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NETANYAHU CONTINUA LA GUERRA A HAMAS ARMANDO MILIZIE PALESTINESI A GAZA – LA STRATEGIA DI ISRAELE PER SCONFIGGERE E DISARMARE L’ORGANIZZAZIONE TERRORISTICA PASSA ATTRAVERSO QUATTRO CLAN ARMATI, ATTIVI NEL NORD E NEL SUD DELLA STRISCIA, OGNUNO CON UN’ORGANIZZAZIONE PRECISA E LEADER RICONOSCIBILI, CHE HANNO IL SUPPORTO LOGISTICO E BELLICO DA PARTE DELLO STATO EBRAICO – HAMAS: “NON DAREMO A ISRAELE UN PRETESTO PER LA RIPRESA GUERRA. CONTINUA LA RICERCA DEI CORPI DEGLI OSTAGGI”

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M.O.: HAMAS, NON DAREMO A ISRAELE PRETESTO PER RIPRESA GUERRA

hamas miliziani

(AGI/EFE) - Il Cairo, 26 ott. - Il capo negoziatore di Hamas, Khalil al-Hayya, ha dichiarato che il gruppo palestinese "e' determinato a non dare a Israele un pretesto" per tornare in guerra nella Striscia di Gaza e ha assicurato che continuera' a cercare e restituire i corpi degli ostaggi ancora nella Striscia.

 

"Hamas non dara' all'occupazione alcun pretesto per riprendere la guerra", ha dichiarato al-Hayya in un'intervista all'emittente qatariota Al Jazeera, una parte della quale e' stata trasmessa oggi. Nell'intervista, il funzionario di Hamas ha ricordato che sono stati consegnati 20 ostaggi israeliani 72 ore dopo il cessate il fuoco, cosi' come 17 dei 28 corpi degli altri ostaggi".

 

hamas

Le sue dichiarazioni coincidono con le rinnovate pressioni degli Stati Uniti e di altri mediatori nell'accordo di cessate il fuoco affinche' il gruppo palestinese completi la restituzione delle salme al fine di avviare i negoziati per una seconda fase del piano di pace del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. 

 

 

QUALI SONO I QUATTRO GRUPPI ARMATI CHE FANNO LA GUERRA A HAMAS A GAZA CON IL SUPPORTO DI ISRAELE

Estratto dell’articolo di Youssef Hassan Holgado per “Domani”

 

bibi netanyahu

La strategia è chiara. Disarmare Hamas o sconfiggerlo sul campo con gruppi armati attivi nella Striscia di Gaza e sostenuti dall’esercito israeliano. Questa strategia era già nota nei mesi scorsi dopo inchieste giornalistiche e testimonianze di funzionari anonimi israeliani rilasciate a diversi media dello stato ebraico e internazionali.

 

Ma l’ultima inchiesta di Sky News rivela dettagli importanti su chi sono i gruppi armati che combattono Hamas nella Striscia di Gaza. L’organizzazione palestinese e il suo alleato principale, la Jihad islamica, sono fortemente indeboliti dopo due anni di guerra in cui sono stati decapitati gran parte dei loro vertici militari.

 

Hossam al Asta

E nel vuoto creato si stanno facendo spazio quattro gruppi ben definiti attivi nel nord e nel sud della Striscia, ognuno con un’organizzazione precisa e leader riconoscibili, che hanno il supporto logistico e bellico da parte dello stato ebraico.

 

L’obiettivo hanno riferito fonti militari israeliane citate da Sky News è «creare un nuovo ordine a Gaza», un progetto che nei ranghi dell’esercito viene chiamato “New Gaza”. [...]

 

L’ultimo a parlare con i media è Hossam al Astal, a capo di una milizia attiva nel sud della Striscia a Khan Younis. Ex ufficiale dei servizi di sicurezza dell’Autorità nazionale palestinese, al Astal opera a ridosso delle linee israeliane e secondo Sky News riceverebbe costanti rifornimenti e mezzi attraverso il valico di Kerem Shalom che è sotto il controllo dell’Idf.

 

Yasser Abu Shabab

[…]

 

Lo stesso al Astal ha ammesso l’esistenza di un «canale di comunicazione» con l’esercito israeliano ma ha negato una collaborazione diretta. «Non lavoriamo per Israele. Il nostro obiettivo è liberare Gaza dal dominio di Hamas». Ma il confine tra sostegno e collaborazione è molto flebile in uno scenario di guerra.

 

Più noto, invece, il leader Yasser Abu Shabab membro della tribù Tarabin. A capo delle Popular Forces è accusato di aver collaborato con l’Isis negli anni fiorenti dell’organizzazione terroristica.

 

Anche la sua milizia opera nel sud di Gaza e secondo inchieste di Reuters e Associated Press avrebbe ricevuto il sostegno logistico da Israele per muoversi all’interno delle zone di sicurezza controllate dall’Idf. Il gruppo sarebbe composto da circa 200 miliziani armati con kalashnikov e M-16.

 

Yasser Abu Shabab

Abu Shabab respinge accuse di collaborazionismo con lo stato ebraico ma secondo l’inchiesta di Sky News gli uomini della sua milizia pattugliano aree inaccessibili ai civili spesso insieme ai soldati israeliani.

 

Nel nord, a Beit Lahiya e Jabalia, due aree completamente devastate dai bombardamenti, agisce invece la People’s Army – Northern Forces, guidata da Ashraf al Mansi. Le immagini satellitari analizzate da Bbc Monitoring mostrano convogli armati che si spostano lungo corridoi utilizzati dalle forze israeliane, confermando la presenza del gruppo.

 

Al Mansi sostiene di voler «creare un’amministrazione di sicurezza autonoma» per sostituire Hamas dopo la guerra.

 

milizia di yasser abu shabab 2

A Gaza City, infine, la leadership del clan Halas – storicamente vicina a Fatah – ha dato vita alle Popular Defense Forces. Secondo Reuters, gli uomini di Rami Halas avrebbero temporaneamente preso il controllo di alcune strade nel quartiere di Shuja’iyya, ritirandosi poi con il supporto di veicoli israeliani. Hamas li considera «traditori al servizio dell’occupazione».

 

I quattro clan potrebbero rientrare tutte insieme in un unico ombrello nel prossimo futuro e magari avere un ruolo anche nella sicurezza della Striscia che sarà appaltata a una Forza internazionale di stabilizzazione (Isf), come previsto dal piano elaborato dalla Casa Bianca.

 

[…]

 

Da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, infatti, è iniziato un regolamento di conti con le brigate al Qassam di Hamas partite alla ricerca dei miliziani antagonisti che ha portato a decine di esecuzioni. Il 13 ottobre, almeno 32 miliziani rivali sono stati uccisi in scontri diretti con i servizi interni di Hamas. Altri sono stati arrestati e accusati di cooperazione con l’occupante.

 

milizia di yasser abu shabab 3

«La guerra non è più contro Israele – ha dichiarato sotto anonimato un operatore umanitario all’Associated Press – ma tra palestinesi armati».