“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA…
Eric Schmitt per “The New York Times” pubblicato da “la Repubblica”
I recenti attentati a Parigi e Beirut e l’abbattimento dell’aereo di linea russo in Egitto sono i primi risultati di una campagna terroristica pianificata a livello centrale da un’ala della leadership dello Stato Islamico che si occupa di obbiettivi “esterni”: lo affermano fonti delle intelligence americane ed europee.
La cellula che pianifica operazioni dell’Is oltremare offre guida strategica, addestramento e finanziamento per azioni finalizzate a provocare il maggior numero possibile di vittime civili, ma per lo più affida il compito di scegliere tempi, luogo e modalità degli attentati ad agenti di fiducia sparsi sul territorio.
Portare a segno attentati lontano dalle basi in Iraq e in Siria dello Stato Islamico rappresenta un passo avanti rispetto al precedente modello usato dal gruppo, consistente nell’esortare i seguaci a imbracciare le armi ovunque vivano ed entrare quindi in azione, senza contare però su un aiuto significativo da parte del gruppo.
Oltretutto, questa evoluzione ribalta completamente l’idea degli Stati Uniti e dei suoi alleati di uno Stato Islamico inteso come minaccia regionale, e rende necessaria una valutazione dei rischi del tutto nuovi.
Una delle possibili ragioni all’origine del cambiamento di strategia da parte dello Stato Islamico è l’intenzione di strappare la leadership della jihad globale ad Al Qaeda, dal quale l’Is si è scisso nel 2013.
L’attentato al Radisson Blu Hotel in Mali venerdì probabilmente è stato perpetrato da due gruppi collegati ad Al Qaeda e ciò, secondo fonti dell’antiterrorismo europeo, lascerebbe intuire l’inizio di «una sorta di competizione tra Is e Al Qaeda per vedere chi di loro aggredisce meglio l’Occidente».
Gli inquirenti lavorano sulla base di intercettazioni e analisi dei video di propaganda dell’Is e stanno ancora cercando di mettere insieme i pezzi per avere un quadro più chiaro degli attentati di Parigi e per comprendere come siano avvenute le comunicazioni tra gli attentatori, ma due fonti dell’antiterrorismo occidentale hanno rivelato che tra gli esponenti di spicco dello Stato Islamico in Siria e Abdelhamid Abaaoud, l’uomo sospettato di essere il regista degli attentati, nelle settimane precedenti gli attentati ci sono stati contatti per via elettronica.
Testimonianze analoghe analizzate dopo gli attentati di Beirut suggeriscono che in quel caso gli ordini sono stati impartiti direttamente dalla Siria. L’abbattimento dell’aereo di linea russo doveva essere funzionale a un piano più ambizioso dello Stato Islamico, finalizzato a colpire gli interessi dei russi, ma secondo le fonti quasi certamente è stato effettuato in maniera autonoma da un affiliato del gruppo in Egitto.
Secondo fonti americane ed europee, l’uomo che ha coordinato gli attentati fuori da Iraq e Siria è Abu Muhammad Al Adnani, un siriano di 38 anni che funge da portavoce ufficiale dell’Is ed è uno dei luogotenenti più fidati di Abu Bakr Al Baghdadi, il leader supremo del gruppo. Ma è nelle sue vesti di capo delle operazioni all’estero che Adnani ha attirato su di sé l’interesse dei funzionari occidentali.
Adnani è famoso per la sua dichiarazione audio di 42 minuti trasmessa dai social media nel settembre 2014 durante la quale incita i singoli musulmani che vivono in Occidente a uccidere i civili nei loro paesi ricorrendo a ogni mezzo possibile, e a farlo senza bisogno di attendere disposizioni più precise dai leader del gruppo terroristico. «Se potete, uccidete un infedele americano o europeo — soprattutto i maligni e sporchi francesi — o un australiano o un canadese», diceva nel video.
A causa di quel video sulla testa di Adnani pende ora una taglia di cinque milioni di dollari, offerti dagli Stati Uniti, e il suo nome compare nell’elenco degli obbiettivi della campagna di bombardamenti in Iraq e in Siria guidata dagli Usa.
Gli agenti dell’intelligence francese credono che Abaaoud, ucciso nel corso del blitz della polizia a Saint-Denis, abbia lavorato ai comandi di Adnani in Siria, facendo poi buona impressione su di lui per come riusciva a reclutare jihadisti francofoni.
Secondo gli attivisti della provincia di Aleppo in Siria, Abaaoud all’inizio del 2014 è stato per qualche tempo ad Azaz, vicino alla frontiera con la Turchia: all’epoca Azaz era una città jihadista in piena espansione per i nuovi arrivati dall’estero carichi di entusiasmo. Secondo gli attivisti, Abaaoud ha prestato servizio come emiro o capo dei foreign fighters finché lo Stato Islamico non è stato respinto da quella zona e si è spostato più a est.
Secondo una fonte dell’antiterrorismo belga, l’Is gestiva cellule come quella di Abaaoud, composte da membri che parlavano una stessa lingua come il gruppo francofono. Le cellule sono state appaiate in seguito per agevolare la pianificazione di attentati nelle aree che conoscevano meglio.
Per esempio, gli attentatori francesi che conoscevano i luoghi da colpire sono stati affiancati dai belgi, più abili nell’organizzazione e nel procurarsi armi. Queste cellule hanno lavorato seguendo quella che l’intelligence definisce struttura a “bambù”: si entra in azione separatamente e in parallelo per garantire che se un membro è ucciso o un piano è sventato, il fallimento non si ripercuota sul resto delle operazioni.
(Traduzione di Anna Bissanti)
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