RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
1 – Beirut: oltre 100 morti
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(ANSA-AFP) - ROMA, 05 AGO - Sono oltre 100 i morti provocati dalle esplosioni avvenute ieri a Beirut. Lo rende noto la Croce Rossa libanese. I feriti sono oltre 4.000. "Fino ad ora oltre 4.000 persone sono rimaste ferite e oltre 100 hanno perso la vita. Le nostre squadre sono ancora impegnate in operazioni di ricerca e salvataggio nelle zone circostanti" al luogo delle esplosioni, ha reso noto la Croce Rossa libanese in un comunicato.
2 – Trump: esplosione Beirut forse è attacco
(ANSA) - WASHINGTON, 5 AGO - Dirigenti militari Usa pensano che l'esplosione a Beirut sia stata un attacco, una bomba di qualche tipo: lo ha detto il presidente americano Donald Trump.
"Ho incontrato i nostri generali e sembra che non sia un incidente industriale. Sembra, secondo loro, che sia un attentato, una bomba di qualche tipo", ha spiegato Trump aggiungendo che gli Usa aiuteranno il Libano.
3 – "Aria tossica, chi può lasci Beirut"
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(ANSA) - ROMA, 5 AGO - Il ministro della salute libanese Hamad Hasan consiglia a chiunque possa di andare via da Beirut, devastata ieri da due potenti esplosioni che hanno causato almeno 78 morti e 4.000 feriti.
Hasan - citato dai media locali - afferma infatti che materiali pericolosi sprigionatisi nell'aria dopo le deflagrazioni potrebbero avere effetti a lungo termine mortali.
4 – Due enormi boati, poi l'inferno «Beirut sembrava Hiroshima»
Marco Ventura per “il Messaggero”
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Un immenso fungo colorato si alza all' improvviso e avvolge il centro di Beirut a partire dal quartiere del porto, semina morte e distruzione in un pomeriggio di fuoco il cui bilancio solo provvisorio di ieri sera, secondo il ministero della Sanità, parlava di almeno 73 morti e almeno 3.700 feriti, ma le squadre erano ancora alla ricerca di persone sepolte sotto le macerie.
Scenari di guerra nucleare senza precedenti in una città pur tradizionalmente devastata da terribili attentati, al punto che il governatore di Beirut, Marwan Aboud, ha parlato di esplosioni che sembravano Hiroshima, di città disastrata e enorme entità di danni. Subito dopo, persone che correvano in tutte le direzioni terrorizzate, feriti che emergevano sanguinanti dai detriti, balconi scagliati a terra, divelti dalle facciate, finestre in pezzi e tappeti di vetri anche a distanza di chilometri.
LA RESPONSABILITÀ
il presidente libanese michel aoun consiglio di difesa libano
La domanda ovvia è se si tratti di atto di guerra o di uno spaventoso incidente. La Casa Bianca fa sapere che segue da vicino l' evolversi della situazione, e Trump in conferenza stampa dichiara che le esplosioni «assomigliano ad un terribile attentato, per i nostri esperti militari si tratta di un attacco, con una bomba di qualche tipo».
E come anche Israele, gli Usa offrono subito tutti gli aiuti possibili al Libano. Il presidente Michel Aoun convoca una riunione urgente del Consiglio supremo di Difesa che decreta per due settimane lo stato d' emergenza nel Paese. E rimbalzano le reazioni dei due storici nemici che si confrontano sul territorio libanese, gli Hezbollah longa manus dell' Iran, e Israele.
un uomo ferito a beirut dopo l'esplosinoe
L' ipotesi che subito viene avanzata è che Israele abbia voluto fare tabula rasa degli esplosivi accumulati nei depositi delle milizie filo-iraniane. Ma non è così. Nel porto si trova anche una base del comando Unifil non a caso nell' esplosione viene ferito a un braccio un militare italiano del contingente Onu in Libano e l' Unità di crisi della Farnesina si attiva per monitorare le presenze di connazionali nell' area e poi la Difesa informa che il contingente italiano di 12 militari è stato trasferito alla base di Shama e tuttavia Israele non azzarderebbe mai un attacco con possibili danni collaterali tra le forze Unifil (ma alcuni marinai di una nave sono stati gravemente feriti).
Né a sua volta Hezbollah avrebbe interesse a provocare attentati a Beirut in questa fase che coincide con la più grave crisi economica e finanziaria del Libano, mentre si propone come movimento di governo che stabilizza.
LA RICOSTRUZIONE
Quindi è la logica, oltre all' esito delle primissime indagini, a portare verso l' ipotesi dell' incidente catastrofico, la cui eco si è sentita fino a Cipro, a 200 chilometri sul mare, e a Damasco. A pronunciarsi ufficialmente è il direttore generale della Sicurezza libanese, Abbas Ibrahim, che parla di un' esplosione generata in un deposito di «materiali esplosivi confiscati».
Un' ipotesi che in nottata viene confermata dal presidente Aoun: la causa delle esplosioni sarebbe proprio un incendio in un deposito nel porto dove erano immagazzinate 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, sequestrate diversi anni fa da una nave. È «inaccettabile», ha scritto Aoun in un tweet, che fossero tenute in condizioni non sicure.
esplosione al porto di beirut 11
I racconti dei testimoni sono scioccanti. «Dai miei colleghi a Beirut arrivano resoconti terrificanti di case distrutte, macerie ovunque e fiumi di vetri sulle strade», dice Ilaria Masieri, capo dei programmi di Terres des Hommes in Libano e Palestina.«I soccorritori fanno fatica a farsi strada fra il caos e le macerie per raggiungere le zone più prossime alle esplosioni».
Un' intera squadra di vigili del fuoco sarebbe scomparsa.
LE ESPLOSIONI
pompieri al lavoro dopo l'esplosione a beirut
Secondo alcuni le deflagrazioni principali sarebbero state due. Gli ospedali, già sotto pressione per l' emergenza Covid, hanno richiamato tutti gli operatori e lanciato appelli alla popolazione per la raccolta sangue. Tra gli edifici distrutti anche quello, sempre nella zona del porto, dell' ex premier Sahid Hariri, rimasto illeso. Mentre tra le vittime c' è il segretario generale del partito Kataeb, Nazar Najarian.
E il caso vuole che il disastro abbia luogo proprio a tre giorni dall' atteso verdetto del Tribunale internazionale dell' Onu incaricato di giudicare il ruolo di quattro esponenti di Hezbollah nell' uccisione del leader libanese Rafik Hariri quindici anni fa, insieme a 21 persone, in corteo di macchine sulle strade di Beirut. Coincidenza che pure viene evocata sullo sfondo della duplice devastante esplosione.
feriti in strada a beirut dopo l'esplosione
5– BEIRUT, L’ESPLOSIONE E IL MISTERO DELLE SOSTANZE ESPLOSIVE STOCCATE AL PORTO: PERCHÉ E CHI DOVEVA CONTROLLARE
Guido Olimpio per www.corriere.it
Quella di Beirut è un’esplosione catastrofica che avviene in una cornice unica. E questo porta a considerare qualsiasi ipotesi, dalla pista dolosa a quella accidentale, sia pure aggravata da scarse misure di sicurezza. Di seguito, alcuni punti per inquadrare la situazione in Libano.
1. Il Libano è da sempre terreno di scontro. Hezbollah, Israele, gruppuscoli, il cosiddetto contagio del conflitto siriano.
2. Il disastro avviene alla vigilia del verdetto sull’attentato costato la vita all’ex premier Hariri, azione per il quale sono sospettati alcuni appartenenti all’Hezbollah. Un movimento che è ben di più di una fazione perché rappresenta una fetta di potere politico e militare consistente.
3. Beirut, con le fazioni, le spaccature confessionali e ora con una crisi sociale senza precedenti si presta a qualsiasi gioco. Il materiale non manca. In queste ore le hanno dette tutte: un missile, il sabotaggio, l’incuria, la “manipolazione” del materiale, la disgrazia… Ognuno avrà la sua tesi, basata su dati o interessata.
4. Anche se si è trattato di un incidente – e vedremo cosa diranno le indagini - resta sempre lo spazio per una narrazione alternativa, appoggiata a possibili indizi, a segnalazioni non sempre verificabili ma che le esperienze passate di questo paese portano a considerarle.
5. Una tragedia di queste proporzioni ha comunque un impatto politico, come se ci fosse stato un attacco.
6. Ovviamente c’è da chiedersi come sia stato possibile che sostanze così a rischio fossero conservate nell’area portuale, molto vicina al centro abitato. E l’altra domanda riguarda chi doveva controllare.
7. Memo. Nel luglio 2011 a Cipro si verificò un disastro analogo: in una base della Marina esplose per cause fortuite un deposito di munizioni sequestrate. Tredici le vittime.
6 – MAGAZZINO USATO DA HEZBOLLAH TRUMP: PENSIAMO A UN ATTACCO
Estratto dell’articolo di Francesca Caferri e Sharon Nizza per “la Repubblica”
L' esplosione accidentale di un deposito di esplosivi figli delle lotte intestine che da 40 anni non smettono di dividere il Libano. L' attacco venuto dall' estero contro un deposito di armi di Hezbollah e dei suoi alleati iraniani: con una firma che per taluni andrebbe ricercata oltre il confine Sud del Libano, verso l' eterno nemico israeliano.
Ma magari anche verso i Paesi del Golfo, che nell' Iran vedono il nemico Numero Uno. O una mossa volta a distogliere l' attenzione da quello che accadrà fra due giorni, quando dopo 15 anni il tribunale speciale dell' Onu emetterà il verdetto per l' omicidio dell' ex primo ministro libanese Rafiq Hariri, addossando la colpa del delitto alla Siria e al movimento sciita di Hassan Nasrallah, alleato di Bashar al Assad alla cui influenza Hariri voleva sottrarre il Libano.
(…) Una cosa è certa: a devastare sei chilometri di edifici e a provocare un' esplosione sentita anche a Cipro non è stata (…) la banale esplosione di un deposito di fuochi di artificio. (…)
un uomo ferito dall'esplosione a beirutpalazzi distrutti dall'esplosione al porto di beirutesplosione a beirut 7esplosione a beirut 8esplosione a beirut 4esplosione a beirut 5esplosione a beirut 10esplosione a beirut 9esplosione a beirut 2esplosione al porto di beirut 2esplosione al porto di beirut 3esplosione al porto di beirut 7feriti dopo l'esplosione al porto di beirutesplosione al porto di beirut 4esplosione al porto di beirut. 6esplosione a beirut 6
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