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“NON MI PIACEVA ‘STO VENDITTI, PERÒ SE HA FATTO LE DOMANDE DALLA PARTE NOSTRA…” – LE INTERCETTAZIONI DEL 2017 TRA GIUSEPPE SEMPIO E LA MOGLIE, GENITORI DI ANDREA, UNICO INDAGATO NELLA NUOVA INCHIESTA PER LA MORTE DI CHIARA POGGI, IN CUI I DUE PARLANO ANCHE DELL’EX PROCURATORE MARIO VENDITTI, ORA INDAGATO PER CORRUZIONE – I SEMPIO DISCUTONO DI SOLDI DA FARSI PRESTARE, FANNO CALCOLI SUGLI ASSEGNI, MA DI TUTTO QUESTO NELLA TRASCRIZIONE DELLE INTERCETTAZIONI C’È POCO: “NON C'ERA NIENTE DA DIRE PERCHÉ GLI HO PORTATO I SOLDI… L'UNICA COSA CHE HA DETTO LOVATI… CHE È IN FASE D'ARCHIVIO”  –INFINE QUEL BIGLIETTINO RITROVATO A CASA IN CUI SI FA RIFERIMENTO AL PM CHE “ARCHIVIA PER 20-30” – VENDITTI A “QUARTO GRADO” SI DIFENDE: “QUELLO CHE È SUCCESSO OGGI MI OFFENDE COME UOMO E COME MAGISTRATO. LA VERITÀ MI SCAGIONERÀ, PERCHÉ IO NON HO MAI PRESO SOLDI DA NESSUNO. L’ARCHIVIAZIONE? AVEVO DECISO DOPO 21 SECONDI” – I LEGALI DELLA FAMIGLIA SEMPIO: “UN MAGISTRATO GUADAGNA 25 MILA EURO AL MESE, COSA SE NE FA DI 40MILA? IL BIGLIETTINO? SAREBBERO IDIOTI A TENERLO IN CASA…”

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1. I PRESTITI SOSPETTI DELLE ZIE "QUEL PM NON CI PIACE MA STA DALLA PARTE NOSTRA"

Estratto dell’articolo di Massimo Pisa per “La Repubblica”

 

GIUSEPPE SEMPIO DANIELA FERRARI

Mattina del 10 febbraio 2017, mancano poche ore all'interrogatorio di Andrea Sempio in Procura a Pavia da parte del pm Giulia Pezzino e dell'aggiunto Mario Venditti. Il padre dell'indagato, Giuseppe, sale sulla Suzuki di famiglia e si rivolge a un interlocutore: «Ho bisogno di un aiuto finanziario». Ride nervoso: «Allora, stammi a sentire — e qui passa al dialetto — io ti firmo un assegno, tu lo devi ritirare. Ritirare subito». Poi parte un soliloquio pieno di sospiri.

 

È il file audio numero 67 e i carabinieri della sezione di Pg al servizio di Venditti lo tradurranno così nel loro brogliaccio: «Il padre risale a bordo. Parla con se stesso e dice di aver bisogno di aiuto, dice farà un assegno. Continua a parlare da solo e dice che non ce la fanno più. Si chiede perché».

 

ANDREA SEMPIO A POMERIGGIO CINQUE

Mancano pezzi, come già documentato Repubblica che ha avuto accesso ai file audio della prima inchiesta a carico di Sempio, archiviata in tre mesi e singolarmente povera di atti investigativi. I carabinieri di Milano, file dopo file, hanno messo a confronto parole e trascrizioni. Coltivando il sospetto di omissioni dolose. Fino a scoprire quell'annotazione sul presunto pagamento di 20-30mila euro a Venditti per l'archiviazione.

 

MARIO VENDITTI E ANDREA SEMPIO

Torniamo al 2017. All'11 febbraio, il giorno successivo all'interrogatorio, alle risposte «cannate» da Sempio, alla convinzione dell'indagato che gli inquirenti fossero «abbastanza dalla nostra parte». In auto papà Giuseppe conversa con mamma Daniela: nel brogliaccio dell'audio 100 il loro dialogo sarà liquidato in poche righe: «I due parlano probabilmente del compenso per l'avvocato... e il modo come prelevare data la tracciabilità degli assegni... non pertinente».

 

E invece assai pertinenti appaiono agli attuali investigatori, quei discorsi che coinvolgono i familiari: «Secondo me quella che ti può aiutare di più è la Silvia perché è quella che ha sempre fatto girare più soldi», suggerisce Daniela Ferrari alludendo a una delle sorelle del marito.

DANIELA SEMPIO

 

E propone un metodo anche per movimentare quel denaro: «Se quattromila euro te li dà gli fai un assegno di tremila euro all'Andrea, lo va a cambiare l'Andrea, tremila euro glieli danno se cambia un assegno».

 

E Giuseppe Sempio fissa la somma complessiva. «Quarantamila euro».

Prossima al totale di 43mila euro transitati in quei mesi sul suo conto, come accertato dal Gico della Guardia di Finanza di Brescia e dai loro colleghi del Gruppo di Pavia.

Anche se Daniela Ferrari si fa venire uno scrupolo: «No, pensavo che glieli volevi portare su tutti assieme i soldi». Il marito la rassicura: «Adesso vediamo di trovare le formule giuste per ritirare i soldi, non ti preoccupare».

 

il padre di andrea sempio - giuseppe sempio

La conversazione prosegue nel file 101, quello che i marescialli Spoto e Sapone, ieri perquisiti, riassumevano così: «Il padre continua a parlare dei pagamenti. La madre dice che per importi superiori a tremila euro dovrà fare l'assegno poi dice che è per l'antimafia». Le voci, invece, andavano oltre e si soffermavano sul procuratore aggiunto.

Giuseppe Sempio: «Non mi piaceva ‘sto Venditti».

 

Daniela Ferrari: «Dicono che sia un antimafia di quelli bravi».

chiara poggi

G.S.: «Sarà un antimafia, però… due anni fermo… vabbè, però se ha fatto le domande dalla parte nostra…». Così è. Dieci giorni dopo, è il 21 febbraio 2017, indagato e genitori si ritrovano in auto. Esordisce Giuseppe Sempio: «Non c'era niente da dire perché comunque, gli ho portato i soldi… da dire… niente. L'unica cosa che ha detto Lovati, da detto che gira voce da Tizzone che è in fase d'archivio, insomma. Però, noi non sappiamo niente di preciso».

 

l ex procuratore di pavia mario venditti

Il riferimento al legale della famiglia Poggi — in realtà si chiama Gian Luigi Tizzoni — come presunta fonte di quella notizia riservata è esplicito.

 

[…] Tutto normale, otto anni fa, per la Procura di Pavia. Tutto anomalo, per la pm bresciana Claudia Moregola: «C'è il riferimento di Sempio Giuseppe alla necessità di pagare "quei signori lì" con modalità non tracciabili», scrive. Chiedendo: «Perché fu omessa la trascrizione di quelle frasi di forte valenza indiziaria?». Fino ad arrivare alla gravissima ipotesi che «fosse stata proposta o comunque ipotizzata la corresponsione al procuratore aggiunto Venditti di una somma di denaro correlata alla archiviazione del procedimento».

 

MARIO VENDITTI E ANDREA SEMPIO

2. L’EX MAGISTRATO SI DIFENDE IN TV «NON HO MAI PRESO DENARO»

Estratto dell’articolo di Matteo Castagnoli per il “Corriere della Sera”

 

«Quello che è successo oggi mi offende come uomo e come magistrato». Dalle indagini sul delitto di Garlasco a presidente del casinò di Campione d’Italia, in provincia di Como. Le due richieste di archiviazione per Andrea Sempio (nel 2017 e nel 2020) e la riconferma alla guida della sala da gioco nell’exclave italiana in Svizzera, sul lago di Lugano. L’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, 72 anni, aveva appeso la toga al chiodo il 9 luglio 2023.

 

il padre di andrea sempio - giuseppe sempio

Pm di grande esperienza, esperto di antimafia, aveva avviato l’ultimo capitolo della sua vita come presidente del casinò qualche giorno dopo, il 15 luglio di due anni fa. Ma ora al centro di un’indagine c’è proprio lui. […] A Quarto Grado , Venditti si è difeso: «La verità mi scagionerà, perché io non ho mai preso soldi da nessuno».

 

Il nome di Venditti compare su un bloc notes scoperto a casa Sempio durante le perquisizioni di maggio. Su quel «pizzino», Venditti viene citato in una sequenza di parole («gip archivia») e cifre («20.30») che per gli inquirenti porta a ipotizzare una corruzione dell’ex magistrato.

 

ANDREA SEMPIO

La prima archiviazione su Sempio, nel giro di qualche mese, è di marzo 2017. Dopo la sentenza di condanna in giudicato per Alberto Stasi, Venditti fu co-assegnatario di un fascicolo su Sempio nato da un esposto della mamma di Stasi. Richiese l’archiviazione; il gip l’accolse. Altri tre anni e Venditti si trova a indagare ancora su Sempio. Le carte arrivano dall’allora pm milanese Alberto Nobili. Il fascicolo parte da un’informativa del 2020 dai carabinieri che (dalla denuncia per molestie dell’avvocata di Stasi) arrivano a indagare su Garlasco evidenziando «una serie di anomalie nelle precedenti indagini».

 

MARIO VENDITTI

Su quella volta, a Quarto Grado , a giugno disse: «Avevo già deciso dopo 21 minuti, anzi 21 secondi»: chiese l’archiviazione. Il gip gli diede ragione.

[…]

 

L’avvocato che lo difende, Domenico Aiello, ha scritto al ministro di Giustizia, auspicando che «vi sia altro materiale d’indagine che giustifichi una simile aggressione. Se un appunto di un indagato diventa sufficiente a produrre un’indagine per corruzione a carico di colui che ha assunto quella che riteneva una decisione giusta, vale tutto».

 

3. «IL RAGAZZO È INNOCENTE IL BIGLIETTINO? INVEROSIMILE»

Estratto dell’articolo di M. Cast. per il “Corriere della Sera”

 

MASSIMO LOVATI

«Quarantamila euro in sei mesi è una cosa che non mi disturba per niente. È normale che uno in quel tempo possa manovrarli». L’avvocato Massimo Lovati esce da casa Sempio a Garlasco quasi due ore dopo essere arrivato all’alba di ieri, chiamato dal suo assistito Andrea, il 37enne unico indagato nella nuova inchiesta pavese sull’omicidio di Chiara Poggi.

 

Finanza e carabinieri hanno perquisito l’abitazione nell’ambito di un procedimento (nato dall’indagine sul delitto di Garlasco) che vede come unico indagato per corruzione in atti giudiziari Mario Venditti, ex procuratore di Pavia che archiviò due volte Sempio.

[…]

Angela Taccia - legale di Andrea Sempio - sopralluogo nella villetta del delitto di Garlasco

 

«Un magistrato guadagna 25 mila euro al mese, cosa se ne fa di 40?», ha continuato Lovati. E a chi domandava come si potesse parlare di archiviazione prima dell’interrogatorio del 2017, Lovati ha risposto: «Gliel’avevo detto io. L’indagine era vuota», spiegando che Sempio aveva saputo di essere indagato «dalla tv a Natale 2016».

 

«Questa situazione è una macchinazione. Il mio assistito è innocente. Ogni giorno ce n’è una nuova». «Andrea sta bene. Dice che si chiarirà presto questa storia assurda», ha ribadito l’altra legale, Angela Taccia. Che definisce «inverosimile» l’ipotesi di corruzione della procura di Brescia. E, sul «pizzino»: «Sarebbero idioti a tenere in casa il bigliettino».

 

4. LO SCONCERTO DEI POGGI «LA NOSTRA FERITA NON SI RIMARGINA MAI». L’AVVOCATO DELLA FAMIGLIA: ARRABBIATI? NO, STREMATI

Rita Preda e Giuseppe Poggi - genitori di chiara poggi

Estratto dell’articolo di Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”

 

«Sconcertati», dice l’avvocato Francesco Compagna. «I genitori di Chiara sono sconcertati da quello che leggono, è una ferita che non si rimargina mai».

[…] «La prego non ci faccia domande, non abbiamo niente da dire», risponde Rita al telefono con la solita gentilezza e anche a nome di suo marito.

 

andrea sempio

Niente da dire sul nuovo clamoroso sviluppo e niente da dire in assoluto perché «siamo esausti, oltre lo sfinimento» è lo stato d’animo che affidano nel pomeriggio al loro avvocato, Gianluigi Tizzoni.

 

«Non credo di sbagliare se dico che sono persone stremate», commenta lui. Che nella visita di ieri a casa loro non ha colto né rabbia né rassegnazione, «solo una stanchezza irrimediabile. È come se fossero costretti a saltare un’asticella ogni volta più alta per cercare di arrivare alla fine di questa storia.

 

chiara poggi 1

E la cosa più assurda è che quando si permettono di dire qualcosa — anche solo che sono stanchi di questa vita forzata sotto i riflettori oppure che loro fino a prova contraria credono a quel che dice la sentenza definitiva — c’è sempre qualcuno che si permette di criticarli, di insultarli o di offenderli, di insinuare sospetti su di loro e su Marco. Nei casi più gravi denunciamo, ma è incivile, oltre che ignobile, attaccare un padre e una madre che hanno avuto una figlia uccisa. Loro sono le vittime, per chi non lo avesse ancora capito. La sola domanda che si fanno, in questo momento, è: finirà mai tutto questo?».

 

Giuseppe Poggi e Rita Preda - genitori di chiara poggi

L’avvocato Tizzoni non vuole commentare gli sviluppi sull’ex procuratore Venditti, mentre il suo collega Compagna, legale di Marco Poggi, dice: «Siamo nel paradosso dei paradossi. Questo non è un colpo di scena. È una grande vicenda nella quale si ha l’impressione che si combatta senza esclusione di colpi». La paura della famiglia, dice l’avvocato Compagna, è «che questo sia un tormentone infinito sulla pelle delle persone coinvolte e della credibilità della giustizia» […]

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