FLASH! - SIAMO UOMINI O GENERALI? PER L'OTTUAGENARIO CALTAGIRONE LA CATTURA DEL LEONE DI TRIESTE E'…
Enrico Franceschini per la Repubblica
È cominciato tutto da lui. E ora Nigel Farage, promotore della Brexit e sostenitore di Trump, che lo vorrebbe come ambasciatore britannico a Washington, gioisce per la sconfitta di Renzi e il successo di Grillo. «Lo tsunami del cambiamento non è finito», dice l’ex leader dell’Ukip, prevedendo altre sorprese nel 2017.
Il risultato del referendum in Italia è il terzo capitolo di una nuova era, dopo la Brexit e Trump?
«Assolutamente sì! La Brexit è stato il primo mattone abbattuto nel muro e la vittoria di Trump è stata una Brexit al cubo sulla scena globale. Nel referendum italiano il popolo ha sparato con un bazooka contro l’establishment pro-Ue, dando voce a chi si oppone alla centralizzazione del potere e a chi gli ha imposto l’austerità e i diktat di Bruxelles ».
Adesso cosa pensa che succederà in Italia?
«La situazione politica in Italia è cambiata radicalmente negli ultimi cinque anni con un grande aumento del consenso per il M5S e per la Lega Nord. L’opposizione ai controlli di Bruxelles cresce di settimana in settimana. La politica della Ue ha creato povertà e disoccupazione, ha messo la gente contro la Ue e contro la classe politica italiana. Ora mi aspetto elezioni anticipate e la crescita dei partiti euroscettici in Italia ».
Ha fatto le congratulazioni a Grillo?
«Certamente. L’ho incontrato varie volte e abbiamo avuto interessanti conversazioni sulla situazione in Italia. È un leader carismatico e capace. Ammiro la sua insistenza per dare agli italiani il diritto di esprimersi con un referendum sull’euro. La moneta comune ha danneggiato fortemente la vostra economia. È ora che gli italiani possano dire la loro. E molti ovviamente sono per dire basta».
Secondo lei l’Italia starebbe meglio senza l’euro e fuori dalla Ue?
«Naturalmente starebbe meglio. La crescita in Italia, da quando ha adottato l’euro, è praticamente zero. Come i greci, gli italiani sono prigionieri di una valuta che ha beneficiato la Germania e pochi altri.
Fuori dalla Ue, gli italiani potrebbero decidere le proprie leggi, sentirsi responsabili dei propri errori e questo rafforzerebbe la democrazia. Ovviamente sta agli italiani decidere. Ma invece di mandare soldi a Bruxelles, il vostro popolo farebbe meglio a spenderli a casa propria su progetti a proprio beneficio. Con la disoccupazione giovanile così alta, credo che una decisione del genere sarebbe accolta con grande favore dai giovani ».
Se potesse, con cosa sostituirebbe la Ue?
«Con il sistema che esisteva prima, il Consiglio d’Europa, governi sovrani seduti attorno a un tavolo che si accordano su misure di comune interesse. Un’unione politica, al contrario, significa leggi imposte a stati senza il loro consenso e questo è quello che molti democratici giudicano inaccettabile. Si potrebbe avere un’area di libero commercio, ma non un’unione doganale senza frontiere ».
Appoggerà Marie Le Pen nelle presidenziali francesi?
«Ho sempre apprezzato Marie Le Pen e i grandi cambiamenti che ha fatto per modernizzare il suo partito, per esempio allontanando suo padre dal Fronte Nazionale e prendendo posizioni contro il razzismo. Non sono mai stato un seguace del Fronte Nazionale e della sua storia, ma Le Pen l’ha cambiato profondamente ».
È vero che è disposto a lavorare per Trump?
«Conoscevo da anni la sua squadra, ho conosciuto lui stesso durante la campagna presidenziale e ci siamo rivisti dopo la sua vittoria a New York, quando sono stato il primo leader politico straniero a incontrarlo. Trump è un grande ammiratore della Brexit. Penso che farà del bene all’America, aprirà il dialogo con la Russia e ci permetterà di concentrarci sul nostro comune nemico, l’Isis e l’Islam radicale. Certo che mi piacerebbe avere un ruolo per cementare le relazioni fra Gran Bretagna e Usa. Purtroppo il governo britannico non sembra volere il mio aiuto».
A cosa aspira l’Ukip, dopo la Brexit?
«Il 2016 è stato un buon anno per chi crede nella democrazia nazionale e nel 2017 lo tsunami continuerà. Dopo la caduta di Cameron, Obama e Renzi, avremo altre sorprese. E nel 2020, se non avremo avuto la piena Brexit per cui abbiamo votato nel referendum, l’Ukip potrà non solo indicare la strada ma anche vincere per la prima volta seggi in grande quantità alle elezioni britanniche”.
Si sente il “padre” del nuovo vento che spira per il mondo? E si ritirerà dalla politica, come aveva annunciato?
«Sta ad altri decidere se sono il padre o il nonno del vento che sta cambiando la politica non solo in Europa ma in tutto l’Occidente. Mi sono dimesso da leader dell’Ukip perché abbiamo conseguito il monumentale obiettivo che ci eravamo posti, ma continuerò a occuparmi di politica in Europa ancora a lungo. Punto a vedere ancora molte sorprese. Continuerò a battermi per il cambiamento ».
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