. «Ora mi verrà un attacco di epilessia», grida. «Bene», risponde Encina.

SANDRA BLAND  SANDRA BLAND

 

Pressato dalle reazioni politiche e dell’opinione pubblica, martedì scorso il capo del Dipartimento della sicurezza del Texas, Steven MacCraw, ha fatto diffondere il filmato e ha dichiarato che il comportamento dell’agente costituisce una violazione delle procedure di arresto. Dopo iniziali accuse che un primo video diffuso fosse stato tagliato, la polizia ha pubblicata una nuova versione. Ieri Helen Giddings, deputata della Camera dei rappresentanti del Texas, è stata la prima a mettere in relazione l’assurdità del fermo con la morte di Sandra Bland.

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Intanto in Ohio, l’agente Ray Tensing bloccava l’auto di Samuel Dubose, che viaggiava senza la targa anteriore. «Patente prego». Dubose, probabilmente mezzo ubriaco, ha mostrato una bottiglia. I due si sono accapigliati, la macchina si è mossa urtando il poliziotto che ha reagito sparando un colpo alla testa all’uomo .