DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL…
Estratto dell’articolo di Ferruccio Pinotti per www.corriere.it
Stephen May - la moglie Jeanette Rothschild - la figlia Gioia - Gabriella Guerin
Jeanette May, l'ex baronessa de Rothschild scomparsa in circostanze misteriose a Sarnano, nelle Marche, con l'assistente e segretaria Gabriella Guerin, di 39 anni, fu cercata disperatamente dal secondo marito Stephen May, anziano ma ancora vivente a Londra, che il giorno dopo la sparizione delle due amiche volò nelle Marche per dedicarsi a una ricerca senza tregua della moglie.
Ecco quindi che la deposizione di Stephen May che emerge dalle carte originali che riportano l'interrogatorio in Inghilterra del dirigente aziendale è di estremo interesse per capire di più in merito alla complessa articolazione della vita di Jeanette, che pur essendosi risposata non aveva mai voluto abbandonare sul passaporto il nome di Jeanette Dorothy de Rothschild, «now May», registrandosi all'albergo «Ai Pini» proprio con il cognome dell'ex marito Evelyn, il ricchissimo barone proprietario di banche e di miniere di diamanti (De Beers) in Sudafrica. E naturalmente potrebbe assumere peso nell'inchiesta sulla morte delle due donne, che è stata riaperta di recente.
Jeanette Bishop May - ex baronessa de Rothschild
L'affascinante ex fotomodella che - come ha raccontato in una precedente deposizione l'amica del cuore Cornelia Bathurst, anche lei per un periodo amante di Rothschild - aveva un «dark side» molto complesso: abituata al bel mondo, non voleva rassegnarsi a essere solo la moglie di un pur ottimo dirigente e voleva «riciclarsi» come antiquaria e trafficante di opere d'arte tra l'Italia e Londra.
Un ambiente pericoloso, all'epoca: sia perché popolato di loschi commercianti di opere d'arte rubate, sia perché incluso di mafiosi che utilizzavano le opere d'arte rubate o comprate alle aste come mezzo per ripulire denaro sporco o come strumento di scambio e di ricatto.
Pochi sanno, ad esempio, che il superboss mafioso Pippo Calò, il cui indirizzo figura in due telegrammi inviati dopo la scomparsa di Jeanette e Gabriella, mandante di stragi e omicidi e ancora oggi vivo in carcere a 94 anni, accumulava opere d'arte senza sosta. La povera Jeanette, come ha affermato la figlia di Gabriella Guerin, Gioia, era quindi finita in un giro pericoloso «in qualcosa di molto più grande di lei, un gioco per il quale anche mia madre è stata uccisa», ha dichiarato Gioia a Quarto Grado e al Corriere.
Il secondo marito di Jeanette, Stephen May, nella sua deposizione resa a Londra al capitano dei carabinieri Giacomo Battaglia e al capitano Carlo Felice Corsetti, oggi entrambi generali in pensione, rivela […] un dettaglio interessante: i fondi utilizzati per acquistare la fattoria di Sarnano erano di Jeanette e non suoi, così come, probabilmente, i soldi necessari per l'imponente ristrutturazione (le foto mostrano un casolare in pessime condizioni) da affrontare.
Quindi viene naturale pensare che Jeanette disponesse di risorse accumulate col trading di opere di antiquariato, come indicato nella testimonianza dell'ex boyfriend londinese (di chiare origini italiane e in particolare siciliane) George Ciancimino, il quale - corroborato dalla testimonianza del fratello e socio Jean Claude - ha parlato dell'apertura di un «secondo conto» della galleria con dei soldi dati da Jeanette.
In realtà, stando a quanto racconta il marito, di conti bancari Jeanette ne aveva più di uno: «Questi conti sono inattivi dal giorno 29 novembre 1980 (il giorno della scomparsa, ndr) e nessun prelievo è stato effettuato. I travellers cheques emessi prima del mese di novembre 1980 vennero incassati dalla banca di Sarnano ai tempi dei nostri viaggi in Italia. E quelli emessi nel novembre 1980 rimangono in circolazione.
Mia moglie si occupava della propria cartella azionaria la quale, naturalmente, è rimasta inattiva dalla sua scomparsa, con l’eccezione di un numero limitato di azioni al portatore in cui ho consentito certe operazioni limitate a suo favore con un amico che la consigliava privatamente. Non c’è stata una conversione recente di titoli in contanti, eccetto quelle fatte allo scopo di procurare dei contanti per trasferire in Italia soldi per l’acquisto del nostro podere».
Jeannette de Rothschild con Stephen May
Sorge spontanea una domanda: perché una donna di mondo, ex baronessa de Rothschild, voleva comprare un casolare semidiroccato in una zona sperduta delle Marche dove si muovevano anche figure pericolose, inclusi rapitori (nel '77 vi era stato un sequestro di un industriale a opera di pastori sardi) ed elementi della Magliana o del mondo di mezzo tra malavita e mafia?
Stephen May racconta, in merito ai fondi della moglie: «Non ho calcolato l’esatto valore della sua cartella azionaria, ma si parla ai valori di borsa attuali di una somma che si aggira sulle 60.000 sterline (circa 500.000 euro attuali). Mia moglie ha una cassetta di sicurezza presso la Midland Bank, a Pall Mall. L'ha avuta fin da prima del nostro matrimonio e non abbiamo mai cambiato l’accordo secondo il quale lei è la sola persona autorizzata ad aprirla.
Comunque, con la collaborazione della Midland Bank e con le salvaguardie su cui giustamente hanno insistito, sono riuscito ad esaminare il contenuto della cassetta di sicurezza per vedere e stabilire se mancava qualche cosa. La cassetta contiene i suoi gioielli, proprietà personali e corrispondenza, e non è possibile affermare con certezza che non manchi nessun gioiello, ma ho controllato i pezzi di maggior valore con la lista dell’assicurazione e tutto quello che ho potuto controllare è correttamente contato.
Jeanette May ex baronessa de Rothschild
Non posso dare una precisa valutazione ai gioielli, comunque in base alle precedenti valutazioni per l'assicurazione, posso dire che supera le (illegibile) sterline. Da quando mia moglie è scomparsa ho intrapreso delle indagini sui suoi affari finanziari per vedere se potevo scoprire qualche cosa.
Mia moglie ha i seguenti conti: un conto presso la filiale Midland Bank di Pall Mall a Londra; tre conti alla Banca Rothschild; un conto con la banca Manusardi di Milano e un conto alla Banca Popolare di Macerata e Ancona di Sarnano. Questi due conti vennero aperti e usati per l’acquisto della nostra tenuta Sarnano, essendo il nostro avvocato residente a Milano. Ho esaminato i rendiconti bancari di tutti questi conti per alcuni mesi prima e dopo la scomparsa di mia moglie: tutti i libretti d’assegno sembrano pertinenti (ai movimenti bancari, ndr). Ciò non è stato possibile per il libretto di assegni attinente nella sua borsa, che portava con sé...».
Stephen May nella sua deposizione racconta: «Credo che una volta (la sua posizione finanziaria o bancaria, ndr) contenesse una polizza di assicurazione sulla vita presa dal suo ex marito il signor Evelyn de Rothschild a favore della madre di mia moglie. Non tanto tempo fa, relativamente parlando, mia moglie scoprì che per sbaglio tale polizza non era stata mai annullata e, credo, si mise d’accordo con il signor Rothschild per l'annullamento».
Jeanette May ex baronessa de Rothschild
Si tratta di un dettaglio di grande interesse su cui scavare, perché sarebbe da stabilire se si trattava di una polizza sulla vita in caso di morte (e se sì che tipo di morte, accidentale o violenta) o se si trattasse di un piano di accumulo, ovvero uno schema nel quale il barone de Rothschild si impegnava anche dopo il divorzio a versare con regolarità una somma tutta da scoprire.
In questo caso, se come presumibile la «buonuscita» di Jeanette dal matrimonio prevedeva oltre ad una casa a Chelsea una rendita consistente, al momento della scomparsa (avvenuta quasi 10 anni dopo il divorzio) la «polizza» poteva ammontare a una cifra molto elevata, se i versamenti mensili effettuati da Rothschild erano importanti come è lecito pensare nei confronti di una bellissima giovane donna «ripudiata» perché non poteva avere figli. In un articolo dell'epoca del giallo Stephen May ammette: «In fondo non conoscevo bene il passato di mia moglie».
La vicenda della polizza sulla vita si configura come un giallo nel giallo, in quanto i presunti resti di Jeanette e Gabriella Guerin (due scheletri con - strano dettaglio - indosso due orologi) furono ritrovati solo 14 mesi dopo (le deposizioni dei cacciatori indicano che erano passati numerose volte in quel luogo e i resti non erano mai comparsi) ed è quindi lecito presumere che la polizza sulla vita sia stata incassata dalla madre di Jeanette. All'epoca, tra l'altro, non era ancora utilizzato l'esame del DNA per l'analisi dei resti di cadaveri al fine di stabilirne l'identità attraverso legami di parentela o comparazione con altri reperti biologici. La prima volta che fu ufficialmente utilizzato in Italia il DNA a fini di indagine fu nel 1987, per il caso dell'omicidio di Lia Macchi.
Jeanette May ex baronessa de Rothschild
Ma torniamo alla deposizione di Stephen May, il quale svela dettagli interessanti sulle attività della moglie. «Abbiamo una piccola cassaforte in casa. Ho controllato tutti i documenti e le cose di nostra proprietà e non ho trovato nulla di strano. Inoltre, la cassaforte contiene la maggior parte degli anelli e dei gioielli che di solito Jeanette portava di giorno in giorno, ma che aveva deciso per prudenza di non indossare quando era in Italia.
Mia moglie investì del denaro - al massimo 10.000 sterline in titoli - per una società commerciale diretta in associazione con i signori Ciancimino di King’s Road, Londra. Il signor Ciancimino è un "designer" e sia lui che suo fratello sono amici di vecchia data».
I Ciancimino, in realtà, all'inizio (nei '60-'70) più che designer e arredatori erano commercianti di opere d'arte antiche, un mondo che pullulava di strani «figuri» di origine italiana ma nel quale si muoveva anche il marchese Paolo del Pennino di Grottareale, il battitore d'asta di Christie's (aveva lavorato sia a Londra che a Roma) sospettato di essere il basista della rapina (fu arrestato ma poi rilasciato e indiziato "solo" per armi e droga, anche se a casa della fidanzata Susanna Barkas teneva lo schema del sistema di allarme di Christie's) che avvenne proprio il giorno successivo alla scomparsa di Jeanette e Gabriella nella sede romana della casa d'aste, situata all'epoca a Palazzo Lancellotti in Piazza Navona 114.
Stephen May - la moglie Jeanette Rothschild - la figlia Gioia - Gabriella Guerin
Da un'altra deposizione su cui torneremo emerge inoltre che Jeanette si recò a Roma - fu vista sul treno di ritorno da un teste attendibile, Giorgio Cefis, il figlio del presidente dell'Eni Eugenio, che le parlò e che già la conosceva - il giorno prima di andare a prendere Gabriella Guerin ad Ancona. Cos'era andata a fare a Roma l'ex baronessa? Quali sottili fili legano questi eventi? Il giallo è aperto.
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