NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
Estratto dell'articolo di Giuseppe China per “Il Tempo”
I romani anche da morti non hanno diritto alla pace. La loro condanna è l’attesa, pure quando sono chiusi dentro una bara. Senza distinzioni tra chi ha il feretro di mogano e coloro che sono sigillati dentro quello di noce. Devono aspettare che i lavoratori del cimitero Prima Porta smaltiscano la coda per la cremazione. Raggruppati all’interno delle due camere mortuarie del cimitero capitolino. Stanzoni dove le bare, a causa delle temperature estive, trasudano letteralmente sangue. […]
«Durante l’anno ogni giorno in questo cimitero - ci raccontano fonti qualificate - vengono cremati circa 65 cadaveri. Ad agosto, in particolare nelle settimane centrali i numeri sono crollati: 30 cremazioni quotidiane al massimo. E in un’occasione: zero». Le motivazioni dietro questo rallentamento sono molteplici, ma la principale è «rappresentata dal fatto che al Verano non vengono evase le pratiche, oltre al mancato potenziamento del forno crematorio».
Intanto i feretri si accumulano, disposti su tre file e sorretti da impalcature in ferro. «Sono circa un migliaio i morti - specificano le nostre fonti - che stanno aspettando il proprio turno». E sono gli stessi catafalchi a documentarlo. Ognuno di questi è corredato da un foglio. Nella maggior parte dei casi il documento recita «salone per la cremazione 10 agosto», in molti altri si legge «12 agosto». E poi ci sono quelli che hanno «perso» la data di fine pratica perché coperta dal loro stesso sangue. Liquido che finisce sul grigio pavimento degli stanzoni e che viene combattuto con litri di cloro e spazzoloni dai dipendenti della ditta alla quale Ama ha appaltato il servizio di cremazione.
cinghiali al cimitero di prima porta1
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