aggressione omofoba a ferrara 5

"MUSSOLINI VI BRUCEREBBE TUTTI" - ALCUNI RAGAZZINI SONO STATI  AGGREDITI IN CENTRO A FERRARA PERCHÉ CONSIDERATI CON L'ARIA "TROPPO GAY" PER ESSERE TOLLERATI: CONTRO DI LORO SONO STATI LANCIATI DEI PETARDI E UN PICCIONE MORTO - LE VITTIME DEI BULLI NON SONO STATE ZITTE MA HANNO CHIAMATO I CARABINIERI E FARANNO DENUNCIA - UNO DEGLI AGGRESSORI PERÒ, NEL TENTATIVO DI SPIEGARE LA VICENDA SUI SOCIAL, DICE DI ESSERE STATO CHIAMATO "NEGRO DI M..." - VIDEO

Franco Giubilei per “La Stampa

 

aggressione omofoba a ferrara 5

Invocando Mussolini e il fatto che «lui vi brucerebbe tutti», come documentato dall'audio del filmato dell'aggressione, un gruppo di ragazzi che staziona abitualmente in una galleria del centro di Ferrara se l'è presa con una quindicina di ragazzini dall'aria troppo gay per essere tollerati.

 

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Il lancio di petardi e di un piccione morto contro i presunti «diversi» ha accompagnato l'ultimo attacco omofobo, messo a segno in pieno centro e in pieno giorno da un gruppo di adolescenti di poco più grandi, in un'affollata domenica di Halloween che ha visto saldarsi l'assalto ai gay con l'ispirazione fascistoide di un gesto di bullismo.

 

In questa storia di bullismo anti-gay, almeno, c'è un risvolto positivo: le vittime non sono state zitte come sarebbe successo fino a pochi anni fa, quando l'omosessualità era un problema anche in famiglia. Hanno subito chiamato i carabinieri che, dopo essere intervenuti, li hanno invitati a fare denuncia.

 

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Invito raccolto nella consapevolezza, notevole per l'età dei ragazzi assaliti - una quindicina, dai dodici ai diciannove anni - che il silenzio non fa che incoraggiare nuove gesta del genere.

 

«Tutto questo lo stiamo facendo non per noi, ma perché non succeda più - ha spiegato un quattordicenne che ha subìto l'assalto domenica pomeriggio -. Perché chi affronta un'esperienza così trovi il coraggio di denunciare. Che trovino il coraggio che abbiamo trovato noi e non subiscano in silenzio».

 

Per Manuela Macario, della segreteria nazionale di Arcigay, è «una lezione di civiltà: fino a qualche anno fa nessun adolescente avrebbe denunciato, anche per paura dei propri genitori».

 

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I responsabili sono poco più grandi, un gruppo non nuovo a imprese del genere: «Il 17 maggio, per la manifestazione sul ddl Zan, c'è stata un'altra aggressione da parte degli stessi autori - aggiunge Macario -. Hanno urlato "froci di m..." e "duce, duce"».

 

Bulli aggressivi, così definisce i giovani aggressori, rivelando un altro dettaglio dell'episodio dell'altro giorno: «Una donna che passava dal luogo dell'attacco ha prima pensato a uno scherzo, poi ha capito, ha cercato l'aiuto di altre persone presenti e non l'ha trovato».

 

Meglio non immischiarsi, devono aver pensato i passanti della domenica pomeriggio mentre volavano insulti e petardi. A far scattare l'assalto è bastata la vista di una borsetta color arcobaleno in mano a una ragazza. C'è anche un tentativo di spiegazione, pubblicato su un social da uno degli aggressori: dice di essere stato chiamato «negro di m...» da uno dei ragazzi verso i quali sono stati lanciati petardi che in realtà non avevano un obiettivo preciso. Il duce poi sarebbe stato citato proprio contro di lui: «Se ci fosse stato Mussolini tu ora non staresti qui».

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Per tutta risposta lui ha replicato: «Conoscete Mussolini, sapete che vi brucerebbe tutti». Comunque la si giri, una brutta storia. Il sindaco Alan Fabbri ha condannato «un atto vile, meschino, intollerabile: quelle frasi inneggianti al duce, le parole violente, gli insulti omofobi sono aberranti e richiedono, oltre a doverose condanne, una risposta educativa forte e un'iniezione di cultura».