
DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO…
Elena Tebano per il Corriere della Sera
«L' ho scoperto solo dopo che mi erano entrati nella mail e ne ho avuto un senso di nausea: la stessa che provi quando torni a casa e vedi che ci sono stati i ladri. Magari non hanno preso niente, ma hanno aperto i cassetti, violato la tua intimità». Dati sensibili provenienti dalla rubrica del giornalista e politico Paolo Guzzanti, 76 anni, sono stati trovati, insieme a quelli di molti personaggi noti, nel computer di Gianluca Neri, il blogger noto come «Macchianera».
Si tratta di dati che di solito sono conservati nelle caselle di posta elettronica. Neri è sotto processo a Milano insieme all' opinionista Selvaggia Lucarelli e alla giornalista Guia Soncini: sono accusati di aver rubato, accedendo alla mail della conduttrice tv Federica Fontana, 191 foto scattate durante la festa per i 32 anni di Elisabetta Canalis, nella villa di George Clooney a Como, e di aver poi cercato di venderle a un settimanale.
Le ipotesi di reato sono, a vario titolo, concorso in intercettazione abusiva, detenzione e diffusione di codici di accesso (non per Soncini), accesso abusivo a sistema informatico, violazione della privacy: addebiti che i tre imputati, per i quali la pm Grazia Colacicco ha chiesto pene tra i 10 e i 14 mesi, respingono.
«Non sono parte del procedimento penale perché quando mi sono accorto di quanto era successo era troppo tardi: le forze dell' ordine mi avevano scritto ma non ho mai visto la notifica, forse perché ho cambiato casa. Però il sentimento è stato di aver subito un' effrazione» aggiunge Guzzanti. Ora quella casella non la adopera più: «L' ho chiusa. Via mail spedisco i miei articoli o litigo con la fidanzata: non ho segreti né pubblici né privati, eppure ne ho ricavato un senso di schifo, come se qualcuno fosse entrato in casa di nascosto e mi avesse dormito nel letto».
Il 27 marzo parleranno i difensori dei tre imputati, poi a breve ci sarà la sentenza: «Spero che li condannino - dice Guzzanti -. Sono creature macchinali prive di qualsiasi anima, che credono di trarre profitto dal web. Gente che pensa di fare soldi così: tira su una rete, quello che prende prende. Stavolta nella rete ci sono finito anch' io». Ma un dubbio gli resta: «In qualche modo mi devono aver scelto: vorrei chiedergli perché proprio me. Non so cosa potessero pensare di trovare nelle mie mail: capirei quelle di un vip, ma io sono una not very important person ».
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