32enne tunisino pestato ad alassio

“NON FACCIAMO ENTRARE STRANIERI”, E I BUTTAFUORI LO PESTANO – UN 32ENNE DI ORIGINI TUNISINE (MA CITTADINO ITALIANO) È STATO PICCHIATO DA UN GRUPPO DI 8 PERSONE FUORI DA UNA DISCOTECA DI ALASSIO, VICINO GENOVA – L’UOMO ERA STATO INVITATO A UNA FESTA DI COMPLEANNO MA ALL’INGRESSO È STATO BLOCCATO DAL BUTTAFUORI. QUANDO È TORNATO VERSO LA MACCHINA, LA BANDA GLI È SALTA ADDOSSO COLPENDOLO CON MANGANELLI, TASER E TIRANDO FUORI DEI COLTELLI. IL POVERETTO È FINITO IN OSPEDALE: NASO E COSTOLA ROTTI E TRAUMA CRANICO…

Estratto da www.blitzquotidiano.it

 

32ENNE DI ORIGINI TUNISINE PESTATO AD ALASSIO

Insultato perché straniero, con i manganelli telescopici, contro di lui anche taser elettronici. Un imprenditore di 32 anni di Torino è finito all’ospedale, con una prognosi iniziale di trenta giorni, per una costola fratturata, il naso rotto e un trauma cranico, dopo avere subito un’aggressione da parte dei buttafuori di un noto locale di Alassio (Savona).

 

A raccontare all’ANSA quanto accaduto è la stessa vittima. “Io e mia moglie siamo stati invitati da amici ad andare al mare ad Alassio e abbiamo deciso di passare la serata nel privé di una famosa discoteca, per un compleanno – spiega -. Sono entrato nel parcheggio privato con la mia Maserati, mi hanno messo il braccialetto per accedere nell’area riservata del locale”.

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Ma, quando è uscito per prendere le sigarette, i buttafuori gli hanno detto che non sarebbe potuto rientrare, “perché loro non facevano entrare gli stranieri – continua nel racconto l’imprenditore, cittadino italiano, di origini tunisine -. Dopo avere insistito ho deciso di andarmene. Sono andato a riprendermi l’auto e sono tornato per chiamare mia moglie che era ancora dentro”.

 

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“A questo punto, in otto si sono scagliati contro di me, con un taser, ma anche con coltelli – aggiunge -. Mi hanno spaccato il naso, la testa. Ero da solo non potevo fare nulla. Anche quando è arrivata l’ambulanza hanno cercato di salire per picchiarmi. Se non fosse stato per un mio amico e per le persone presenti mi avrebbero ucciso”. […]

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