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Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
Gambino, Genovese, Bonanno, Lucchese. Nomi delle grandi famiglie del crimine organizzato che sembrano uscire dall' album, ormai ingiallito, degli anni ruggenti della Mafia italoamericana, visto che da tempo Cosa Nostra viene considerata una presenza ormai marginale in un universo dei fuorilegge ormai dominato dai cartelli messicani e sudamericani della droga e dalle mafie asiatiche.
E invece, in una calda mattina d' agosto scatta una maxi operazione antimafia nella quale l'Fbi arresta 46 persone tra boss e soldati di Cosa Nostra in cinque Stati: New York, Florida, New Jersey, Connecticut e Massachusetts. Il colpo grosso è la cattura del boss della mafia di Filadelfia, Joseph Merlino. Filadelfia è in Pennsylvania, ma Merlino, dopo vari arresti, si era trasferito in Florida dove è stato preso, nella sua casa di vacanze.
Ai 46 arrestati - capi e manovali del crimine - vengono attribuiti i reati più disparati, dal contrabbando di sigarette all' estorsione, dal commercio di armi all' incendio doloso, ma tutti, secondo l'accusa, apparterrebbero a un' unica organizzazione mafiosa denominata «East Coast LCN Enterprise».
Nelle stesse ore del blitz dell' FBI, la polizia ha effettuato un altro arresto «eccellente»: è finito in manette i 23enne John Gotti, nipote dell' omonimo «boss» mafioso, l' ultimo grande capo di Cosa Nostra. Gotti Jr non aveva nulla a che fare con l' organizzazione colpita dall' FBI. È stato arrestato insieme a sei complici per un traffico di ossicodone, un antidolorifico oppiaceo usato da molti per drogarsi: un medicinale simile a quello il cui abuso è costato la vita, qualche mese fa, a Prince, il cantante morto per overdose nella sua casa di Minneapolis.
A leggere la descrizione dei reati attribuiti all'organizzazione criminale, e a leggere nomi e soprannomi degli arrestati, sembra di tornare alle storie e ai film della metà del secolo scorso: ci sono Anthony Cassetta detto «Tony lo Storpio», Nicholas Vuolo detto «Nicky The Wig» (la parrucca) e John «Tugboat» Togino (tugboat vuol dire rimorchiatore), Eugene «Rooster» (galletto) Onofrio, John «Johnny Joe» Spirito e Pasquale «Patsy» Parrello.
Quanto ai reati, c'è un po' di tutto ma, a guardare bene, c' è poca droga, un «business» evidentemente ormai gestito da altre organizzazioni criminali. Insomma, una criminalità piuttosto «stagionata» ma poi, a fianco dei reati «tradizionali» - contrabbando di sigarette, estorsione, gioco d' azzardo clandestino, commercio di armi da fuoco, incendi dolosi - spuntano nuovi tipi di crimine, legati allo sviluppo delle tecnologie e dei servizi sociali: qui si va dalle truffe con le carte di credito, ormai anche questo un classico, a quelle ai danni delle compagnie di assicurazione.
Il filone più nuovo e promettente sembra essere quello legato alla «mungitura» di un sistema sanitario che, assorbendo ormai il 16-17 per cento del Pil degli Stati Uniti, non poteva non attirare anche l' attenzione della criminalità. Qui i canali seguiti dalla criminalità sembrano essere due: da un lato, come detto, la prescrizione di farmaci a base di oppio da rivendere come droga. Sostanze richieste senza alcuna reale esigenza terapeutica.
Dall' altro la prescrizione dei medicinali più costosi che le compagnie assicurative tengono nel loro prontuario. In tutti e due i casi, i criminali hanno bisogno della collaborazione del personale sanitario: medici compiacenti o che vengono minacciati di rappresaglie contro di loro o le loro famiglie se non producono ricette a getto continuo: è la nuova dimensione dell' estorsione che dall' emporio di quartiere si trasferisce negli ambulatori.
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