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Clamoroso addio a Fico Eataly World, la creatura bolognese di Oscar Farinetti. Lo chef pluristellato Enrico Bartolini non sarà più lo chef del ristorante gourmet del parco.
Cinque, uno dei primi locali della creatura di Oscar Farinetti, creato in partnership con l'Associazione Le Soste chiude infatti i battenti dopo solo pochi mesi di attività, e al suo posto un ristorante "a rotazione".
"Fico è un progetto molto bello - ha detto lo chef in un comunicato - la scelta nasce da attente riflessioni sull’affinità della nostra proposta gastronomica con l’idea del parco tematico. Il mio pensiero è che il pubblico vada a Fico per vivere un’esperienza diversa dal ristorante placè di fine dining".
Il ristorante di Bartolini (11 tavoli disponibili a pranzo e cena, 7 su 7, al lavoro 12 persone; 90 euro la degustazione da 7 portate, prezzo medio dei piatti tra i 25 e i 35 euro) era stato presentato 5 mesi fa, all'inizio dell'avventura, come la punta di diamante dell'offerta gastronomica all'interno di Eataly World.
Bertolini era infatti l'ambasciatore per l'associazione Le Soste – che con Eataly aveva sottoscritto il suo primo sodalizio per disporre di una vetrina attraente per il pubblico internazionale.
FARINETTI
Francesco Rosano per www.corriere.it
«Chi fa le cose è abituato agli attacchi. È abituato a essere criticato. Poi ci sono critiche giuste, che vanno ascoltate, e critiche strumentali, che è meglio ignorare». Oscar Farinetti, patron di Eataly, è avvezzo a fare buon viso alla sorte. Buona o cattiva che sia, in fondo, lo decide lui. «L’addio a Fico dello chef Enrico Bartolini? Non è un problema, anzi».
La chiusura del ristorante di uno chef pluristellato, a cinque mesi dall’apertura, sembra un fulmine a ciel sereno per un luogo ancora in rodaggio come Eatalyworld.
«No, assolutamente. È una cosa positiva. Noi avevamo la necessità di creare un nuovo spazio dedicato alle regioni italiane. Lì apriremo un ristorante dove ogni due mesi cambia la regione di riferimento, inizieremo dalla Sicilia con uno chef bravissimo (Peppe Barone, ndr). C’era questo spazio di Bartolini, dove non lavorava molto, abbiamo pensato insieme a questa opportunità. Con Enrico siamo amici».
Amicizia a parte, qualcosa non ha funzionato.
«Enrico Bartolini è bravissimo, forse bisognava aspettare molti anni prima di fare arrivare un ristorante come Cinque da Fico. Ora lì si avvicenderanno cuochi molto importanti da tutte le regioni italiane, ma a un prezzo più popolare (il menu degustazione di Cinque costava 90 euro, ndr)».
L’impressione è che la filosofia dietro Fico vada ripensata. Non avrete mica puntato troppo in alto portando degli stellati al Caab?
«Non è un fallimento, stiamo solo interpretando meglio la nostra filosofia, che è quella di parlare a tutti della biodiversità italiana. La scelta con Bartolini è stata concordata e ci permette di aprire questo nuovo ristorante regionale».
Non teme un danno di immagine se un nome come Bartolini abbandona la nave a cinque mesi dal varo?
«Assolutamente no. Lo ripeto, noi avevamo necessità di inserire un nuovo ristorante. Magari Cinque avrebbe funzionato da Fico, ma ci voleva tempo. E poi nella vita si cambia».
Ammettiamolo però Farinetti, le critiche attorno alla sua creatura sono state ininterrotte fin dall’inizio. Il M5S negli ultimi giorni ha attaccato il contratto «verbale» per le pubblicità sui Ficobus. E oggi il movimento ha un peso decisamente maggiore rispetto a qualche mese fa...
«Non ho seguito la questione in prima persona ma le risposte sono già arrivate. Di certo le critiche colpiscono chi fa le cose, non chi non le fa. È da tutta la vita che, fortunatamente, mi confronto con le critiche».
Con il sindaco Virginio Merola vi siete chiariti sull’opportunità o meno di modificare il percorso delle navette?
«Ma no, non c’era bisogno di chiarimenti. Merola gode della mia stima e spero che sia completamente ricambiata».
Tra poco più di sei mesi chiuderete il primo anno di Fico. Come andrà?
«Per il primo anno ci siamo dati l’obiettivo di 4 milioni di visitatori e 50 di fatturato. I numeri sono buoni, contiamo di raggiungerlo. Martedì ero lì, c’erano duemila ragazzi e quaranta pullman da tutta Italia. Sabato e domenica è sempre strapieno, forse meno durante il resto della settimana. Ma appena chiuderanno le scuole con il bel tempo ci saranno anche più visitatori, noi siamo assolutamente contenti».
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