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Giusi Fasano per “il Corriere della Sera”
MOTORIZZAZIONE CIVILE DI NAPOLI
Dunque. Il rapporto parla di Napoli e il paragrafo di pagina cinque si intitola «Situazione del personale in servizio presso l' Ufficio motorizzazione civile». L'attacco non promette nulla di buono: «Per una visione d' insieme della gravissima situazione dell' ufficio di Napoli - dice -, nell' allegato n. 10 si riporta l' elenco di tutto il personale che a oggi vi presta servizio».
Gravissima situazione? Allegato? L' autore ne riassume il senso: «In giallo - scrive - sono evidenziati i dipendenti che hanno procedimenti disciplinari/penali recenti; in verde quelli che sono stati oggetto di procedimenti disciplinari/penali chiusi; in azzurro i dipendenti che hanno procedimenti disciplinari/penali aperti e sospesi da molto tempo; in rosso i dipendenti segnalati da esposti/denunce pervenute all' Amministrazione e inoltrati alle competenti procure».
Quindi, per ricapitolare: «Da tale allegato emerge un quadro sconcertante in quanto solo il 40% del personale in servizio risulta a oggi privo di qualsiasi pendenza e/o denuncia». Che si può dire anche così: solo quattro su dieci non hanno alcun tipo di guaio con la giustizia.
Il dossier - che risale ad agosto scorso e mette in luce «criticità» ancora oggi non risolte - è firmato dal capo del personale del ministero dei Trasporti e delle infrastrutture Alberto Chiovelli ed era destinato a due dirigenti interni: il capo di gabinetto Mauro Bonaretti e Loredana Cappelloni, responsabile per la prevenzione della corruzione. Ma è finito anche all' Anac, l'Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone.
MOTORIZZAZIONE CIVILE DI NAPOLI
Nove pagine più allegati vari che raccontano (fra le altre cose) la storia di un ufficio - quello della motorizzazione civile di Napoli - nel quale «appare chiaro che nonostante le azioni intraprese dall' Amministrazione e nonostante le indagini in corso, continuano a essere commesse irregolarità».
Una specie di dichiarazione di fallimento, diciamo così, malgrado siano stati presi nel tempo accorgimenti che, manco a dirlo, sono elencati a uno a uno. E cioè: «Nuove disposizioni in materia di esami e patenti, centralizzazione nella scelta degli esaminatori, implementazione del sistema informatico, ispezioni a sorpresa, controlli a campione sulle pratiche, procedimenti disciplinari...».
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Niente. Tutto inutile: «Dai controlli costantemente effettuati - fa sapere il capo del personale del ministero - emergono ancora attività fraudolente dei dipendenti e numerosi esposti anonimi che segnalano al nuovo dirigente situazioni sulle quali è necessario fare chiarezza». A questo punto la domanda è: perché dal ministero hanno sentito la necessità di spiegare tutto questo all' Anac?
In realtà non l' avrebbero fatto se non fosse stata la stessa Anac a chiedere informazioni dopo le rimostranze di alcuni impiegati della Motorizzazione (di Napoli e altre città campane) ai quali non è stato confermato il cosiddetto «distacco», cioè il diritto - a termine - di lavorare in una sede diversa da quella per la quale si è stati assunti. Che sta succedendo negli uffici della Campania? ha chiesto in sostanza qualcuno dall' Autorità anticorruzione. E dal ministero hanno deciso di abbondare con i dettagli.
MOTORIZZAZIONE CIVILE DI NAPOLI
Così si scopre che sul territorio campano sono in corso almeno tre procedimenti giuridici (di altrettante Procure) che riguardano gli uffici della Motorizzazione: i magistrati di Avellino stanno celebrando il processo per l' incidente dell' autobus che nel luglio 2013 finì giù da un viadotto e causò la morte di 40 persone. La revisione risultò falsa ed è proprio sulle false revisioni che sarebbe aperta un' inchiesta anche dalla Procura partenopea mentre a Caserta le indagini riguarderebbero soprattutto le irregolarità negli esami delle patenti.
Si va da extracomunitari che avrebbero sostenuto test per la patente al posto di altri, a funzionari che avrebbero suggerito le risposte o consentito l' uso del cellulare durante l' esame, oppure parliamo di impiegati che avrebbero inserito per anni dati falsi di revisioni mai avvenute. A giudicare dallo scenario disegnato dal ministero dei Trasporti agli inquirenti non mancheranno spunti.
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