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Fiorenza Sarzanini per “Corriere.it”
L’Italia ripristina i controlli alle frontiere e chiede la lista passeggeri dei voli che arrivano da tratte a rischio. Mentre scattano accertamenti su una quarantina di stranieri ritenuti «sospetti» - residenti nel Lazio, in Lombardia e in Campania - per valutare nuove espulsioni, il prefetto Alessandro Pansa potenzia l’attività della polizia di frontiera per realizzare «la piena efficacia dei dispositivi e delle misure». Decisione che provoca la protesta dei sindacati con il Sap che evidenzia «la mancanza grave di risorse».
ACCESSI LIMITATI
La «blindatura» dimostra quanto alto sia il livello di preoccupazione per la minaccia jihadista e la conferma è contenuta proprio nella circolare trasmessa ieri dal Dipartimento dell’Immigrazione del Viminale nella quale si sottolineano le «recenti segnalazioni concernenti un incremento dell’utilizzo fraudolento di documenti e titoli di viaggio sottratti in bianco e le diversificate procedure di falsificazione degli stessi».
Non è una sospensione del trattato di Schengen, ma il risultato è un’attenuazione forte visto che ad essere controllati ai confini potranno essere non solo i cittadini extracomunitari ma tutti coloro che sono ritenuti potenzialmente pericolosi per la sicurezza nazionale.
I VOLI A RISCHIO
Il provvedimento del Viminale prevede anche «il sistematico accesso alle banche dati per migliorare il processo di gestione dei rischi e contrastare adeguatamente l’immigrazione irregolare e il terrorismo internazionale» soprattutto potenziando «l’utilizzo del sistema Bcs per l’acquisizione anticipata delle liste dei vettori provenienti da tratte a rischio».
Più volte in questi giorni il ministro dell’Interno Angelino Alfano, d’accordo con i colleghi di Francia, Germania e Spagna ha insistito sulla necessità che in sede europea si sblocchi la direttiva per l’accesso al Pnr, il codice di prenotazione dei passeggeri, che fornisce informazioni dettagliate su tutti coloro che si trovano a bordo di un aereo e consente di effettuare pure verifiche incrociate. In attesa che si superino le resistenza legate a problemi di privacy, l’Italia decide così di potenziare quantomeno l’accesso alle liste in modo da poter effettuare comunque controlli su chi entra nel nostro Paese.
QUARANTA «SOSPETTI»
Dopo le dieci espulsioni decise nei giorni scorsi, poliziotti dell’Antiterrorismo e carabinieri del Ros continuano il monitoraggio di quegli stranieri nei confronti dei quali non ci sono elementi per un provvedimento giudiziario ma si deve valutare l’opportunità di farli rimanere in Italia.
Sono 43 le persone controllate ieri perché finite «sotto osservazione» per aver inneggiato alla jihad su internet oppure nei luoghi di incontro, visionato siti web ritenuti pericolosi, programmato viaggi verso il Medio Oriente. Nei prossimi giorni sarà il capo della polizia Pansa, d’accordo con il ministro Alfano, a valutare se tra loro ci sia chi deve essere espulso.
LE RICHIESTE DEGLI 007
Di scenari internazionali ha parlato di fronte al Parlamento il capo dei servisi segreti, il direttore del Dis Giampiero Massolo, che dopo aver sollecitato poteri maggiori - dunque garanzie funzionali - per gli agenti sotto copertura, ha chiesto che si varino nuove norme per gli italiani che vanno all’estero, sottolineando la necessità che chi sceglie di andare senza alcuna protezione nelle zone di massima pericolosità sia poi responsabile delle conseguenze.
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