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NEL CASO GARLASCO SUL BANCO DEGLI IMPUTATI FINISCE LA SCIENZA – COME È POSSIBILE CHE, A 18 ANNI DALL’OMICIDIO, GLI INQUIRENTI OGGI POSSANO ATTRIBUIRE AD ANDREA SEMPIO L’IMPRONTA TROVATA ACCANTO AL CORPO DI CHIARA POGGI? I RIS DI PARMA, NELLA LORO RELAZIONE, AVEVANO DICHIARATO CHE QUELLA TRACCIA “NON UTILE” – GIANLUIGI NUZZI: “LA SCIENZA DELLE INVESTIGAZIONI SMENTISCE E PIALLA QUANTO FINORA COSTRUITO. SI COLLOCA SEMPIO SULLA SCENA DEL CRIMINE: SUO IL DNA REPERTATO SOTTO LE UNGHIE DI CHIARA, SUO L'IMPRONTA DEL PALMO A MEZZA SCALA DOVE POI VENNE RITROVATO AL NONO GRADINO IL CADAVERE DELLA RAGAZZA. UNA SITUAZIONE CON UNO SCONTRO CRESCENTE TRA SCIENZIATI, DIVISE ED EX DIVISE…”
Estratto dell’articolo di Gianluigi Nuzzi per “La Stampa”
impronta attribuita ad andrea sempio
Il palmo omicida di chi ha tolto la vita di Chiara Poggi è sempre lo stesso. Il tempo non invecchia né deteriora i nostri polpastrelli né, appunto, i palmi delle mani. E tutti consentono di identificare l'assassino con certezza.
Dagli inquirenti trapela che con le nuove tecnologie sarebbero addirittura 15 i punti caratteristici che consentono di attribuire ad Andrea Sempio la traccia n.33 repertata sulle scale della tavernetta di casa Poggi dove poi venne ritrovata Chiara. Questo è quello che dicono gli investigatori.
[…] Peccato che i Ris di Parma, dopo aver valorizzato la traccia con i reagenti, scrissero nelle loro relazioni che quell'impronta «non è utile», il che significa che non è idonea per fare confronti. Insomma, non vale nulla. Si ripete, e diventa eco, in buona sostanza, quanto già percorso sull'altro fronte cruciale dell'indagine, sui rilievi del dna.
Anche qui il procuratore Fabio Napoleone, l'aggiunto Stefano Civardi e le pm sostengono che la prima relazione genetica, firmata da Francesco De Stefano, contiene errori. Grazie alle nuove scoperte ora alcune tracce di dna possono essere identificate e portare sempre a Sempio, «in concorso con altri».
Al momento i fari rimangono soprattutto sui tre: Sempio, Alberto Stasi e la vittima. Chiara Poggi 26 anni, laurea in Economia, uno stage all'Asm di Pavia, poi assunzione in un'azienda di computer di Milano, all'ufficio marketing.
Quella mattina era sola a fare colazione con i cereali, in compagnia dei gatti, Piuma e Minu. I Poggi e il fratello Marco dal 5 agosto erano partiti per le vacanze. Andrea Sempio, 37 anni, quello che nel gruppo di Garlasco era più sfuggente con le ragazze, quello che ti guarda sempre con imbarazzo come se vivesse in un corpo non suo.
Ma non è certo questo un indizio per ritenerlo un assassino anche se presto gli inquirenti tratteggeranno un suo profilo psicologico che finirà agli atti dell'inchiesta. E si andrà a studiare le sue mosse, frasi, sospiri come in una partita a scacchi.
Ad aiutare ci saranno anche diverse frasi ambigue o suggestive, di certo emblematiche, ritrovate nei suoi scritti, sequestrati a casa solo qualche giorno fa e che potevano costituire un capitolo di quell'interrogatorio al quale ieri Sempio non si è presentato.
Un capitolo da aggiungere al tratteggiare il suo rapporto con le ragazze della comitiva di Garlasco e con quegli amici storici che nelle sue dichiarazioni ai media, Sempio ha sempre cercato di proteggere.
Nati tutti nel 1998, affiatati, sono cresciuti inseguendo palloni e sogni nelle strade di Garlasco, nelle aule delle stesse scuole, le merende, i film, le prime fidanzate. E soprattutto bicicletta e videogame, due parole chiave di quest'inchiesta visto che l'assassino è venuto in bici per la sentenza ad oggi definitiva e i videogiochi li ritrovi nei racconti di Sempio a spiegare le sue tracce nella villetta.
Sarà poi sempre Sempio ad avvertire Roberto Freddi e Mattia Capra dell'omicidio di Chiara mentre alcuni sono fuori paese, come Marco Panzarasa, al mare a Borghetto Santo Spirito, e Alessandro Biasibetti, in altura con i genitori, in Trentino.
impronta di andrea sempio vicino al cadavere di chiara poggi
Dattiloscopia e genetica formano il genoma della nuova indagine, costituiscono l'unica strada percorribile per scardinare la sentenza della Cassazione che condannava Alberto Stasi all'omicidio della fidanzata.
[...]
La scienza delle investigazioni smentisce e pialla quanto finora costruito. Si colloca Sempio sulla scena del crimine: suo il dna repertato sotto le unghie di Chiara, suo l'impronta del palmo a mezza scala dove poi venne ritrovato al nono gradino il cadavere della ragazza. Una situazione con uno scontro crescente tra scienziati, divise ed ex divise.
Il generale Luciano Garofano, che ha fondato i Ris e che oggi fa parte del collegio dei consulenti difensivi di Sempio, fa muro a protezione del lavoro dei suoi colleghi dell'epoca e critica le indagini di oggi.
Afferma che «una impronta dichiarata "non utile" non si può attribuire, nemmeno con gli ultimi progressi della scienza. Quindi una impronta "non utile" nel 2007 non diventa "utile" nel 2025. Temo le interpretazioni forzate che già in passato hanno fatto tanti danni.
Se davvero ci fosse stata questa prova ulteriore, così micidiale, avrebbero fatto comunque l'incidente probatorio sul dna? Avrebbero disposto tante perquisizioni? E poi, posto che sia di Sempio, è una impronta non databile, potrebbe esser stata lasciata al di fuori dell'omicidio».
Ma anche qui pensare a un'ipnosi collettiva della procura di Pavia, dei carabinieri di via Moscova di Milano, delle camicie bianche di Ris e Racis dell'Arma dei carabinieri pare insostenibile.
Nell'accusa, la convinzione è che lui fosse nella villetta di Garlasco, andando poi a buttare l'arma chissà dove o dandola a chissà chi. E così lo scontrino del parcheggio di Vigevano potrebbe diventare una prova della procura, del grande inganno perpetrato per anni, con l'accusa di ieri troppo innamorata alla sua tesi Stasi-centrica per accettare dubbi, crepe.
Di certo, se mai si andrà a processo, questo sarà un dibattimento che dividerà il paese con la scienza sul banco dell'accusa e sul banco degli imputati. E con noi tutti sempre più disorientati.
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