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GIULIA CECCHETTIN E FILIPPO TURETTA
1. CECCHETTIN: ORDINANZA, 'NASTRO ADESIVO USATO DA FILIPPO PER NON FAR GRIDARE GIULIA'
(Adnkronos) - Il nastro adesivo, sequestrato dai carabinieri accanto alla vistosa traccia di sangue trovata nella zona industriale di Fossò, è stato "applicato" da Filippo Turetta "probabilmente per impedire di gridare" a Giulia Cecchettin.
E' uno degli elementi presenti nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Venezia nei confronti del 22enne. Per gli inquirenti Giulia accoltellata nel parcheggio a 150 metri da casa è stata poi costretta - "Giulia è stata privata della libertà di movimento" tanto che un testimone la sente urlare più volte - a restare accanto a Filippo nell'auto che si è diretta verso la zona industriale d Fossò dove la giovane studentessa è stata uccisa.
2. FILIPPO IN FUGA CON 300 EURO DAI SACCHI NERI ALLO SCOTCH, IL NODO DELLA PREMEDITAZIONE
Estratto dell’articolo di Andrea Pasqualetto e Mara Gergolet per il “Corriere della Sera”
Trecento euro, non un capitale ma neppure pochi spiccioli per uno studente universitario. E poi il coltello, i sacchi neri, il nastro adesivo. Pare che quella sera Filippo Turetta avesse con sé tutto questo e dunque la domanda è scontata: aveva premeditato il delitto? Voleva davvero uccidere Giulia? «È indagato per sequestro di persona e omicidio volontario con l’aggravante del vincolo affettivo», ha precisato ieri il procuratore di Venezia Bruno Cherchi, escludendo così l’ipotesi inquietante della premeditazione.
LA RICOSTRUZIONE DELL OMICIDIO DI GIULIA CECCHETTIN
Almeno per ora: «Valuteremo dopo aver messo insieme i dati di fatto e gli accertamenti tecnici, sui luoghi, sui reperti, sulla macchina...». Certo, se è andato all’appuntamento con la ex portando un coltello qualche dubbio viene. «Beh, è appassionato di montagna, di trekking, cerca i kit di sopravvivenza, ci può stare che un tipo così abbia un coltello in macchina», aggiunge l’investigatore. Quello trovato nel parcheggio di Vigonovo è da cucina, la lama spezzata. Primo mistero: era anche pulita.
la ricostruzione dell aggressione di filippo turetta a giulia cecchettin
Ad ogni passo di questa brutta storia spunta qualche domanda. Fin da quando Turetta parte da Torreglia con la sua Grande Punto nera un po’ scassata per passare a prendere Giulia. «Diceva che si sarebbe ammazzato se lei non fosse tornata con lui», ha sospirato suo padre Nicola riferendosi al periodaccio del figlio. Il ragazzo si era forse dato una chance? «O ci torno insieme oppure...».
Ma se avesse pensato «stasera la uccido», perché accompagnarla al centro commerciale, cenarci e riportarla a casa? Era spaventato da quello che poteva succedere, dice la sorella di Giulia, Elena. Cioè, Giulia si sarebbe laureata cinque giorni dopo e avrebbe seguito la sua passione artistica che la portava altrove, in Emilia-Romagna. Il distacco, dunque.
Comunque sia, i due hanno litigato non lontano da casa Cecchettin, dove il vicino ha sentito la ragazza urlare «lasciami, mi fai male», e l’ha vista salire in macchina costretta da lui. Lì hanno trovato lo strano coltello e due chiazze rosso cupo. La lite diventa una violenta aggressione qualche chilometro più in là, a Fossò.
Nel video dello stabilimento Dior […] si vede un groviglio di mani e braccia che si agitano all’interno dell’auto. Giulia scappa, Filippo la rincorre e la colpisce da dietro tenendo in mano qualcosa. È anche quello un coltello? Due coltelli, possibile? Sferra un solo colpo e lei cade, apparentemente esanime. Lui la trascina per i piedi a faccia in giù e la carica nel baule. Poi riparte.
Ora, il medico legale ha contato una ventina di coltellate sul corpo di Giulia. Dove ha sferrato le altre Filippo? «Più avanti, forse», dice l’investigatore. Ci sono un paio di buchi temporali […]. Uno di una ventina di minuti fra Fossò e Zero Branco, nel Trevigiano. E uno dopo il passaggio a Piancavallo, nel Pordenonese, quando si è certamente fermato per trascinare Giulia nel dirupo. […]
Altro mistero: i giorni della fuga. Il viaggio è stato ricostruito con l’aiuto delle telecamere fino a Lienz, in Austria, dove l’auto transita domenica. Da lì in avanti non si sa più nulla, finché la polizia tedesca non intercetta la Punto nera sabato sera ferma sulla corsia di emergenza, a fari spenti, lungo l’autostrada che da Berlino porta a Monaco, quindi in direzione Sud. Lui è a bordo, stremato. Cos’ha fatto in quei sei giorni? Dov’è andato? Qualcuno l’ha aiutato? O ha vagato da solo per Austria e Germania senza una meta fino all’esaurimento dei 300 euro e del carburante? […]
il percorso dell auto di filippo turetta FILIPPO TURETTAgiulia cecchettin e filippo turetta 2auto di filippo turetta
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